mercoledì 27 ottobre 2021

IL "PASS" CONTRO I CRISTIANI DEL 250 dc DELL'IMPERATORE ROMANO MESSIO QUINTO DECIO.


Decio viene definito in una iscrizione come restitutor sacrorum, cioè restauratore della corretta religiosità pagana.

Nell’aprile del 250, l’imperatore Messio Quinto Decio emana un provvedimento di legge unico nella storia.

Con l’appoggio della popolazione pagana e verosimilmente sollecitato dalla banca ebraica in un momento di gravissima crisi dell’erario statale, ordinò attraverso un editto imperiale a tutti i cittadini, di compiere atti di culto idolatrico alla presenza di commissioni governative, in cambio, al suddito viene consegnato un libellum da lui stesso sottoscritto: un certificato di buona condotta religiosa, una dichiarazione di "ortodossia" che gli permette di circolare liberamente per l'impero.
Fu una sorta di grande censimento religioso di tutta la popolazione; chi si fosse rifiutato sarebbe stato giustiziato.

Questo editto aveva lo scopo non dichiarato di isolare ed identificare i Cristiani, benché non li nominasse direttamente.

Molti furono i casi di apostasia tra i cristiani (come riportano Ippolito, Origene, Tetrulliano), le Chiese subirono una vera e propria scissione. La Chiesa ricostituita sarà erede anche di questa frattura intestina. Piuttosto, non si sa di defezioni da parte delle comunità ebraiche: se non erro, furono gli stessi a giurare fedeltà a Cesare di fronte a Ponzio Pilato.

La persecuzione di Decio fu, in moltissime regioni, ma soprattutto a Roma ed in Africa, opera più del popolo che dell’autorità romana, benché la direttiva che spinse i magistrati ad agire fosse partita proprio dall’imperatore.
La  follia collettiva toccò il parossismo, il vicino di casa denunciava quello della porta accanto e la pressione fu maggiore in alcune province e meno in altre. Più la violenza a danno delle comunità cristiane si esacerbava, più esse si rafforzavano e incontravano nuovi proseliti. La carneficina terminò di punto in bianco dieci anni dopo con l’editto di Gallieno, e riprese a singhiozzi legislativi, inaspettatamente, con Diocleziano, sempre nei momenti di maggior difficoltà per il fisco, fino a scomparire del tutto con Costantino I, il quale attuò una dirompente riforma finanziaria che avrebbe reso l’erario statale più indipendente da agenzie terze.

Questa fu l’ultima persecuzione anticristiana ad essere diretta contro di loro solo indirettamente, senza nominarli espressamente: da Valeriano in avanti gli imperatori, consci del fallimento di Decio, non commisero più lo stesso errore e si volsero a colpire la Chiesa senza servirsi di formulazioni ambigue.

(@GiuseppeCapparelli)🔯🔥

https://t.me/DerekRasTafarI