sabato 16 marzo 2024

MONASTERO ORTODOSSO DEGLI APOSTOLI PIETRO E PAOLO presso Vithkuq, Korça, Albania 🔯🇦🇱


Vithkuqi si trova a circa 20 km a sud-ovest di Korça, in un terreno montuoso, a circa 1300 m sul livello del mare. È circondato da montagne e boschi di faggi, abeti e querce, che creano una bellissima corona naturale e paesaggi pittoreschi.

Nel corso del sec  XVII-XVIII Vithkuqi raggiunse un elevato sviluppo economico e culturale.

Ma, come gli altri centri simili di questi tre, anche Vithkuqi fu distrutto e incendiato dagli attacchi dei feudatari, evento che è ricordato nella prima pagina del vangelo della chiesa Ortodossa di San Michele.

A testimonianza del periodo di punta dello sviluppo di Vithkuqi ci sono arrivati ​​numerosi monumenti, tra cui spicca il monastero Ortodosso degli Apostoli Pietro e Paolo.

Il monastero sorge su una collina, che si erge a nord-est del paese. Del complesso monastico restano il Catholicon e la cappella dei Santi Cosma e Damiano, fuori dalla cinta muraria del monastero.  I palazzi del monastero furono distrutti durante la seconda guerra mondiale.

Il codice del monastero fu redatto nel 1708 da Haxhi Athanas Rimara, del quartiere Borishë. Nel 1736 fu costruita la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, dipinta nel 1750 dai fratelli Konstantin e Athanas Korçar. ⬇️
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/01/kostandin-e-athanas-zografi-attivita.html

Nel 1759 l'abate del monastero Taras costruì il Catholicon dedicato ai santi apostoli Pietro e Paolo, che fu dipinto dai fratelli Korçar nel 1764. Un altro pittore eccezionale del XVIII secolo, Konstantin di Shpati, contribuì alla decorazione delle chiese del monastero, come testimonia l'iscrizione da lui lasciata sull'icona di Cristo dell'iconostasi dell'altare dei Santi Cosma e Damiano.  Nel 1761, con il contributo degli abitanti di Voskopoja, fu scolpita l'iconostasi.

La Chiesa dei Santi Cosma e Damiano è una piccola chiesa ad unica navata coperta da volta cilindrica. Il piano terra, parzialmente inglobato nel terreno, era adibito a cimitero.

La Chiesa degli Apostoli Pietro e Paolo è una basilica con cupola e navata trasversale. La struttura a croce nella composizione spaziale interna si riflette anche nell'aspetto esterno mediante l'intersezione dei tetti che coprono le navate, al centro delle quali si eleva la cupola. Sul lato occidentale sono visibili tracce del nartece, cioè la parte della chiesa riservata ai catecumeni e ai penitenti, attualmente in rovina.




mercoledì 13 marzo 2024

DOVE SONO I GRECI...??? (2.0)

 

Con questo volevo fare una continuazione dell'articolo precedente ⬇️:
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/03/dove-sono-i-greci.html

Concludevo l'articolo con questa frase:
"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

Un esempio di come la persecuzione della lingua Arvanita-Arbëresh in Grecia e della loro totale assimilazione ha portato a definire "greche" qelle che invece sono in realtà vere e proprie antiche tradizioni Arbëresh è la danza "Trata", una tradizionale danza albanese che veniva tramandata da tempo immemore dalle popolazioni autoctone albanesi e dalle popolazioni Albanesi-Arbëresh che abitano la Grecia moderna.

A confronto le donne ETRUSCHE del V secolo a.C. e le donne ALBANESI-Arbëresh della Grecia, inizio del XX secolo.

Foto n. 1 - La Tomba delle Ballerine o Tomba delle Danzatrici è una tomba peuceta a Ruvo di Puglia, Italia. Fu scoperto nella necropoli di Corso Cotugno nel novembre 1833. La data della sua costruzione è incerta, sono state proposte date che vanno dalla fine del V secolo aC alla metà del IV secolo aC. In ogni caso gli affreschi della tomba costituiscono il più antico esempio di pittura figurativa in Puglia, insieme ad un'altra tomba di Gravina di Puglia. I Peuceti presero in prestito la pratica di dipingere le tombe dagli Etruschi, che ebbero un'importante influenza sulla loro cultura. La tomba prende il nome dalle donne danzanti che compaiono sugli affreschi della tomba. I pannelli con gli affreschi sono ora esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Foto n.2 - Donne della popolazione albanese/arvanita-Arbëresh di Eleusina (adesso Grecia) che ballano la ''Trata'', antica danza tradizionale Arvanita assimilata e presa dallo stato greco moderno.

Foto n.3 - Dipinto: Ragazze che ballano la Trata a Megara (una delle regioni degli Arvaniti-Arbëresh della Grecia) Paul Bret (francia, 1902-1956)

Qui di seguito riporto alcuni riferimenti di fine Ottocento e inizio Novecento riguardanti le popolazioni albanesi di Eleusi e di altre regioni della Grecia:

- "Loro [Albanesi] occupano la metà meridionale dell'Eubea e la metà settentrionale di Andros. Corinto, Maratona, Plataea, Mantinaea, Leuttra, Eleusi, Salamina - nomi importanti nella storia ellenica - sono popolate non da Greci, ma da Albanesi." (Ferriman, Z. Duckett)

- "Eleusi è un villaggio di circa 1200 abitanti albanesi" (James Alexander, Grecia 1906)

- "Questo costume, come quello di tutte le donne eleusine, è semplice, ma molto poetico. Le belle giovani sorelle avrebbero potuto rappresentare le sacerdotesse di Cerere.
Quasi tutta la popolazione di Eleusi è albanese e parla la lingua albanese, una lingua del tutto diversa dal greco, e che molti sostengono essere una discendente della più antica lingua pelasgica. È ancora la lingua popolare dell'Albania (Epiro), il paese in cui era venerato lo Zeus pelasgico." (Fredrika Bremer 1863)

- "TRIBÙ DEGLI ALBANESI - Ma gli albanesi che abitano sia nell'Illirico che nell'Epiro sono un unico popolo, la cui lingua non varia che con lievi modifiche del dialetto. Dobbiamo o supporre che gli scrittori antichi ignorassero la relazione tra gli Epiroti e gli Illiriani, e che le nazioni così chiamate fossero un'unica razza... La costa orientale dell'Adriatico, dal golfo di Drino alla baia di Arta, è l'estensione dell'Albania vera e propria da nord a sud; ma il popolo albanese è sparso molto più lontano. Si estendono non solo in tutto l'Epiro, ma attraverso le province settentrionali della Grecia, Tessaglia, Etolia, Beozia e Attica, e si trovano in molte isole greche; così in Romelia, in Servia e fino alle porte stesse di Costantinopoli. Vi sono anche notevolissime colonie di razza albanese sulla costa della Calabria e in Sicilia, dove sono fuggiti dalle armi dei Turchi quando questi conquistarono la costa albanese, e dove conservano la loro propria lingua e religione, che è quello della chiesa ortodossa." (M. Ange Masci)

- "Dicono che Atene non è affatto una città greca nel vero senso della parola. Forse non etnologicamente: senza dubbio la razza si è un po' mescolata; ma l'Atene di oggi mi sembra somigliare meravigliosamente, nelle sue folle e nei suoi costumi, all'Atene di Aristofane e di San Paolo. Si capisce meglio Aristofane dopo aver osservato per mezz'ora la via di Hermes o l'antico mercato proprio sotto l'Acropoli. Quasi la metà della popolazione di strada che lavora, commercia, guida gli asini e taglia la legna, che trasporta carichi di lavoro è composta da albanesi. La fustanella, o kilt bianco, della tradizione albanese è comune nelle strade di Atene quanto l'uniforme del soldato semplice a Londra." (W. James)

Concludo dinuovo così:
"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

martedì 12 marzo 2024

DOVE SONO I GRECI...??? (1.0)

 

La Grecia era ed è uno Stato multietnico balcanico: quando fu costituita come “Stato” duecento anni fa, dopo la rivolta degli Arvaniti-Arbëresh del 1821, i monarchici occidentali, influenzati dalle ideologie razziste ariane, inventarono il “Regno di Grecia” come istituzione razziale di interesse "puro" degli antichi greci! La verità è che questa "Grecia" esisteva solo nei loro libri e che non era una realtà nemmeno nell'antica Grecia che come stato non è mai esistito, la cui "razza" era un misto di tribù pelasgo-illiriche locali e colonizzaroti egizi, fenici e persiani settentrionali: i primi abitanti locali dell'area greca, non parlavano neanche greco, ma un'idioma che si è conservato nelle autoctone popolazioni albanesi. Si conservano antichi testi che dicono che mentre la lingua così detta greca veniva parlata ad Atene, c'erano vaste regioni intorno che non parlavano il greco ma il "barbaro", così chiamato dagli Ateniesi!

Durante l'occupazione ottomana dei Balcani "I Greci non avrebbero mai scacciato i Turchi. Erano troppo degradati anche per desiderare la libertà. Per molti anni, dopo aver ottenuto la nostra indipendenza, i tempi del dominio turco furono definiti "bei tempi" dai greci. A combattere i turchi furono gli albanesi, i macedoni [anche loro di origine albanese n.d.r.] e gli stranieri." (Da: Conversazione con M. Thiers, M. Guizot di Nassau William Senior)

Dopo che gli ottomani furono cacciati dalla rivoluzione Arvanita-Arbëresh combattuta tra il 1821 e il 1830, il Re Ottone, un tedesco della Baviera, fu imposto dalle potenze occidentali come re in Grecia.

Egli era così ossessionato dalla mente del greco antico che imparò la lingua greca pensando che avrebbe trovato gli stessi greci nel nuovo stato della Grecia, ma quando arrivò in Grecia fu sorpreso di scoprire che la popolazione non era greca ma Albanese e quindi non poteva comunicare con la gente perché non lo capivano poiché la loro lingua madre era l'albanese.

Dall'Empire Newspaper (Sydney, Australia) 5 Maggio 1863 leggiamo:
"Atene era solo un villaggio albanese. Quasi tutta la popolazione dell'Attica è considerata ed è composta da albanesi. A tre leghe di distanza (14,5 Km) dalla capitale ci sono villaggi che capiscono a malapena il greco."

Quando il re Ottone di Grecia venne ad Atene nel 1830, non sentì nessuno parlare in greco e così chiese: "Dove sono i greci di Atene?

La sua corte si guardò e rispose: "Non ci sono Greci, ma non preoccupatevi perché questa popolazione albanese sarà sempre fedele alla vostra Monarchia".

Siccome la popolazione del nuovo stato greco appena imposto era formata per la maggior parte da Arvaniti-Arber Ortodossi, Alessandro Pallis propose che in Grecia l'Arvanitika diventasse come seconda lingua ufficiale e propose una università in lingua Arvanitika, ma questi non erano i piani delle potenze fasciste occidentali.

Così accadde che il re impose alla popolazione albanese della “Grecia” la nuova falsa identità greca da lui creata, iniziò così una forte persecuzione della lingua Arbëresh, fece chiudere tutte le scuole Arbëresh e impose che vi fosse insegnata solo la lingua greca.

Più subdola invece fu la decisione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, che scomunicò la lingua Arvanita, e faceva arrestare o addirittura uccidere chiunque predicasse il Vangelo in Arbëresh.

Come se non bastasse rubarono anche la cultura agli Arbëresh e tutte le loro tradizioni; per esempio come dice il ricercatore greco Ilia Petropulos sull'abito che i greci portano come abito nazionale: "I greci hanno rubato l'abito agli Albanesi del Sud e noi lo abbiamo fatto nostro abito nazionale".

E quanti di tutti quegli albanesi che dalla fasulla Grecia fascista imposta da Ottone si denunciano oggi come albanesi? E quanti così detti Greci dei giorni nostri discendono da quegli Arbëresh che li liberarono?

Penso sul fatto che tutti quegli Arbëresh sono ancora lì, ma aimè sono diventati mentalmente più greci dei greci stessi, a causa della persecuzione e della forte propaganda, o come si suol dire: sono diventati più cattolici del papa. Ma la verità in qualche modo viene sempre a galla.

"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

- Immagine: dipinto di Peter Von Hess "Entrata di re Ottone ad Atene" [Dove sono i greci...???]

Qui il seguito dell'articolo ⬇️:

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lunedì 11 marzo 2024

BREZA 🔯🇦🇱

 

'Breza' è la grossa cintura che chiude le gonne del costume tradizionale Arbëresh di Piana degli Albanesi in Sicilia.

E' in argento e oro, composta da placche che si uniscono al centro con una borchia cesellata a mano in cui viene inserito un soggetto Cristiano.

In genere si tratta dei santi della tradizione Ortodossa - San Giorgio, San Demetrio, San Nicola - oppure della raffigurazione della Vergine Odigitria.

Anche se in Arbëresh questa parola viene utilizzata giornalmente per indicare una cintura in generale, fondamentale è l’etimologia della parola 'Brez' nella lingua albanese, che significa “generazione”, “stirpe”, “discendenza”, “progenie”. 

Bellissimo il significato, Breza, infatti viene indossata dalle donne di cultura Arbëresh a simbolo della maternità. Viene donata alla sposa come augurio di fecondità, riconoscimento della maternità. Chi lo cinge si augura possa avere, per intercessione del Santo, a cui la coppia di sposi devotamente si affida, una buona prole.

sabato 9 marzo 2024

RICORDANDO SAN PAPA KYRILLOS 🌿𓋹🦁


Oggi 9 marzo ricordiamo la nascita al cielo di Sua Santità Papa Kyrillos VI il Taumaturgo.

Sua Santità Papa Kyrillos (Cirillo) VI di Alessandria è il 115° Successore di San Marco Evangelista. Nato Azer Yousef Atta (2 agosto 1902 – 9 marzo 1971), è stato Patriarca copto Ortodosso d'Egitto dal 1959 al 1971.

Papa Kyrillos è stato uno dei più grandi papi, patriarchi e asceti dell'Ortodossia.

Era un uomo di preghiera, celebrava messe quotidiane e la sua porta era aperta a tutti.

"Non c'è nessun uomo in tutta la storia della Chiesa come Papa Kyrillos VI che sia stato in grado di pregare così tante liturgie. Ha pregato più di 12.000 liturgie. Questo fatto non è mai accaduto prima nella storia dei Papi di Alessandria o del mondo, o anche tra i monaci. Era meraviglioso nelle sue preghiere." (Papa Shenouda III)

Era un santo miracoloso con doni di guarigione, esorcismo dei demoni, chiaroveggenza, chiaroudienza e profezia, così come i doni di coloro che la chiesa copta designa come "anacoreti", vale a dire i doni dell'agilità (viaggiare/teletrasportarsi istantaneamente in luoghi lontani) e quello della bilocazione (essere in due posti contemporaneamente).

Era un asceta di livello mondiale che sopravviveva solo con un pezzo di prosfora (pane della comunione non consacrato), una tazza di caffè espresso e un bicchiere d'acqua durante la quaresima.

Durante il suo episcopato ebbe luogo una grande rinascita del monachesimo e un'espansione della costruzione di chiese Ortodosse all'interno e all'esterno dell'Egitto.

Grazie a Papa Kyrillos e l'importante aiuto del Re dei Re Haile Selassie, furono restituite all'Egitto le Sante Reliquie di San Marco Evangelista rubate alla Chiesa Ortodossa dalla chiesa cattolica romana nell'828 e portate clandestinamente a Venezia. ⬇️
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2023/10/il-ritorno-delle-reliquie-di-san-marco.html

San Papa Kyrillos continua a fare miracoli fino ad oggi (53 anni dopo la sua morte) ed è stato canonizzato nella Chiesa copta Ortodossa nel 2013.

Che le sue preghiere siano con tutti noi. Amìn!!!

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venerdì 8 marzo 2024

STORIA TRISTE ARBËRESH 🔯🇦🇱

 

La lingua è uno dei segni identificativi più importanti per un popolo, ma è anche un simbolo culturale.

Chi controlla la lingua del popolo, ne controlla i pensieri.

Di seguito riporto una lettera del Comune Arvanita di Gavrio, sull'isola di Andros, ormai preso dai greci, che chiede al governo greco di propagandare l'istruzione greca nelle scuole in modo che gli Arvaniti di Grecia possano dimenticare completamente la lingua Arbëresh, la loro lingua madre.

"IL CONSIGLIO COMUNALE DEL COMUNE DI GAVRIO:

Convocato in seduta presso il Municipio di Gavrio il giorno 16 luglio 1889 alla presenza del Sindaco G. Α. Yianoulidou, il quale, prendendo la parola all'incontro, propone di ritenere legittimo e auspicabile che l'organismo esprima i suoi ringraziamenti alla Società Filologica Parnaso di Atene, per aver istituito anni fa nel villaggio di Felo, nel nostro comune, una scuola a proprie spese per l'incapacità del Comune per mancanza di fondi e di augurare che esso e il futuro mantenimento di detta scuola, portando finora buoni frutti nel villaggio dove i suoi abitanti parlano ancora l'albanese, che disimpareranno completamente, in seguito la loro educazione.

L'Associazione prende atto della sopra proposta del Sindaco e la ritiene necessaria ed indispensabile."

Nella foto: Donna Albanese d'Atene, incisione del XIX secolo.

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giovedì 7 marzo 2024

PADRE SOFRON BOROVEN 🔯🇦🇱

 

Il 7 marzo viene ricordardato padre Sofron Boroven. Egli era un sacerdote Ortodosso di origini Albanesi del santo Monte Athos. Padre Sofron era convinto che a ognuno era lecito predicare il Vangelo nella propria lingua madre per meglio comprendere il messaggio di Cristo. A causa di queste sue idee lo allontanarono dal monte Athos, partì e andò a Borovë, in Albania, nelle sue terre d'origine. Lì aprì una scuola dove insegnava ai bambini la lingua albanese e predicava a tutti il Santo Vangelo nella loro lingua madre. Fu uno dei fondatori della Chiesa Autocefala Albanese. Eterna Memoria!

Rispetto per tutti gli insegnanti Ortodossi di tutte le generazioni che hanno sacrificato la loro vita per mantenere salda la Lingua Madre e la Retta Fede in Arbëria!!!

sabato 2 marzo 2024

L'ARCANGELO FANUELE ⚔


Secondo il Libro di Enoch Etiopico Fanuele è il nome dato al quarto angelo dopo Michele, Raffaele e Gabriele, che significa “Volto di Dio”. Esso è venerato nella Chiesa Ortodossa Etiopica Tewahedo.

«Questo primo è Michele, il misericordioso e longanime: e il secondo, che sta sopra tutte le malattie e tutte le ferite dei figli degli uomini, è Raffaele: e il terzo, che sta sopra tutte le potenze, è Gabriele : e il quarto, che è preposto al pentimento per la speranza di coloro che ereditano la vita eterna, è chiamato Fanuele.»
(Libro di Enoch, 40:9)

Fanuele è ritenuto essere uno dei quattro Angeli della Presenza. Nel Libro di Enoch Etiopico è indicato anche come un angelo dell’esorcismo (si afferma che “espelle Satana”).

I doveri di Fanuele includono sostenere il trono di Dio, servire la Verità e servire come angelo del Giudizio. Inoltre, Fanuele è l'angelo del pentimento per la speranza di coloro che hanno ereditato la vita eterna.

Fanuele, insieme a Michele, Gabriele e Raffaele berranno tutti dal 'torchio dell'ira di Dio', rafforzandoli in quel giorno, il Giorno del Signore. Nelle orde demoniache, il suo oppositore è Belial, diavolo e padre della menzogna. Durante la battaglia di Armageddon, Fanuele rinuncerà a questa rivalità, per adempiere la profezia che Cristo distruggerà Belial con la parola della Sua bocca. Fanuele è una delle voci angeliche descritte in Apocalisse 11:15: "Poi il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo si alzarono voci potenti, che dicevano: «Il regno del mondo è passato al nostro Signore e al suo Cristo ed egli regnerà nei secoli dei secoli»”.

Secondo Enoch 40:7, egli è la quarta voce udita "che respinge i [molteplici] Satana (avversari o accusatori) e che vietano loro di presentarsi davanti al Signore degli spiriti per accusare coloro che abitano sulla terra".

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giovedì 29 febbraio 2024

VISITA ALLA MADONNA DEL CASTELLO - Castrovillari

 

Visita all'Antica città Ortodossa di Neon Sassonion, oggi conosciuta come Castrovillari, nell'estremo oriente mercurense. 🐂☿🔯🔥

In alcune antiche pergamene greche conservate a Castrovillari vi è scritto che l'attuale città di Castrovillari era anticamente chiamata Neon Sassonion cioè La Nuova Sassonia. Quindi si presume che i monaci Ortodossi che prima fondarono l'Antica Cittadella di Sassonia, a pochi chilometri da lì, si spostarono ed edificarono la Neon Sassonia, quella che oggi è il centro storico di Castrovillari.

Nelle vicinanze vi si assediarono i romani costruendo delle ville fortificate da cui poi l'area prenderà il nome di Castrum Villari appunto "Fortezza delle Ville".

Sulle pendici sud‐orientali del colle di Santa Maria del Castello vi sono diverse grotte che sono state abitate dai monaci eremiti Ortodossi italogreci: in esse si può vedere ancora oggi il piccolo rialzo che serviva da cuccetta e il piccolo incavo che doveva contenere le icone sacre e la lucerna. 

Quando il colle cominciò quindi ad essere popolato dai villici delle campagne vicine, la vita solitaria e silenziosa dei monaci Ortodossi eremiti divenne difficile, allora essi decisero di trasferirsi su altre colline e montagne, o in monasteri vicini. Molti si diressero sul massiccio dell'Orsomarso, vicino ai fiumi Lao e Mercure, alla famosa eparchia monastica del "Mercurion". 

I monaci Ortodossi che vi rimasero eressero diverse Chiese e Castrovillari rimase comunque Ortodossa fino all'arrivo dei Normanni in combutta con i cattolici romani.

Allontanandosi da Castrovillari i monaci perseguitati dovettero lasciare sul luogo diversi oggetti di devozione tra cui anche un'immagine della Madonna che essi stessi avrebbero dipinto sulla parete di una piccola e rustica cappelluccia vicino le grotte.

Su una collinetta che si eleva sui 350 metri, dove anticamente vi risiedevano i monaci Ortodossi oggi si trova Il Santuario cattolico di Santa Maria del Castello – detto comunemente Madonna del Castello. 

L’edificio fu costruito nel 1090, per ordine del conte Ruggero il Normanno (figlio di Roberto il Guiscardo) detto il Borsa, con l’intenzione di costruire una fortezza che sorgesse nel punto più alto della città, per difendersi da attacchi e incursioni nemiche e per meglio proteggere la sua corte dall’ostilità del popolo castrovillarese verso la dominazione cattolico-normanna. Note sono, infatti, le imprese che i Normanni dovettero condurre più volte e per lunghi anni prima di impossessarsi della città di Castrovillari, dotata di possenti fortificazioni e di una coraggiosa resistenza degli abitanti, successivamente arresi agli assedi dei conquistatori soltanto perché esasperati dalla fame.

I Normanni, con la complicità della chiesa cattolica, conquistarono la città nel 1064 dopo il lungo assedio di Roberto il Guiscardo, e dopo che già quasi tutta la Calabria era finita nelle loro sanguinose mani. Ma anche negli anni seguenti la città fu contesa dai successivi principi normanni: Guglielmo Arenga si ribellò a Roberto Il Guiscardo nel 1073 il quale, impegnato nella presa di San Severina, mandò il figlio Ruggero ad assediare Castrovillari; quest’ultimo, succedendo al padre nel 1085 e memore della lunga e indomita resistenza della città, ordinò che sulla sommità del colle sorgesse un possente castello per tenere in soggezione i cittadini. È il 1090 quando gli operai inviati dal conte Ruggero cominciarono a gettare le basi della temuta fortezza, inasprendo l’ostilità degli abitanti.

La tradizione racconta, però, che durante i lavori di edificazione ordinati dal Borsa, le mura della fortezza costruite durante il giorno crollassero misteriosamente durante la notte. L’accaduto suscitò lo stupore del conte che, inorgoglito, ordinò alle maestranze di scavare più a fondo nella roccia per rinforzare le fondamenta del castello. Scavarono fino a raggiungere le antiche grotte degli ultimi monaci Ortodossi che erano fuggiti alla loro persecuzione. E fu durante l’ultima fase di scavi che avvenne il ritrovamento, ad opera degli operai che eseguivano i lavori, di un’immagine raffigurante la Madonna col Bambino, dipinta su un pezzo di muro. Dinnanzi all’apparire della sacra immagine, gli operai caddero in ginocchio, il popolo accorse e gridò al miracolo. La scoperta, considerata prodigiosa, creò il presupposto per l’insurrezione dei cittadini contro la costruzione della fortezza e la dominazione.

Fu proprio in questo momento che i cattolici romani in combutta con i normanni ne approfittarono per far sì che con l'inganno la città venisse conquistata.

Grazie al vescovo di Cassano Sassone, Vicario del Papa Urbano II e amico del conte Ruggero, che accolse la causa di ribellione del popolo castrovillarese, il conte ordinò che al posto del castello fosse costruito un santuario cattolico al centro del quale fu posta l’immagine della Madonna che, da quel momento in poi, fu detta del Castello. 

Il popolo castrovillarese, fu così fatto fesso e contento; i normanni si impossessarono della città e i cattolici romani finirono l'opera di cattolicizzazione e sottomissione al Vaticano del popolo castrovillarese.

Nonostante ormai da secoli Castrovillari sia diventata cattolica, le radici dell'Ortodossia e del santo lavoro dei monaci Ortodossi guidati solo da Cristo, rimangono lì da sempre nel silenzio, testimoniati nella bellissima Immagine Ortodossa da tutti venerata. 𓋴𓈖𓃀𓏜𓎟

martedì 27 febbraio 2024

L'INFLUENZA AFRICANA SULLA CONOSCENZA (cosìdetta) "GRECA".


Talete di Mileto è considerato il primo filosofo occidentale. Si recò a Kemet (Egitto) come dichiarato da lui stesso e consigliò ai suoi studenti di andare in Egitto per studiare. Diodoro Siculo, lo scrittore "greco", venne in Africa e soggiornò ad Anu in Egitto. Ha ammesso che molti di coloro che sono "celebrati tra i greci per l'intelligenza e la cultura" hanno studiato in Egitto.

Quando gli egiziani terminarono di costruire le piramidi nel 2500 a.C., passarono 1.700 anni prima che Omero, il primo scrittore così detto greco, iniziasse a scrivere L'Iliade, il classico europeo. Si dice che Omero abbia trascorso sette anni in Egitto e abbia studiato legge, filosofia, religione, astronomia e politica. Molti dei grandi filosofi europei studiarono in Egitto perché era la capitale educativa del mondo antico. È noto che Pitagora trascorse più di 20 anni in Africa. Quando Socrate scrisse dei suoi studi nel libro Buciro, ammise categoricamente: "Ho studiato filosofia e medicina in Egitto". Non ha studiato queste materie in "Grecia" che come stato non esisteva, ma in Africa!

Nel campo della medicina, gli africani (antichi egizi) scrissero libri di medicina come il papiro Hearst (7a dinastia 2000 a.C.), il papiro Kahun (12a e 13a dinastia 2133-1766 a.C.) che contiene trattamenti ginecologici, e il papiro Ebers (18a dinastia 1500 a.C.).

Sulle pareti del Tempio di Kom Ombo hanno lasciato registrazioni degli strumenti medici originali utilizzati nelle loro operazioni. Questi strumenti sono costituiti da pinze, coppette ad aria, coltelli, spugne, forbici, tricipiti, una bilancia per pesare porzioni di medicinale, un divaricatore per separare la pelle, una sedia da parto e l'origine del moderno simbolo di prescrizione RX.

Nel 47 a.C., i medici dell'antica Kemet fecero nascere il figlio di Cleopatra VII chiamato Cesarione ("Piccolo Cesare"). La procedura medica eseguita da questi medici africani per far nascere questo bambino prese il nome da Piccolo Cesare, da cui ora abbiamo il termine medico "Parto Cesareo".

Quando i medici africani scrivevano questi testi medici ed eseguivano tutte queste operazioni mediche, Ippocrate, ilcosì detto greco (ora considerato il "padre della medicina") non era ancora nato, fino al 333 a.C., quasi 2.000 anni dopo.

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