mercoledì 19 giugno 2024

ELEMENTI TOPONOMANSTICI E LINGUISTICI:

 

₪₪卐₪₪ ILIRIA E MADHE ₪₪卍₪₪

La connessione illirica del Sud Italia ha un più solido fondamento nello studio del materiale linguistico, e cioè la toponomastica, le antiche iscrizioni messapiche e la moderna lingua albanese.

Non voglio elencare tutti i nomi di regioni, di città, di fiumi, di monti e di persone rintracciati da diversi studiosi sulle due sponde del Mare Adriatico. Mi limiterò, anche per ragioni di brevità, a notare i nomi che hanno più chiaro significato per le coste dell'Adriatico meridionale e per i rapporti tra la regione pugliese e quella albanese, non mancando di qualche esempio calabrese e siciliano.

Fin dalla metà del VI sec. a.C., Ecateo di Mileto conosceva due lapigie, una in Italia (meridionale) e l'altra nell'Illirico. Lo storico Teopompo (IV sec. a.C.) asseriva che il Mare Ionio aveva preso il nome da un re illirico, Jon e anche una parola Albanese che significa nostro, per cui "Mare Jonio", "Deti Jon" denota "il nostro mare".

Il nome del promontorio Gargano ha riscontro nell'antica città di Gargara dell'Epiro; quello dei Calabri della penisola salentina, nella tribù dei Galabroi della Dardania illirica; lo stesso nome di Salentini viene dal Salluntum illirico, un'antica regione balcanica in gran parte corrispondente all'odierna Albania, con zone del Montenegro e della Slovenia.

Il nome di Bari deriva dal condottiero illirico Barione che, assieme ai suoi uomini e a un gruppo di fanciulle, popolò e rese prospera la città, lasciando traccia delle sue gesta nel nome.

Brindisi deriva da voci illiriche: brendion (in Brundisium) e bri (corna) che dà il nome alla città di Brindisi, lo ritroviamo anche in moltissimi termini del nord Italia (Brenta, Brescia, Bressanone) a conferma dell'estensione che la cultura illirica ebbe nell'Europa e nell'Italia di quei tempi.

Barletta è segnata sugli itinerari col termine Bardulis, e Bardilli era un re illirico ai tempi di Filippo II di Macedonia. Il termine deriva dall'antico titolo nobiliate Bardh Ylli che in albanese significa Stella Bianca. I Barleti sono anche un'antica famiglia nobile albanese che guarda caso si rifugiarono nella zona di Barletta durante l'occupazione ottomana dei Balcani e molti sono gli Arbëresh che portano il cognome Barletta.

Bitonto, se non può confondersi col Butrinto dell'Albania, trova riscontro in un Bouton illirico. Plinio colloca i Dirini nella Peucetia, abitanti di una Dirium che si localizza presso Monopoli: Dirinum si nominava un fiume illirico. Genusia presso Taranto, ha lo stesso nome del fiume Genusus nell'Epiro. Nella Daunia, Cerignola è certamente la Kerallika di Diodoro (XX, 26), e quindi in rapporto coi Kerauliani dell'Albania (Acro-cerauni); le località di Larinum e Geronium rispondono ai nomi di Laríun e Geronium dell'Epiro settentrionale (Caonia = Albania meridionale).

Nella Lucania, ai confini dell'Apulia, Venosa presenta la fons Bandusiae e la valle di Aulon di fama oraziana (Odi, II, 6. 18): la forma Pandosia nel Bruzio, sul Crati, coincide con la Pandosia dell'Epiro, e la città di Aulon è la moderna Valona. I Bruzi parlavano una variante dell'osco e illirico, insediamenti in periodi più antichi fornivano notevoli elementi illirici. Il termine Bruzi è simile all'etnonimo illirico Brentii da *brentos (cervo).

La città di Bantia (Banzi) si identifica con la Bantia del nord Epiro; Acheruntia (Acerenza) con Acheron fiume dell'Epiro, Amantia sulle coste del Bruzio con l'Amantia della Caonia albanese, e infine il fiume Butrotus presso Locri con la nota Butroto albanese. Tra i nomi propri, il gentilizio dei Dasi ritorna sotto forma di Dazos sulle monete di Apollonia e di Epidamno (Durazzo).

I Choni che si identificano con i Caoni dell'Albania meridionale furono un'antico popolo della Calabria, stanziato indicativamente nell'area settentrionale dell'attuale Provincia di Crotone. Erano probabilmente una popolazione di stirpe enotra stanziata nell'area prima della colonizzazione ellenica. Sugli Enotri il glottologo e linguista italiano Giacomo Devoto ne ipotizzò un'origine balcanica proto-Illirica per le somiglianze linguistiche e culturali.

Come esempio siciliano possiamo citare il tempio di Segesta, un tempio in stile Dorico dell'antica città di Segesta sito nell'area archeologica di Calatafimi Segesta, comune italiano della provincia di Trapani in Sicilia. Lo stile Dorico è uno stile di origine illirica che si diffuse nella penisola Balcanica e nell'odierno Sud italia dopo le cosìdette "invasioni" Doriche, in particolare i Segestani, stanziati in questa zona della Sicilia, erano una popolazione illirica che viveva nell'attuale Croazia attorno alla città di Segestica (la moderna Sisak).

È ovvio che una coincidenza così perfetta e così numerosa, come quella che abbiamo elencata, non può spiegarsi come un fatto casuale.

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