giovedì 13 giugno 2024

ASCESIONE DEL SIGNORE (Shestja; Ngjitja në Qiell)


Festeggiamo oggi l'Ascensione al cielo di nostro Signore Iyasus Krestos.

Il Signore Gesù trascorse quaranta giorni sulla terra dopo la risurrezione dai morti, apparendo ripetutamente in luoghi diversi agli apostoli, con i quali parlò, mangiò e bevve, continuando a proclamare la sua risurrezione. Il quarantesimo giorno dopo la Pasqua apparve di nuovo a Gerusalemme.

Dopo aver parlato di molte cose ai discepoli, diede loro l'incarico finale, cioè di andare a proclamare il suo nome a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme. Inoltre ordinò loro di non partire immediatamente, ma di aspettare a Gerusalemme finché non avessero ricevuto la potenza dall'alto, quando lo Spirito Santo sarebbe disceso su di loro.

Dicendo queste parole, venne loro incontro sul monte degli Ulivi, alzò le mani, li benedisse e, dopo aver ripetuto le parole di benedizione del Padre, li lasciò ascendere al cielo.

Subito una nuvola di luce lo accolse, a testimonianza della sua grandezza. Seduto tra le nuvole come su un carro reale, ascese al cielo e dopo poco fu nascosto agli occhi degli apostoli, che continuarono a stare con gli occhi fissi su di Lui.

A questo punto apparvero due angeli in forma umana, vestiti di bianco, dicendo: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo stesso Gesù, che da voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo come lo avete visto andare in cielo» (At 1,11).

-Zoti u-shéstjua ner qiéjte qe t'i dergoje botes Ngushellimtarin.-
«Il Signore è asceso in cielo per mandare il Consolatore nel mondo.
I cieli prepararono il suo trono; gli Angeli si meravigliano vedendo un uomo più eccelso di loro. Il Padre accoglie Colui che eternamente tiene nel suo seno. Lo Spirito Santo dà questo ordine a tutti i suoi Angeli: "Sollevate le vostre porte, o principi ". Popoli tutti battete le mani, poichè il Signore è salito là dov'Egli era prima.»

Nella foto l'Icona dell'Ascessione, "Shestja" o "Ngjitja në Qiell" dipinta dallo studio dei fratelli iconografi albanesi Zografi per il monastero dei Santi Pietro e Paolo a Vithkuq. Questa scena è ricca di simbolismo e viene descritta nei Vangeli di Luca e Marco.

Nella parte superiore dell'icona appare una mandorla azzurra sorretta da due angeli. Al centro della mandorla appare Cristo seduto su un trono celeste e ai suoi piedi appaiono i cherubini.  Sotto Cristo, in posizione di mezzo profilo, appare Santa Maria tra i discepoli. Dietro di lei appaiono due angeli, che indicano Cristo con una mano.  Il tipo iconografico dell'icona coincide con il tipo del periodo paleologo.

Interessanti in questa scena sono i movimenti pronunciati e i gesti vivaci. Il Monte degli Ulivi in ​​cui si svolge l'evento si presenta con una vegetazione ricca e rigogliosa. La rappresentazione degli ulivi costituiva un elemento iconografico fondamentale, sottolineando questo simbolo di pace che segna la speranza di una nuova vita.

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