giovedì 16 gennaio 2025

HAILE SELASSIE AL PRESIDENTE DELL'INDIA 1965

 

📜 Discorso del Re dei Re Haile Selassie per il conferimento della laurea honoris causa al presidente dell'India Sarvepalli Radhakrishnan, 13 ottobre 1965.

🌿 "In occasione della visita di Vostra Eccellenza nel Nostro Paese, è per Noi un piacere speciale riceverLa in questa istituzione dedicata alla ricerca della conoscenza e della verità. È del tutto appropriato che Vostra Eccellenza sia al centro di questa occasione, poiché Vostra Eccellenza si è dedicata a questa causa fin dalla Sua giovinezza. Il Suo notevole conseguimento dell'augusto grado di Professore alla giovane età di ventotto anni, il Suo costante impegno nel perseguire la conoscenza e i numerosi libri che sono usciti dalla Sua penna, ne sono testimonianza.

Oggi più che mai l'uomo realizza il legame di unità che esiste all'interno della razza; si sforza di impiegare la conoscenza e la saggezza accumulate nel corso dei secoli. Sta impiegando la scienza e la tecnologia moderne; sta raccogliendo i benefici, per quanto limitati, dell'unità politica ed economica; e in tal senso, sta trascendendo le barriere secolari che hanno diviso la razza per così tanto tempo e si sta sforzando di riflettere sul benessere non solo di se stesso e del suo prossimo immediato, ma anche sul benessere di tutta la razza umana. Questo sforzo è in armonia con lo spirito dei mistici di epoche passate "...nelle tradizioni mistiche delle diverse religioni abbiamo una notevole unità di spirito. Qualunque religione possano professare, sono parenti spirituali. Mentre le diverse religioni nelle loro forme storiche ci legano a gruppi limitati e militano contro lo sviluppo della lealtà verso la comunità mondiale, i mistici hanno sempre sostenuto la fratellanza dell'umanità", così ci ha insegnato Vostra Eccellenza. E nello sforzo di realizzare questo insegnamento per perseguire la verità - per promuovere quei legami comuni alla razza umana - Vostra Eccellenza ha dedicato tutta la sua vita. Per liberare la razza umana dalla superstizione e dalla paura che hanno origine dall'ignoranza; per consentirgli di trascendere gli ostacoli apparenti di razza e religione; e per aiutarlo a riconoscere i legami di sangue dell'intera razza umana, Vostra Eccellenza ha lavorato. A questa generazione, così tormentata tra la conoscenza moderna e la fede antica, i suoi scrupolosi studi hanno indicato la via attraverso cui l'uomo può essere salvato dalla superstizione tradizionale e dallo scetticismo moderno. Se i pensieri di Platone e Socrate, le credenze del Cristianesimo e dell'Ebraismo non fossero in armonia con la filosofia indù; se lo Yoga e le sue varie fasi non fossero esposti al pensiero occidentale; se la religione e la filosofia occidentali non fossero state esposte alla filosofia e alla religione dell'Oriente attraverso lo sforzo persistente di Vostra Eccellenza, quanto più povero sarebbe stato il pensiero umano!

Nella storia della razza umana, quei periodi che in seguito sono apparsi grandiosi sono stati i periodi in cui gli uomini e le donne che ne facevano parte avevano trasceso le differenze che li dividevano e avevano riconosciuto nella loro appartenenza alla razza umana un legame comune. Lo sforzo costante di Vostra Eccellenza di sfidare questa generazione a trascendere le sue differenze, a riconoscere il suo legame comune e a lavorare verso un obiettivo comune ha senza dubbio reso questa epoca gravida di grandezza. È, quindi, in riconoscimento di queste fatiche che Noi, con ineguagliabile piacere, concediamo a Vostra Eccellenza il grado di Dottore in Lettere, honoris causa."

📷 Foto: Aeroporto internazionale Haile Selassie di Addis Abeba. Il Re dei Re Haile Selassie dà il benvenuto a Sua Eccellenza Dr Sarvepalli Radhakrishnan, Presidente dell'India.

mercoledì 15 gennaio 2025

ALBANIA TARANTINA

 

🌿 Gli storici usano il termine di "Albania Tarantina" per riferirsi ad un'area a sud di Taranto che apparteneva all'Albania Salentina nella storica provincia di Terra d'Otranto e nella quale si trovavano insediamenti di soldati e profughi albanesi durante l'occupazione ottomana dei Balcani nel Medioevo.

📷 Nella mappa: Ubicazione approssimativa dell'Albania Tarantina tra il 1470 e il 1540.

L'Albania Tarantina comprendeva 14 insediamenti:
Il primo insediamento albanese fu Faggiano prima del 1470. 
Nel 1514 famiglie albanesi provenienti da Fragagnano fondarono l'insediamento di Montisparani (oggi: Monteparano). 
Nel 1517 furono fondati Carosino e San Crispieri (oggi frazione di Faggiano) e nel 1518 Monteiasi. 
Nel 1519, il capitano Stratiote Lazzaro Mattes (o Lazaro Mathes) ricevette i “Casali” per i suoi servizi alla corona di Carlo V, re di Napoli (1504–1516). 
Roccaforzata, San Martino (estinto) e Belvedere (estinto) con il privilegio di farli insediare da suoi connazionali. 
Montemesola venne edificata intorno al 1520, seguita da San Giorgio nel 1524.
San Marzano (oggi: San Marzano di San Giuseppe) nel 1530 e Civitella nel 1540. 
Altri insediamenti furono Fragagnano e Mennano (già estinto nel 1578) con la Cappella Santa Maria della Camera.

Albanesi abitavano anche a Castellaneta, Martina Franca, Monacizzo, Mottola, Mutunato (oggi a circa 3 km da Avetrana) e Palagiano.

Gli albanesi portarono con sé dalla nativa Albania, nella loro nuova patria, non solo la lingua albanese, i loro usi e costumi, ma anche la loro religione Cristiana Ortodossa.

A causa delle persecuzioni dei Cattolici le comunità dell'Albania Tarantina furono costrette ad abbandonare l'Ortodossia convertendosi al cattolicesimo nei primi due secoli sotto la pressione dell'arcivescovo di Taranto, Lelio Brancaccio.

lunedì 13 gennaio 2025

INCENDI L.A. E RESET AGENDA 🔥📺 🐑🐑

 

È ormai chiaro per chi da anni segue le vicende mondiali con l'occhio aperto senza essere condizionato dai media di regime, che ciò che sta accadendo o è accaduto in tutto il mondo, tra guerre, finti firus, obbligo peraccinale mortale e falsi incendi, segue delle dinamiche dettate dal regime mondiale. Basta leggere i piani dell'AGENDA 2030 dove tutto è palesemente messo in bella vista.

Gli incendi di Los Angeles sono di preciso stati indotti con Armi ad Energia Diretta (DEW) esattamente come avvenne per gli incendi degli anni passati. Le dinamiche sono le stesse; in molte zone gli incendi hanno toccato in maniera chirurgica solo alcune abitazioni e fattorie ma non le zone delle piante appena intorno l'abitazione, e si trovano sparse vicino agli incendi diverse automobili liquefatte. Gli incendi quindi non sono dovuti a problemi sull'impianto elettrico, o a incendi di tipo boschivi o al caldo per il fantomatico cambiamento climatico, ma provocati con Armi ad Energia Diretta durante la notte.

Los Angeles è tra quelle città che entro il 2030 devono diventate "città green" ad alta densità popolativa. Come aveva dichiarato Soros qualche mese fa dicendo che Los Angeles entro il 2030 diventerà una città senza auto private a edifici plurifamiliari. Infatti le zone interessate dagli incendi appartengono a una categoria che da monofamiliare devono essere sostituite da grattacieli e abitazioni plurifamiliari così come è previsto nel programma dell'Agenda 2030 per Los Angeles.

venerdì 10 gennaio 2025

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI 👑

 

🌿 11 gennaio, Commemorazione dei bambini uccisi a Betlemme per ordine del re Erode.

In questo giorno, nel secondo anno dell'avvento di Cristo, i bambini di Betlemme furono martirizzati.

Secondo la tradizione Ortodossa Tewahedo d'Etiopia i magi dall'oriente, seguendo la stella, arrivarono in Giudea due anni dopo la nascita di nostro Signore, prostrandosi a lui e consegnadoli i doni esattamente il 7 gennaio di due anni dopo la sua nascita, nel suo secondo compleanno.

Arrivati a Gerusalemme il re Erode chiamò segretamente i Magi e si fece dire da loro da quanto tempo era apparsa la stella. Li mandò così a Betlemme dicendo loro: "Andate e cercate attentamente il bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch'io venga ad adorarlo". Quando i magi furono entrati nella casa, videro il Bambino con Maryam, sua madre, e si prostrarono e lo adorarono. Quando ebbero aperto i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. Quando stavano per tornare da Erode, l'angelo del Signore li avvertì in sogno di non tornare da Erode e di partire per il loro paese per un'altra via. Quando se ne furono andati, l'angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe dicendo:

"Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avrò portato la notizia, perché Erode cercherà il bambino per ucciderlo".

Giuseppe si alzò, prese il bambino e sua madre di notte e partì per l'Egitto, e vi rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta, dicendo:

"Fuori d'Egitto ho chiamato mio figlio". (Matteo 2:7-15) e (Osea 11:1)

Allora Erode, quando si vide ingannato dai magi, si adirò molto; e mandò a uccidere tutti i bambini maschi che erano a Betlemme e in tutti i suoi distretti da due anni in giù, secondo il tempo determinato dai magi. L'intenzione di Erode era quella di uccidere il Bambino Gesù per paura che diventasse re al posto suo. Si diceva che Erode avesse progettato di raggiungere il suo obiettivo malvagio, inviando degli inviati a Betlemme e in tutti i suoi distretti dicendo: "Per ordine di Cesare tutti i bambini di due anni e meno dovevano essere contati". Raccolsero 144.000 bambini dalle mani delle loro madri. Erode pensava che Gesù fosse tra loro. Allora il re Erode mandò un comandante con mille soldati, che in un giorno massacrarono tutti quei bambini su una delle montagne. Allora si adempì ciò che era stato detto dal profeta Geremia dicendo:

"Si udì una voce in Rama, lamento, pianto e un grande lutto. Rachele piange i suoi figli, rifiutando di essere consolata, perché non sono più". (Geremia 31:15-16)

Perché Betlemme è imparentata con Rachele, e i bambini furono uccisi vicino alla sua tomba, che si trova vicino a Betlemme (Genesi 48:7).

San Giovanni Evangelista disse nell'Apocalisse di aver visto sotto l'altare le anime di quei bambini che erano stati uccisi per la parola di Dio e per la testimonianza che avevano tenuto. E gridarono a gran voce dicendo:

"Fino a quando, o Signore, santo e veritiero, non giudicherai e vendicherai il nostro sangue su coloro che abitano sulla terra?"

A ciascuno di loro fu data una veste bianca; e fu detto loro che avrebbero riposato ancora un po', finché fosse completato il numero dei loro conservi e dei loro fratelli, che sarebbero stati uccisi come loro". (Apocalisse 6:9-11)

San Giovanni disse anche che il nuovo cantico che cantavano le quattro creature viventi e gli anziani, nessuno poteva imparare se non i 144.000 che erano stati redenti dalla terra, che non erano contaminati con donne perché erano vergini. Essi seguono il Signore (l'Agnello) ovunque vada, e Lui asciuga ogni lacrima dai loro occhi. (Apocalisse 14:3-4)

Beati loro, e benedetti i grembi che li hanno portati. Possa la loro intercessione essere con noi e Gloria al nostro Signore, ora e per sempre. Amìn.

giovedì 9 gennaio 2025

SANTO STEFANO 👑

 

Auguri a tutti i STEFANO 💚💛❤

La Chiesa Ortodossa Etiopica Tewahedo venera la memoria di uno dei primi diaconi e il primo martire cristiano in questo primo giorno di Tir, essendo il 9 gennaio del calendario occidentale, essendo Santo Stefano.

Negli Atti degli Apostoli il nome di santo Stefano ricorre per la prima volta in occasione della nomina dei primi diaconi (At 6,5). Sette uomini furono scelti e appositamente ordinati dai Santi Apostoli per prendersi cura del sollievo temporale dei membri più poveri della comunità cristiana.  Di questi sette, Stefano è il primo menzionato e il più conosciuto.

Nella foto, il Re dei Re Haile Selassie a Roma presso la Chiesa di Santo Stefano degli Abissini. (23 dicembre 1973)

 "...essendogli stato detto che la Chiesa di Santo Stefano era lì vicino, disse che voleva vederla.  Anche se era già anziano e aveva le gambe deboli, rifiutò il trasporto in automobile e fece il tragitto dal Collegio (Pontificio Collegio Etiope in Vaticano) alla Chiesa a piedi, proprio come un pellegrino.  Entrando in chiesa, si inchinò profondamente e, stando in piedi come aveva fatto nella Cappella del Collegio, recitò alcune preghiere a bassa voce.  Ha espresso grande soddisfazione per aver potuto visitare un luogo sacro dove i monaci dell'Etiopia celebravano il loro culto religioso..."

sabato 4 gennaio 2025

VENERE AFRODITE 🌠

 

📷 L'incontro tra Venere e la Luna! 🌙⭐
Ieri sera i due corpi celesti sono stati visti molto vicini nel cielo dopo il tramonto, offrendo uno spettacolo meraviglioso visibile ad occhio nudo.
Stasera la Luna incontrerà Saturno. 🪐

🌿 Venere era il nome dato a questo pianeta dai romani mentre tra gli elleni era conosciuto come Afrodite. Entrambi questi popoli ne fecero una "dea".

L'origine etimologica dei due nomi del pianeta deriva precisamente dal linguaggio pelasgo-albanese, da quei divini pelasgi, primitivi astronomi e popolazione più antica d'Europa, i cui due rami maggiori in seguito formarono la popolazione ellenica nei Balcani e la popolazione romana in Italia.

Tra i primitivi pelasgo-albanesi questo personaggio, come tutti quelli che poi saranno fatti "dei", non era una figura umana ma semplicemente rappresentava un evento naturale, in questo caso astronomico, che in seguito venne corrotta e antropomorfizzata dagli elleni e dai romani tanto da farla diventare una dea.

Il termine Afrodite è ora ampiamente accettato come avente un'origine etimologica non greca ma più antica, essa infatti deriva esattamente dall'albanese AFËR DITA o AFRON DITËN che letteralmente significa "vicino al giorno" o "Il giorno si avvicina", ed è appunto il pianeta-stella che preannuncia la venuta del giorno (ma anche della sera)!

Venere infatti è chiamata "Stella del mattino" o "Lucifero" dai latini poiché si manifesta poco prima dell'alba, e quindi è il pianeta-stella più vicino al giorno, ma a volte preannuncia anche il tramonto.

Anche la stessa parola latina Venere deriva prerfettamente dall'albanese VËN RE, che letteralmente significa "si nota", ed è infatti quel pianeta che tanto brilla che si vede ad occhio nudo, che lo si nota subito ad occhio nudo e preannuncia il mattino!

La lingua albanese ha mantenuto perfettamente la radice del significato del nome di questo pianeta e divinità pre-ellenica e pre-romana, il che significa che esisteva già da prima dei greci e dei romani in quelle popolazioni primitive da cui direttamente discendono gli odierni Albanesi e Arbëresh.

DEREK 🔯🔥
https://t.me/DerekRasTafarI

BLOG SPOT ⬇️
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2025/01/venere-afrodite.html

giovedì 2 gennaio 2025

SAN TEKLE HAYMANOT 👑

 

🌿 Oggi commemoriamo la data di nascita di San Tekle Haimanot. Il grande Santo etiope della Chiesa Ortodossa Tewahedo d'Etiopia. Le sue preghiere siano con noi. Gloria a Dio per sempre.

Era figlio di un Sacerdote Ortodosso Etiopico che si chiamava Tsega Ze-Ab ("Dono di Dio Padre") e di una donna ricca e giusta che si chiamava Egzi'e Haraya ("Scelta di Dio"), anche conosciuta come Sarah. Entrambi amavano l'Arcangelo Michele e gli erano molto devoti.

Insieme, celebravano sempre la festa dell'arcangelo il dodicesimo di ogni mese. Dopo molti anni di preghiere e suppliche, un figlio, "Feseha Tzyon" (La gioia di Sion) nacque in questa famiglia, perché la madre di San Takla era sterile fino alla sua nascita.

Le notizie dell'Arcangelo Michele si adempirono quando disse a Tsega Ze-Ab, il padre di Feseha Tzyon, "Sarai il padre di un bambino che sarà un apostolo in Etiopia". I suoi genitori furono felicissimi della sua nascita e festeggiarono organizzando una festa invitando i poveri. Tre giorni dopo la sua nascita, lo Spirito Santo discese su Fesha Tzyon e il neonato aprì la bocca e disse: "Uno è il Padre Santo. Uno è il Figlio Santo. Uno è lo Spirito Santo".

Fin dall'infanzia, Feseha Tzyon compì molti miracoli. Uno di questi famosi miracoli avvenne all'età di diciotto mesi. Una carestia si era diffusa in tutta la terra della sua famiglia. Come risultato della carestia, Tsega Ze-Ab e sua moglie non avevano nulla per celebrare la festa del loro amato Arcangelo Michele.

Un giorno, mentre Fesha Tzyon veniva allattato, indicò il cesto della farina, che era completamente vuoto. La sua devota madre glielo portò e immediatamente quando toccò il cesto si riempì di farina. Un cesto dopo l'altro fu messo davanti a lui finché dodici traboccarono di farina. Poi decise di portargli il barattolo dell'olio. Fesha Zion mise la mano dentro il barattolo e fece il segno della croce. L'olio iniziò a riempire il barattolo. Da questo barattolo la madre versò l'olio in altri barattoli finché non ce ne fu abbastanza per la loro agape mensile per i bisognosi in onore dell'Arcangelo Michele.

 Quando aveva quindici anni, il suo reverente padre lo portò dal vescovo di Amhara, il vescovo Kyrillos, che ebbe una visione da Dio per ordinare Feseha Tzyon diacono. Come diacono continuò a compiere miracoli e iniziò a guarire i malati. Molti confessarono che era un dio, ma lui disse loro che solo l'Unico Vero Dio è degno di onore, lode e adorazione.

Un giorno, mentre era a caccia con gli amici, l'Arcangelo Michele apparve al diacono Feseha Tzyon e gli disse di dedicare il resto della sua vita a salvare le anime delle persone. L'Arcangelo gli disse inoltre che Dio gli avrebbe conferito la capacità di curare molte malattie, resuscitare i morti e scacciare gli spiriti maligni nel Suo Santo Nome. Fu allora che l'Arcangelo Michele cambiò il suo nome in Takla Haymanot, che significa "Pianta del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo".

San Takla tornò a casa e distribuì tutto il suo denaro tra i poveri. Poco dopo, il vescovo Cirillo lo ordinò sacerdote di Shewa (Shoa). San Takla concentrò la sua attenzione sul benessere spirituale di coloro che lo circondavano. Predicò il Santo Vangelo del pentimento e del perdono dei peccati. Guarì continuamente i malati e compì molti miracoli. Come risultato della santità di quest'uomo, molti si convertirono al cristianesimo.

Scacciò gli spiriti maligni, scacciò i demoni, convertì i re. San Takla ricevette molti doni dal Signore. Resuscitò i morti e poteva predire gli eventi e dire silenziosamente vere profezie. Lavorò tra i compiti più difficili nei monasteri in cui dimorò con gratitudine. Sfuggì a ogni lode. Condusse continuamente una vita di devozione: digiunando, pregando, cantando e inginocchiandosi davanti al Signore Gesù Cristo.

Tekle Haymanot è spesso rappresentato come un anziano con sei ali sulla schiena in piedi su una gamba con l'altra gamba staccata.

Una delle storie più famose legate a questo santo è quella della sua dimora nel monastero di Abba Aragawi in cima a una montagna molto alta e ripida. Dopo aver vissuto per un po' di tempo in questo remoto monastero, un angelo del Signore apparve a San Takla e gli disse di scendere alla base della montagna e di dimorare in una grotta che si trovava lì. Salutò l'abate del monastero e i monaci, chiedendo loro preghiere e iniziò la sua discesa dalla cima dell'imponente montagna. Come era consuetudine, i monaci legarono il santo con una corda per aiutarlo nella discesa dalla cima della montagna. La corda si spezzò all'improvviso e i monaci temettero il peggio. Immediatamente e miracolosamente, sei ali apparvero dal santo e lo portarono in volo sano e salvo alla base della montagna. Da quel giorno Teklahaimanot volò avanti e indietro a Gerusalemme sopra le nuvole come un aeroplano.

Egli passò l’ultima parte della sua vita mortificando il corpo, visse in una cella larga solo il necessario per ospitarlo in posizione eretta. Sulle pareti della cella erano posizionati due pioli che non gli consentivano né di appoggiarsi né di sedersi.

Vissuto per venti anni in queste estreme condizioni perse l’uso di una gamba ma egli continuò a stare su una sola gamba per altri sette anni.

Negli anni '50 del Novecento, il Re dei Re Haile Selassie costruì una nuova chiesa nel monastero di Debre Libanos sul sito della tomba del Santo. Rimane un luogo di pellegrinaggio e un luogo privilegiato per la sepoltura di molte persone in tutta l'Etiopia.

"Quando due anni fa abbiamo posto in questo monastero di San Tekle Haimanot la pietra angolare di questa chiesa, avevamo espresso la speranza che sarebbe stata volontà di Dio consentirci di assistere alla sua esecuzione. Così l'Onnipotente che può realizzare ogni cosa e concedere tutto ciò che Gli viene chiesto ci ha consentito di vedere il completamento dell'opera. Come possiamo rendere la nostra gratitudine a Dio se non ringraziandolo?

È autentico che il santo etiope Tekle Haimanot fosse il discepolo di Cristo che, osservando l'osservazione di San Paolo, "chi ci separerà dall'amore di Cristo? afflizione o angoscia o persecuzione o fame o nudità ..... ?", ha adempiuto ai suoi doveri divini, ha fatto e reso diversi sacrifici e servizi. Molti sono i monasteri che devono la loro esistenza a lui, e innumerevoli sono quelli che sono stati istruiti dai suoi discepoli. A causa dei servizi resi da lui e da persone sante come lui in un momento in cui l'Etiopia era gravemente minacciata da un'invasione pagana e islamica, questo paese è diventato noto come un'isola del cristianesimo.

Approfittando di questa occasione, vorremmo consigliare ai vescovi e agli educatori della chiesa etiopica di seguire l'esempio di San Tekle Haimanot, dedicarsi a questo grande ideale e non risparmiare alcuno sforzo nel lavorare e far lavorare gli altri per la propagazione della fede cristiana. Un fratello non può essere di servizio più prezioso per il suo fratello che in questo.

Anche noi abbiamo pregato Dio di permetterci di costruire questa chiesa secondo linee moderne. Ringraziamo veramente l'Onnipotente per aver ascoltato la nostra preghiera e aver realizzato il nostro sogno.

Ringraziamo sinceramente il consiglio al quale, sotto il nostro padre spirituale Sua Santità Abuna Basilios e il nostro amato figlio, il principe ereditario Merid Azmatch Asfaw Wossen, in qualità di presidente, abbiamo affidato il compito di supervisionare ed eseguire il lavoro, e che di conseguenza ha svolto il suo compito con successo. Lasciamo inoltre la responsabilità di assicurare il futuro mantenimento e la conservazione della Chiesa al presidente e ai membri del consiglio.

Preghiamo che l'Onnipotente conceda la sua benedizione e la grazia divina a tutti coloro che sono riuniti in questo monastero nel nome del Santo." (Haile Selassie, Re dei Re, Luce del mondo, Dedicazione della chiesa di Debre Libanos 18 novembre 1962) 🌿👑🦁🌿

venerdì 27 dicembre 2024

LA ROCCIA E IL FARO KAPARELLI 🪨💡🕯🪔

 

L'isola di Corfù è la più occidentale di tutte le isole balcaniche, situata difronte il sud dell'Albania, identificata, forse appunto per questa sua posizione eccentrica, con l'omerica isola di Kerkyra, l'isola dei Feaci un popolo di navigatori della mitologia, di cultura diversa e, per alcuni aspetti, contrapposta a quella dei Greci. I Feaci erano un'antica tribù albanese, furono resi famosi nell'Odissea di Omero per aver aiutato Ulisse quando fu portato a riva dopo aver fatto naufragio e per averlo aiutato a tornare a casa. 

Abitata dai primordi da una popolazione albanese - aveva anticamente il nome Pelasgo-Albanese di DRAPËRI che significa falce a causa della sua forma - e sede, di tribù doriche. Ha fatto parte del regno delle tribù albanesi d'Epiro, e successivamente ha fatto parte dell'Impero Romano e dopo dell'impero bizantino facendo parte del despotato D'Epiro che era un regno albanese. Successivamente ha fatto parte del dominio Veneziano, i documenti Veneziani parlano di una maggioranza di popolazione albanese di religione Cristiana Ortodossa.

Nel 1912, il moderno stato Greco non rispettando gli accordi la strapò all'Albania e conquistò una parte dell'Albania meridionale firmando un altro accordo con la Serbia per spartire i territori albanesi. Storicamente l'isola è sempre stata popolata da una popolazione albanese come lo è sempre stato tutto l'Epiro.

A nord-est dell'isola di Corfù, un tempo in territorio albanese, si trova un piccolo isolotto roccioso chiamato "Kaparelli Rock" o "Preisteres", ovvero la Roccia Kaparelli, dall'albanese GURI KAPARELLI ovvero "La Roccia dalla Prima Stella"; mentre Peristeres significa "colombe". Sull'isolotto vi è un faro chiamato "Kaparelli Light", Luce Kaparelli, "La Luce dalla Prima Stella".

Una luce fu esposta sull'isolotto roccioso già nella tarda antichità e poi riposizionata nel 1828. Fu uno dei primi fari costruiti dopo la rivolta d'indipendenza degli Arvaniti.

Il faro fu ricostruito dagli inglesi durante il loro dominio sulle Isole Ionie. La prima luce potrebbe essere stata una semplice colonna che reggeva un faro. Segnalava l'ingresso nello stretto passaggio tra Corfù e la terraferma. Nel 1872 il faro fu posto su una robusta torre in pietra. Purtroppo l'antico faro è oggi in rovina a causa dei terremoti e degli attacchi dei bombardieri tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. Tuttavia, viene mantenuto un piccolo faro moderno sul sito.

Kaparelli Light è una destinazione importante per le navi dirette a sud del Mare Adriatico. La costa albanese è visibile in lontananza. Le acque turbolente intorno all'isolotto erodono costantemente le sue coste. Gli intensi temporali dell'isolotto Kaparelli hanno ispirato "L'isola tempestosa" di Prospero in Shakespeare "La Tempesta".

Il sito è accessibile solo con barca privata ed è pericoloso visitarlo. È anche un'ambita meta dei sommozzatori esperti che amano esplorare i fondali intorno all'isolotto.

domenica 22 dicembre 2024

CONCEZIONE DELLA MADRE DI DIO 👑

 

🌿 Fa festa oggi tutta la terra per la concezione di Anna, avvenuta in Dio: essa ha infatti concepito colei che oltre la ragione ha concepito il Verbo.

Secondo la tradizione antica della Chiesa Ortodossa, dal momento che sant'Anna era sterile, insieme a suo marito Gioacchino rimasero senza figli fino alla vecchiaia. Continuamente addolorati dalla mancanza di figli pregarono Dio con la promessa che, se avesse concesso loro il frutto del grembo, lo avrebbero offerto a lui come dono. E Dio, ascoltando la loro supplica, li ha informati tramite un Angelo sulla nascita della Vergine. E così, attraverso la promessa di Dio, Anna concepì secondo le leggi della natura e fu ritenuta degna di diventare la madre della Madre di nostro Signore.

Oggi sono sciolti i vincoli della sterilità poiché Dio, esaudendo Gioacchino ed Anna, promette loro che, contro ogni loro speranza, genereranno la divina fanciulla, colei dalla quale egli stesso, l'incircoscrivibile, divenuto mortale, è stato partorito; Lui che, mediante un angelo, ha comandato di acclamare a lei cosi: Gioisci piena di grazia, il Signore è con te.

sabato 21 dicembre 2024

DEMETRA 🌍❄

 

Oggi è il primo giorno di inverno.

La figura di Demetra deriva dall'antica mitologia pelasgo-albanese.

Tra i primitivi pelasgo-albanesi questo personaggio, come tutti quelli che poi saranno fatti "dei", non era una figura umana ma semplicemente rappresentava un evento naturale che in seguito venne corrotta e antropomorfizzata dagli elleni tanto da farla diventare una dea.

📜 Platone nel Cratilo raccomanda vivamente agli scrittori suoi contemporanei: "di trovare la derivazione degli elleni vocaboli nella lingua dei barbari, dalla quale gli elleni molte parole avevan preso."

Questi "barbari" erano i pelasgi-albanesi, i così detti pre-elleni che abitavano la Dardania, l'Epiro e la Macedonia, anticamente diffusi in tutta Europa.

📜 "In generale, il popolo greco ha la tendenza a etimologizzare arbitrariamente nomi di origine straniera."(Ioannis Kakridis)

📜 "Molti nomi, anche nella mitologia greca, non sono di origine greca e altri sono stati grecizzati in modo imperfetto." (Arthur Evens, Scripta Minoa II, 1952, c.67)

Il nome della dea Demetra dea dell'inverno e madre della terra deriva infatti dalla lingua primitiva pelasgo-albanese, ritracciabile nelle parole DIMËR, DIMRI e DIMRIT, tutte parole che denotano inverno.

Demetra era anche la "Madre della Terra" che corrisponde perfettamente alle parole albanesi DHE che significa Terra e MITËR che significa utero, da ciò DHE MITËRA è appunto la "Madre della Terra".

Secondo la mitologia in seguito corrotta Demetra, figlia di Crono e Rea, è dea dell'INVERNO, MADRE DELLA TERRA e dea della natura, dei raccolti e delle messi, del grano e dell'agricoltura, responsabile del ciclo delle stagioni, della vita e della morte.

Dalla sua unione con Zeus nasce Kore. Un giorno Kore si trova, insieme ad altre fanciulle figlie di Oceano, sulle sponde del lago di Pergusa, ai piedi del monte su cui sorge la città di Enna in Sicilia, intenta a raccogliere fiori, quando Ade, dio dell'oltretomba se ne invaghì e la sceglie come consorte per il suo regno, col benestare di Zeus. È così che la terra si apre per permettere al dio di rapire la giovane e di condurla nel regno dei morti. 

Il nome di Ade, dio dell'oltretomba, che vive sotto terra, deriva anch'esso dall'albanese HA DHE, che letteralmente significa "mangia terra" ed è un altro modo per indicare la morte, che corrisponde perfettamente al modo di dire inglese "to bite the dust", che appunto significa morte.

Demetra si dispera per la perdita della figlia ma non si rassegna, cercandola in lungo e in largo per giorni, senza risultati. Quando Hermes le rivela come sono andate le cose e chi sia il responsabile del suo dolore, la dea "Madre della Terra", furiosa, reagisce provocando un lungo INVERNO, che blocca la crescita delle messi e i raccolti.

🌿 "Le prime parole dell'Iliade, gli elementi iniziali della teogonia greca, questi nomi degli dei sono quasi sempre ben interpretati dalla lingua albanese"! (Evlogios Kouririlas il Lavriotis Metropolita di Korça) 🇦🇱

📷 Nella foto una delle più antiche statue di Demetra con la tipica acconciatura di capelli ancora oggi usata dalle donne albanesi che si chiama "Rrfanat".