Viviamo in tempi di completa incomprensione e completa perversione, anche delle parole, in cui ogni cosa che si spiega da sé è considerata ignoranza e ogni cosa genuinamente ortodossa è catalogata come oscurantismo. Invece ogni miseria del nuovo ordine è divinizzata come progressismo illuminato.
Antonio il Grande una volta disse che la pazzia avrebbe prevalso e quando le persone avrebbero visto qualcuno ragionevole lo avrebbero attaccato come un pazzo, perché non era come loro. A volte, aggiungiamo, dove l'illusione e la mancanza di rispetto hanno prevalso così profondamente, che i pochi devoti rimasti saranno volgarmente calunniati e spudoratamente perseguitati come "problematici".
In questo mondo alla rovescia, non sorprende l'accanimento di gran parte dell'establishment ecclesiastico nei confronti del venerabile Metropolita Serafim di Citera. Forse l'unico vescovo rimasto nella terra di Grecia a testimoniare una testimonianza autenticamente ortodossa (ancora più grande è la sua solitudine, dopo la morte di Kosmas di Etoloakarnania, un altro rispettato ecclesiastico che è stato tanto calunniato anche dopo la sua morte dalla fogna politica e giornalistica).
E intendiamo ortodosso non nelle teorie, non nei sussurri, ma attraverso molte azioni: l'unico vescovo che si è opposto per anni all'avanzata dell'ecumenismo,
L'unico che ha preso una posizione chiara (e non vanagloriosa) sulla questione del riconoscimento della falsa chiesa ucraina, l'unico che ha protestato con continui interventi presso il Santo Sinodo sia sulla blasfemia delle chiese chiuse sia sulla questione dei vaccini (soprattutto per quanto riguarda le sue implicazioni spirituali). Davvero l'unico - mentre alcuni altri predicatori sono stati messi a tacere, alcuni ex... leoni hanno venerato la bestia (e non solo venerato, ma sono diventati ancora più reali del re - anticristo). E solo i vili e le iene" sono rimasti a infierire contro il pio vescovo Serafim per la sua confessione di fede.
Restiamo di fianco al grande confessore dei nostri tempi di apostasia il Vescovo Serafim di Citera.
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