venerdì 11 ottobre 2024

GLI ALBANESI DIMENTICATI DELL'ISOLA DI SAMOS 🇦🇱

 

Samos è un'isola che oggi appartiene al moderno stato greco difronte alla Turchia e a sud di Izmir. Non è molto conosciuta, ma intorno agli inizi del XVII secolo vi si stabilirono alcuni Albanesi-Arbëresh (Arvaniti) Cristiani Ortodossi che fondarono un villaggio nella zona centrale e montuosa dell'isola, che in greco venne chiamato Arvanítes (Αρβανίτες), che è appunto "Arvaniti". Più tardi, gli abitanti del villaggio fondarono un altro villaggio nelle vicinanze che fu chiamato Káto Arvanítes (Κάτω Αρβανίτες)=''Arvaniti inferiore'', mentre il primo villaggio fu chiamato Áno Arvanítes (Άνω Αρβανίτες)=''Arvaniti superiore''. Nel 1958, con lo scopo di far dimenticare questa importante presenza Albanese-Arbëresh sull'isola, lo stato greco cambiò i nomi di entrambi i villaggi e Áno Arvanítes fu chiamato "Pándhroso" e l'altro villaggio Káto Arvanítes fuchiamato "Mesójio" e forzò gli abitanti a dimenticare la loro lingua madre.

  Tracce albanesi si possono trovare anche in altre parti dell'isola. Sul versante nord-occidentale di Samos, ad esempio, si trova il villaggio di Léka (Λέκκα), che secondo la tradizione locale prese il nome da Leka (diminutivo albanese di Alessandro), un arvanita emigrato dal Peloponneso e ivi stabilitosi per primo (quindi venne utilizzato anche per il nome Arvanitohóri (Αρβανιτοχώρι)=''il villaggio di Arvanitas''). A Néo Karlóvasi, un po' più lontano, c'è il "ruscello di Gjini" (Χείμαρρος του Γκίνη), Gjini è un nome albanese.

  Vale la pena ricordare che in entrambi i villaggi si produceva (forse anche oggi) un tipo di formaggio che, secondo lo storico Epaminondhas Stamatiadhis, si poteva trovare in Albania ma non altrove. Probabilmente si tratta del formaggio che a quel tempo in turco era conosciuto come "arnavud peynir" (=formaggio albanese) e che veniva prodotto a Konica come menzionato da Sami Frashëri nella sua opera "Kamus al-a'lam".

Fonti tradotte:

  1) "Descrizione dello stato attuale di Samos, Nicaria, Patmos e Monte Athos" di Joseph Georgirenes (1677), pagina 16:

  ''A tre miglia dal villaggio di Spatharéi [Σπαθαραίοι] e su una collina si trova il villaggio di Pírgos [Πύργος], che consiste di circa 100 case e due chiese. Qui viene prodotto il miele più delizioso. Sopra di esso sorge un piccolo villaggio, una colonia di “Arnauti” o “Albanesi”, così viene chiamata oggi questa nazione [cioè la nazione albanese] dai turchi e dai greci. Gli albanesi hanno stabilito molte colonie nell'Impero Ottomano poiché sono incoraggiati a farlo dallo stesso Sultano attraverso privilegi e immunità speciali. Riescono però a preservare la loro lingua (probabilmente l'antico illirico), che risulta incomprensibile alle nazioni vicine. Non è la figlia di una donna slava. Hanno la stessa religione dei greci."

  2) Lettera di un missionario della fine del XVII secolo (pubblicata e adattata nell'opera "Lettres édifiantes et curieuses concernant l'Asie, l'Afrique et l'Amérique" (1838)), pagina 131:

''L'antica città di Samos, l'antica capitale dell'isola, perse il suo nome e oggi si chiama Megáli Hóra [Μεγάλη Χώρα]. Si trova sulla costa orientale e vi è la sede del metropolita e risiede l'agai, che riscuote le tasse per conto del sultano. Marathókambos [Μαραθόκαμπος] si trova a nord mentre sul lato ovest si trovano Karlóvasi [Καρλόβασι], Neohóri [Νεοχώρι] e Vathí [Βαθύ]. Tutti quei villaggi sono costieri. Nell'interno dell'isola ci sono Plátanos [Πλάτανος], Kastaniá [Καστανιά], Arvanitohóri [Αρβανιτοχώρι, (l'originale recita Arvanito, Cori ma questo è apparentemente un errore e avrebbe dovuto essere Arvanitocori)] e Fúrni [Φούρνο ι=moderno Idhrúsa (Υδρούσσα )]. In montagna c'è una colonia di albanesi, che vi si sono stabiliti da più di un secolo. Non sono riuscito a scoprirne la causa. Si occupano di bestiame, più o meno come gli arabi.''

  3) "La vérité sur l'Albanie et les Albanais" [=La verità sull'Albania e sugli albanesi] di Pashko Vasa (Wassa Effendi) (1879), pagina 63:

  "Se tutti i Greci parlassero fin dall'inizio la lingua pelasgica, come è possibile allora che quelli che vennero prima e che erano veri Pelasgi e che riuscirono a sopravvivere nell'Idra e nelle altre isole dell'Arcipelago nonché sui monti dell'Attica? e in alcuni luoghi di Samo hanno conservato la lingua di prima, mentre altri abitanti degli stessi luoghi non ricordano nemmeno questa lingua?''

  4) ''Σαμιακα (τέταρτος τόμος)'' [= Storia di Samo, volume quattro] di Epaminondhas Stamatiadhis (1886), pagine 79-83:

  ''Il villaggio di Arvanítes. Dopo la morte di Gjergj Kastrioti (meglio conosciuto come Skënderbe), i suoi sostenitori albanesi, perseguitati dal sultano Bajazit e dai turchi e rischiando di convertirsi violentemente, si stabilirono a Himare, Sul, Parga e nel Peloponneso. Ma poiché anche lì i turchi non li lasciarono a loro agio, se ne andarono e si stabilirono sui monti di Jeránia [Γεράνεια] e nelle isole di Idhra, Speces, Poros, Salamina, Psara e fino a Cipro. A quel tempo, cioè circa 250 anni fa, come risulta da antichi documenti, due fratelli taglialegna, secondo la tradizione locale, albanesi, si riunirono con i loro parenti a Samo e si stabilirono sull'alta vetta meridionale del monte Ámbelos [Άμπελος] , dove oggi si trova il villaggio di Áno Arvanítes, che si trova a 400 metri sul livello del mare e a più di un'ora di distanza dal villaggio di Mavraxéi [Μαυρατζαίοι]. Vivevano isolati dagli altri. La loro religione era Ortodossa, ma la loro lingua, che nessuno degli isolani capiva, era l'illirico [cioè l'albanese]. Dopo alcuni anni una parte degli abitanti del villaggio si stabilì un po' più in basso, a un quarto d'ora dal villaggio, e fondò il villaggio che da allora si chiama Káto Arvanítes. [...] Il villaggio di Áno Arvanítes è composto da 107 case e una chiesa parrocchiale, mentre Káto Arvanítes anche da 57 case e una chiesa parrocchiale. In totale entrambi i villaggi contano 683 abitanti, che conservano ancora tracce delle loro origini straniere nella loro parlata. [...] Gli abitanti producono vino, miele buonissimo, una specie di formaggio che, come sappiamo da tempo, si trova solo in Albania, catrame e bitume. Si occupano anche di zootecnia.''

  5) ''Σαμιακα (τέταρτος τόμος)'' [= Storia di Samo, volume quattro] di Epaminondhas Stamatiadhis (1886), pagina 25:

  "Il villaggio di Leka. Il primo abitante, secondo la tradizione, fu un albanese [arvanitas] del Peloponneso, che si chiamava Lekas ​​[Lekë]. Insieme ad altri si trasferì nell'isola di Samo per sfuggire alle persecuzioni dei turchi e abitò nel villaggio che da allora prese il suo nome.

  📷 FOTO: mappa dell'isola di Samos che mostra l'ubicazione di entrambi i villaggi albanesi e del villaggio di Léka.