sabato 29 maggio 2010

I Dieci Comandamenti nella Tradizione Ortodossa.


Noi siamo abituati a parlare di «dieci comandamenti». La Bibbia invece preferisce il termine «parola», meno legalista e più tradizionale. Queste dieci parole si chiamano abitualmente «Decalogo».

Dio stesso diede a Mosè questa Legge stipulando unalleanza con gli uomini dove Dio s’impegna a proteggere il suo popolo, difendendolo dalle insidie del male, donandogli felicità, Illuminazione e Consapevolezza, donandogli terra fertile per far crescere ogni frutto e avere sempre abbondanza e amore. Il popolo a sua volta s’impegna a rispettare la Sua legge e a metterla in pratica per avere così la vita eterna.

Ecco la Parola:

1. Io sono il Signore, tuo Dio: non avrai altri dei di fronte a me.

2. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai.

3. Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio.

4. Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato - giorno del riposo - in onore del Signore, tuo Dio.

5. Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.

6. Non uccidere.

7. Non commettere adulterio.

8. Non rubare.

9. Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.

10. Non desiderare la moglie del tuo prossimo, non desiderare la casa del tuo prossimo... né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.

Il Decalogo è il fondamento della fede di un solo unico vero Dio, Trinità consustanziale e indivisibile.

· Il primo comandamento, infatti, afferma che c’è un solo Dio.

· Il secondo comandamento riguarda l’idolatria. E’ molto importante ed è sempre attuale. In realtà, tutti abbiamo una forte tendenza a farci degli idoli, magari senza accorgercene.

Tutto può diventare idolo, passione, ossessione, anche una cosa che non ha niente di male in sé, se nel nostro cuore o nella nostra anima prende il posto che spetta soltanto a Dio e quindi ci allontana da lui.

Oggi, in generale, gli idoli non sono più degli oggetti, ma delle idee fisse, delle «ideologie» o delle ossessioni che l’uomo trasforma in ragioni di vita e che esercitano su di lui un potere assoluto: l’erotismo, la politica, il denaro, lo sport, la stessa scienza possono perciò diventare degli idoli.

· Il terzo comandamento ci proibisce di pronunciare il santo nome di Dio alla leggera. I&I osiamo invocare il nome glorioso e magnifico del Signore soltanto con timore, con fede e amore. Quando questo nome è pronunciato con ironia o con rabbia, o anche solo con indifferenza, si ha la bestemmia, che è un crimine contro la maestà divina.

· Il quarto comandamento ci ordina l’osservanza del Sabato in ricordo del settimo giorno nel quale Dio, finita la creazione, s’è riposato e ne ha fatto un giorno benedetto e consacrato.

· I comandamenti seguenti – onora il padre e la madre; non uccidere; non commettere adulterio; non rubare – rimangono il fondamento ineliminabile della condotta di coloro che vogliono vivere in pace con Dio e con gli uomini: rispetto della famiglia, rispetto della vita, rispetto dell’amore, rispetto della persona umana sono altrettante espressioni del rispetto dell’immagine di Dio nell’uomo, immagine che ne costituisce la grandezza.

· Il nono comandamento riguarda la falsa testimonianza , cioè la menzogna nella sua forma più grave.

· L’ultimo comandamento condanna la cupidigia e la gelosia e ordina il rispetto dei beni altrui.


Ecco come si presenta questa legge che ogni uomo che teme Dio deve osservare scrupolosamente, perché è il segno della sua fedeltà e della sua adesione a Dio.

La legge di Mosè ci è stata data come un pedagogo (come afferma San Paolo, Gal 3,24-25). Senza il fondamento della legge, saremmo simili a quell’uomo di cui parla IGZI’NE IYASUS KRESTOS (Nostro Signore Gesù Cristo), che aveva costruito la sua casa sulla sabbia: alla prima pioggia era crollata. Mentre colui che aveva scavato fino a trovare la roccia per dare alla sua casa solide fondamenta, non aveva nessuna paura, perché niente sarebbe riuscito a scuotere il suo edificio (Mt 7,24-27). Impegniamoci quindi a costruire anche noi la nostra vita sulla roccia dei Comandamenti.


«Cristo,

tu hai creato i cieli con la tua Sapienza,

e posto la terra sulle acque:

rendi sicuro il mio cuore

sulla roccia dei tuoi comandamenti…»



Benedizioni nel Santo Nome del Re dei Re.


venerdì 21 maggio 2010

La vera storia della Marijuana (2011 DOCUMENTARIO INTEGRALE)



Documentario di Massimo Mazzucco (LuogoComune)

Che cosa si nasconde dietro alla ossessiva, incessante e terrificante guerra alla droga? La realtà che si nasconde sotto la proibizione di questa pianta è qualcosa di assolutamente impressionante e sconvolgente, con una portata storica che condiziona in modo determinante la vita quotidiana di tutti noi. Compreso coloro che non hanno mai nemmeno visto uno spinello da vicino.

Conosciuta fin dall'antichità come pianta miracolosa, come sorella dell'uomo, come dono divino, la pianta di cannabis ha sempre rappresentato per l'uomo una preziosa fonte per la produzione di tessuti, di carta, di cibo e di materiale combustibile, oltre a fornire una vastissima gamma di rimedi medicinali.

Ma da un giorno all'altro questa pianta miracolosa è diventata il frutto proibito, la radice di
ogni male, la fonte di peccato, perversione e immoralità che poteva facilmente portare alla follia.

Che cosa c'era dietro a questa improvvisa demonizzazione della marijuana?

Chi era Harry Anslinger, l'uomo che fece proibire la marijuana in tutto il mondo,
e chi lo finanziava nell'oscurità?

Come è cambiata la nostra storia, da quando la cannabis è stata proibita?

E' vero che la marijuana porta all'uso di droghe più pesanti, come eroina o cocaina?

Che cosa hanno rivelato, le decine e decine di ricerche governative sull'uso della cannabis?

Se la marijuana è proibita, perchè certe case farmaceutiche possono produrla nei loro
capannoni segreti, lontano dagli occhi di tutti?

A chi giova davvero questa ossessiva, incessante e terrificante guerra alla marijuana?

E che cosa sta perdendo l'umanità, nel mantenere questa proibizione?

Acquista il DVD: http://shop.luogocomune.net/la-vera-storia-della-marijuana_2426564.html


Guarda anche:
1. Le nuove frontiere della marijuana medica

giovedì 6 maggio 2010

5 Maggio - Giorno della liberazione dell'Etiopia dal fascismo







Benedizioni nel Santo Nome di Qadamawi Haile Selassie, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda

Oggi, 5 Maggio, ricorre l'anniversario della Liberazione dell'Etiopia dalla semi-occupazione fascista, durata cinque anni esatti, dal 5 Maggio 1936 al 5 Maggio 1941.
In questo giorno benedetto, il Signore, Re dei re, Qadamawi Haile Selassie, rientrò trionfalmente nella capitale, Addis Abeba, accolto dalla popolazione trepidante ed estasiata, che eruppe in grida e pianti di gioia, prostrandosi dinnanzi al Sovrano Che, fino a quel momento, combatteva sul fronte diplomatico in Inghilterra per ottenere l'intervento delle truppe britanniche; queste, assieme ai patrioti etiopi, vinsero e cacciarono il nemico nazi-fascista dalla sacra terra d'Etiopia.

Tutto questo ha, secondo una prospettiva Rastafariana, precise corrispondenze bibliche.

Di seguito riportiamo un estratto dall'opuscolo che la F.A.R.I. - Federazione delle Assemblee RasTafarI in Italia ha prodotto in occasione del 5 Maggio dell'anno passato:

- L’Etiopia fu il primo Stato a combattere e vincere il fascismo; le nazioni della terra, che erano rimaste inerti al cospetto dell’invasione fascista dell’Etiopia, ignorandone le possibili conseguenze e di fatto favorendola, pagarono il debito di questo atteggiamento con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, trovandosi cioè esse stesse attanagliate nella morsa del nazi-fascismo. Per contro, liberandosi dal nazi-fascismo il 5 maggio 1941, e dunque ben quattro anni prima della fine del conflitto globale, l’Etiopia visse un tempo di pace proprio mentre quelle nazioni ne combattevano le fasi più cruente ed infuocate, e fu perciò il primo Stato ad instaurare il nuovo ordine morale, sociale e politico affermatosi nella storia e nella coscienza dell’umanità a seguito della terribile esperienza nazi-fascista. In tal
senso, incarnando collettivamente un ruolo che il Cristo aveva incarnato individualmente, l’Etiopia fu la “primogenita tra i morti”, ma anche la “primogenita tra i risorti”.

- Per queste ed altre ragioni, come sostengono alcuni studiosi etiopi, come riconosciuto dall’UNESCO, ma soprattutto secondo quanto prima ancora affermato dal Re dei Re Qadamawi Haile Sellassie, è l’invasione italiana dell’Etiopia a doversi considerare il vero inizio della Seconda Guerra Mondiale, e non l’invasione tedesca della Polonia, come vorrebbe la storiografia ufficiale arroccata su categorie palesemente euro-centriche.

- Contrariamente a quanto affermato dalla propaganda fascista, il governo italiano non ottenne mai pieno controllo del territorio etiopico, non riuscendo infatti ad arrestare la lotta di resistenza che si protrasse incontenibilmente per tutto il periodo della tentata occupazione. In effetti, quella italiana non può considerarsi un’invasione, ma un tentativo di invasione. Con forza d’animo e fede nell’Altissimo, gli Etiopi resistettero per cinque anni senza mai abbandonare la propria terra in mano al nemico, nonostante quest’ultimo disponesse di strumenti bellici enormemente più avanzati, e facesse uso di armi e tecniche illegali rispetto alle convenzioni internazionali. Ad ogni modo, indebolendo il fascismo con logorante tenacia, il popolo Etiope contribuì in maniera decisiva alla sua finale disfatta, e partecipò pertanto come protagonista di primo piano alla liberazione ed alla rinascita anti-fascista del mondo, dunque anche dell’Italia stessa.

- Sebbene la tentata occupazione fascista provocò quasi un milione di vittime Etiopi, tra le quali un gran numero di civili, donne e bambini, il Re dei Re Qadamawi Haile Sellassie, nel giorno della Liberazione, ordinò al popolo Etiope di non ripagare il male con il male, e pertanto da parte etiopica non vi furono atti di ritorsione contro gli Italiani. Addirittura, molti Italiani rimasero nella Nuova Etiopia in quanto ospiti e cittadini, contribuendo con il loro lavoro al benessere della nazione; giunti in Etiopia da fascisti, esperirono un percorso di ravvedimento e di redenzione che li portò a considerarsi pienamente Etiopi, come può evincersi dalle documentazioni da essi stessi prodotte sino agli anni ’70.

- Nonostante il comportamento esemplarmente democratico del Re dei Re e dell’Etiopia, ed il suo contributo alla disfatta fascista, lo Stato italiano anti-fascista non ha mai sino ad oggi rilasciato alcun pronunciamento ufficiale contro l’operato italiano in Etiopia; al contrario, i dirigenti della nuova Italia anti-fascista continuarono per decenni a rivendicare diritti, nelle sedi internazionali, sulle ex-colonie fasciste occupanti porzioni del territorio etiopico. Anche per questo il governo italiano continuò per decenni ad ostacolare la visita in Italia del Re dei Re. Ciò nondimeno, quando questa finalmente ebbe luogo, il Re affermò di giungere in Italia “non per presentare dei conti, ma per chiuderli”, e ricevette una gioiosa ed incontenibile accoglienza dal popolo.

- Nonostante il comportamento esemplarmente e realmente Cristiano del Re dei Re e dell’Etiopia, lo Stato Vaticano non ha mai sino ad oggi rilasciato alcun pronunciamento ufficiale contro il proprio pesante ed anti-cristiano coinvolgimento nell’invasione fascista, ed ha piuttosto ignorato o (mal)celato le medesime vicende. A quanto pare, nella concezione vaticana lo sterminio di 1 milione di esseri umani in Etiopia ha meno valore dei molti eccidi per i quali sono state invece
espresse scuse formali.


Hosanna al Figlio di Davide! Benedetto Colui Che viene nel Nome del Signore!

estratto e-mail 

domenica 2 maggio 2010

La Parola del Re. Natale 1968


“Sin dal momento in cui nacque dalla Vergine Maryam, Iyesus
Krstos (Gesù Cristo) condusse un’esistenza esemplare, una vita
che gli uomini di ogni luogo devono emulare. Tale vita e la fede
che Egli ci ha insegnato garantiscono la salvezza, e nondimeno
l’armonia ed una vita positiva sulla terra. A motivo del carattere
esemplare della vita di Iyesus Krstos, è necessario che tutti gli
uomini si adoperino al meglio delle proprie facoltà umane per
approssimarsi il più possibile al buon esempio che Egli ha
impartito. È piuttosto vero che nella specie umana non vi sia
perfezione. Di tempo in tempo compiamo errori, commettiamo
peccati, ma pur agendo in tal modo, in quanto Cristiani
sappiamo, nel profondo dei nostri cuori, di avere una possibilità
di perdono da parte dell’Onnipotente. Egli ci ha insegnato che
tutti gli uomini sono eguali indipendentemente dal sesso,
dall’origine nazionale e tribale. Ci ha inoltre insegnato che
chiunque cerchi Lui, lo troverà. Ciò che mi spinge a seguire
Iyesus Krstos è la necessità di vivere una vita integra, una vita
Cristiana”.
Re Messia Difensore della Fede Ortodossa Qadamawi Haile Sellassie, Natale 1968