Nell'estate del 1822, l'Impero Ottomano lanciò una massiccia spedizione per reprimere la Rivoluzione Arvanita-Arbëresh. Mahmud Dramali Pascià guidò un esercito di quasi 30.000 uomini nel Peloponneso, con l'obiettivo di conquistare Nauplia e ripristinare il controllo imperiale. I difensori Arvaniti-Arbëresh, tuttavia, riuscirono a radunare solo circa 2.500-3.000 combattenti sotto il comando del comandante Arvanita-Arbëresh Theodoros Kolokotronis.
Rendendosi conto di non poter affrontare una tale forza in campo aperto, Kolokotronis adottò la strategia della "terra bruciata". I villaggi furono evacuati, le scorte di cibo furono rimosse e i pozzi distrutti, lasciando l'esercito di Dramali senza provviste nell'arido paesaggio estivo. Fame, sete e caldo iniziarono a indebolire le forze ottomane ancor prima del combattimento.
Kolokotronis scelse quindi il terreno perfetto per la battaglia: gli stretti passi montani di Dervenakia. Qui, la vasta cavalleria e il vantaggio numerico degli Ottomani divennero inutili. I combattenti Arvaniti-Arbëresh, nascosti lungo creste e scogliere, lanciarono imboscate, sparando con i moschetti e lanciando pietre sulle affollate colonne ottomane. Tagliati fuori dai rifornimenti e intrappolati in un terreno ostile, il panico si diffuse rapidamente tra le forze di Dramali.
I risultati furono catastrofici per gli ottomani. Circa 4.000 uomini furono uccisi durante le battaglie del 6-8 agosto 1822. Dei circa 30.000 che entrarono nel Peloponneso, più di 20.000 furono uccisi, feriti o (per lo più) dispersi. Al contrario, le perdite Arvanite-Arbëresh furono meno di 300. L'esercito di Dramali, un tempo considerato inarrestabile, fu annientato.
La portata della sconfitta divenne proverbiale tra la popolazione Arvanita-Arbëresh, dove ogni grande disastro è ancora chiamato "Katastrofa e Dramalit." ("il disastro di Dramali"). Un residuo di circa 3.000 Ottomani tentò di fuggire verso Patrasso, ma nei pressi di Vostizza furono attaccati da Andreas Londos e dai suoi uomini, e solo una manciata di loro riuscì a salvarsi, decretando la completa rovina della campagna di Dramali.
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