sabato 21 dicembre 2024

DEMETRA 🌍❄

 

Oggi è il primo giorno di inverno.

La figura di Demetra deriva dall'antica mitologia pelasgo-albanese.

Tra i primitivi pelasgo-albanesi questo personaggio, come tutti quelli che poi saranno fatti "dei", non era una figura umana ma semplicemente rappresentava un evento naturale che in seguito venne corrotta e antropomorfizzata dagli elleni tanto da farla diventare una dea.

📜 Platone nel Cratilo raccomanda vivamente agli scrittori suoi contemporanei: "di trovare la derivazione degli elleni vocaboli nella lingua dei barbari, dalla quale gli elleni molte parole avevan preso."

Questi "barbari" erano i pelasgi-albanesi, i così detti pre-elleni che abitavano la Dardania, l'Epiro e la Macedonia, anticamente diffusi in tutta Europa.

📜 "In generale, il popolo greco ha la tendenza a etimologizzare arbitrariamente nomi di origine straniera."(Ioannis Kakridis)

📜 "Molti nomi, anche nella mitologia greca, non sono di origine greca e altri sono stati grecizzati in modo imperfetto." (Arthur Evens, Scripta Minoa II, 1952, c.67)

Il nome della dea Demetra dea dell'inverno e madre della terra deriva infatti dalla lingua primitiva pelasgo-albanese, ritracciabile nelle parole DIMËR, DIMRI e DIMRIT, tutte parole che denotano inverno.

Demetra era anche la "Madre della Terra" che corrisponde perfettamente alle parole albanesi DHE che significa Terra e MITËR che significa utero, da ciò DHE MITËRA è appunto la "Madre della Terra".

Secondo la mitologia in seguito corrotta Demetra, figlia di Crono e Rea, è dea dell'INVERNO, MADRE DELLA TERRA e dea della natura, dei raccolti e delle messi, del grano e dell'agricoltura, responsabile del ciclo delle stagioni, della vita e della morte.

Dalla sua unione con Zeus nasce Kore. Un giorno Kore si trova, insieme ad altre fanciulle figlie di Oceano, sulle sponde del lago di Pergusa, ai piedi del monte su cui sorge la città di Enna in Sicilia, intenta a raccogliere fiori, quando Ade, dio dell'oltretomba se ne invaghì e la sceglie come consorte per il suo regno, col benestare di Zeus. È così che la terra si apre per permettere al dio di rapire la giovane e di condurla nel regno dei morti. 

Il nome di Ade, dio dell'oltretomba, che vive sotto terra, deriva anch'esso dall'albanese HA DHE, che letteralmente significa "mangia terra" ed è un altro modo per indicare la morte, che corrisponde perfettamente al modo di dire inglese "to bite the dust", che appunto significa morte.

Demetra si dispera per la perdita della figlia ma non si rassegna, cercandola in lungo e in largo per giorni, senza risultati. Quando Hermes le rivela come sono andate le cose e chi sia il responsabile del suo dolore, la dea "Madre della Terra", furiosa, reagisce provocando un lungo INVERNO, che blocca la crescita delle messi e i raccolti.

🌿 "Le prime parole dell'Iliade, gli elementi iniziali della teogonia greca, questi nomi degli dei sono quasi sempre ben interpretati dalla lingua albanese"! (Evlogios Kouririlas il Lavriotis Metropolita di Korça) 🇦🇱

📷 Nella foto una delle più antiche statue di Demetra con la tipica acconciatura di capelli ancora oggi usata dalle donne albanesi che si chiama "Rrfanat".

giovedì 19 dicembre 2024

SAN GRIGENTE VESCOVO DEL REGNO D'ETIOPIA 👑

 

🌿 San Grigente nacque nella città di Mediolanum (Milano) alla fine del V secolo e fu allevato da genitori speranzosi. Portò presto frutto, perché era un terreno buono, così presto sbocciarono in lui le virtù. Fu ordinato diacono quando raggiunse l'età richiesta dai santi canoni, e dedicò così tanto la sua vita al digiuno e ad altre pene ascetiche, che Dio compì miracoli e segni attraverso di lui. Un santo asceta che viveva vicino alla città insegnò al giovane la teologia Cristiana Ortodossa e profetizzò che sarebbe stato chiamato a diventare vescovo nell'estremo sud dell'Arabia, cosa che era stata confermata da una visione dell'apostolo Pietro.

 Intorno all'anno 526, il re Cristiano Ortodosso Elesbaan (Kaleb Ella Asbeha) di Aksum (Etiopia), con l'incoraggiamento dell'imperatore Albanese dell'impero romano Cristiano Ortodosso d'oriente Giustino I (518-27), condusse con successo una spedizione militare attraverso il Mar Rosso fino a Himyar (Yemen), dove il sovrano del paese, Dhu-Nowas, convertito al giudaismo, portò avanti grandi persecuzioni contro i cristiani e li massacrò nella provincia di Najran. Dopo aver conquistato il paese, il re etiope Elesbaan nominò un viceré di Axum e ripristinò il Cristianesimo. Era così zelante per la Fede Cristiana che aiutò con le sue stesse mani a fondare una chiesa dedicata alla Santissima Trinità, costruita vicino al palazzo reale a Safar, la capitale del Paese. Scrisse a Timoteo III, patriarca di Alessandria, chiedendogli di inviare un uomo di fede, timorato di Dio, pieno di zelo apostolico, come vescovo della Chiesa di Himyar, debole e disorganizzata dopo la persecuzione da parte dei giudei.

 Non potendo trovare un candidato, il patriarca cominciò a pregare. Al termine della notte, gli apparve il Santo Evangelista Marco, fondatore e protettore della metropolìa d'Africa, e gli mostrò l'eletto di Dio, che era il giovane italiano Grigente, che in quei giorni si trovava ad Alessandria con un suo amico cristiano. Felicissimo, il patriarca mandò a chiamare Grigente, lo informò della scelta di Dio e, dopo aver trascorso con lui diversi giorni in una calorosa conversazione paterna, lo elevò al rango di vescovo e lo inviò nel regno di Himyar. Il giovane pastore fu intronizzato vescovo di Safar tra la grande gioia degli abitanti. Successivamente iniziò ad insegnare e rafforzare le persone nella loro fede, a introdurre costumi e a costruire istituzioni cristiane. Fornì un gran numero di sacerdoti e diaconi per rinnovare la vita cristiana in tutto il Paese, e lui stesso raccolse la sfida dell'ebraismo, più diffuso tra i popoli dell'Arabia.

Con l'animo purificato da molti anni di ascetismo, San Grigente possedeva una conoscenza profonda e vastissima delle Sacre Scritture, superiore a quella dei capi della Sinagoga, che sconfisse senza esitazione, armato solo della parola di Dio, e che è più affilata di una spada a doppio taglio (Ebrei 4:12). Niente poteva fermarlo, né complessi sofismi, né citazioni errate di passi oscuri dell'Antico Testamento. Il suo discorso risuonò come ottone ben temperato e costrinse i suoi avversari ad accettare la Parola di Dio Incarnata o a rivelare a tutti la loro fede sbagliata e la durezza del loro cuore.

 Con il dotto rabbino Herban, il santo intrattenne un dialogo con argomenti e citazioni della Sacra Scrittura in un dibattito aperto e intenso, che durò molti giorni, senza pause. Niente sembrava essere sufficiente per vincere l’ostinazione del suo avversario, il quale, dopo aver esaurito tutti i suoi argomenti, disse ad alta voce: “Perché dovremmo dedicare più tempo ad argomenti che non ci servono? Se Gesù, che fu crocifisso dai nostri antenati, è, come tu dici, vivo e soprattutto Figlio di Dio, fammelo vedere e crederò in Lui!". Poiché gli altri ebrei si unirono alla causa di Herban, San Grigente si ritirò per qualche istante e pregò Dio. Allora la terra tremò, il cielo si aprì e Cristo stesso apparve in tutta la Gloria che lo ha accompagnato nella Seconda Venuta in Etiopia, abbattendo e accecando i non credenti ma, d'altra parte, riempiendo i cristiani di luce e di gioia, come un anticipo delle cose buone della Vita Eterna.

 Il Santo spiegò agli ebrei tramortiti che erano stati accecati a causa della loro infedeltà e che sarebbero caduti nell'oscurità eterna nel Giorno del Giudizio se non si fossero pentiti e avessero creduto nel Salvatore. Uno di loro decise di accettare il Santo Battesimo e uscì dal bagno della rinascita pieno di gioia, ritrovando la luce degli occhi corporei, dopo essere stato illuminato dalla luce spirituale. Lo seguirono più di 5.000 ebrei e lo stesso Herban, che, avendo mostrato un pentimento esemplare, prese il nome di Leone e divenne uno dei più stretti consiglieri del re d'Etiopia.

 Successivamente San Grigente redasse un codice di leggi che regolava il comportamento e i costumi dei cristiani. Le chiese si moltiplicarono e il re d'Etiopia, sotto la sua direzione spirituale, aprì numerosi ospedali e fondazioni di beneficenza. Dopo la morte del re, suo figlio Erdidos continuò con grande pietà l'opera intrapresa dal padre.

 Dopo aver colmato tutti di miracoli e di grazie spirituali durante i molti anni del suo episcopato, Grigente, questo giovane apostolo, dormì in Dio una morte santa il 19 dicembre 552 e fu pianto da tutto il popolo riunito ai suoi funerali. La Chiesa Ortodossa del Nuovo Regno d'Etiopia nello Yemen continuò la sua esistenza in pace, finché non fu definitivamente spazzata via dalla marea musulmana (c. 632).

La verità delle cose ti ha rivelato al tuo gregge come regola di fede, icona di mansuetudine e maestro di temperanza; per questo motivo, hai raggiunto le vette con l'umiltà, le ricchezze con la povertà. O Padre e Gerarca Grigente, intercedi presso Cristo Dio affinché le nostre anime siano salvate.

Attraverso le preghiere dei nostri Santi Padri, Signore Gesù Cristo nostro Dio, abbi pietà di noi e salvaci! Amìn!

sabato 7 dicembre 2024

SANTA LYGERI HIOPOLITI 👑


 Tra la moltitudine dei nostri eroici Nuovi Martiri Arvaniti-Arbëresh ci sono anche tante figlie Cristiane Otrodosse, che hanno donato la loro vita e la loro confessione a Cristo e hanno preservato il loro onore dai tiranni osceni e non religiosi. Una di loro è la santa e gloriosa nuova martire Lygeri Hiopoliti.

 Nacque intorno al 1804 nel villaggio Arvanita-Arbëresh di Anavato sull'isola di Chios, che conobbe il volto più duro della schiavitù turca. I suoi genitori erano semplici isolani Arvaniti-Arbëresh, ma avevano una fede incrollabile in Dio, dando loro la forza per continuare l'amara vita di schiavitù. Sopportare le umiliazioni, il lavoro ingrato, le pesanti tasse e la loro relegazione alla categoria degli animali. In quanto "infedeli", secondo il Corano e le tradizioni islamiche, le loro vite avevano poco valore per i conquistatori e i tiranni musulmani.

 Una delle loro grandi gioie è stata la loro adorabile figlioletta Lygeri, un vero dono di Dio nella loro vita. L'hanno allevata con l'educazione e il timore del Signore. Con la loro fede semplice ma profonda in Dio, instillarono nella sua anima pura la fede nel vero Dio Uno e Trino e con il loro esempio le insegnarono la virtù, la modestia, l'onestà e la purezza. Crebbe fino a diventare una personalità perfetta, con doti intellettuali e rara bellezza fisica. Gli abitanti del villaggio l'amavano, la onoravano e la ammiravano.

 Nel 1822, l'Alta Porta (amministrazione ottomana) nominò un pascià crudele, disumano e avido. La maggior parte dei funzionari turchi considerava i cristiani schiavi come loro proprietà e oggetto del loro sfruttamento. Gli uomini sotto il peso dei lavorarli e delle tasse e le donne per usarle come loro concubine, e quelli d'età avanzata come servitori delle loro case. Qualunque donna loro piacesse, senza chiedere a lei o ai suoi parenti, la afferravano e la rinchiudevano nei loro harem oscuri e peccaminosi.

 Questo pascià, durante uno dei suoi giri sull'isola, vide per caso l'allora diciottenne Lygeri. La sua bellezza e il suo aspetto maestoso lo impressionarono e la desiderò. Ordinò che gli fosse condotta davanti e con suppliche e ordini le chiese di cedere ai suoi desideri peccaminosi. Le offrì ricchezze, gloria, onori e potere, se lei avesse accolto le sue lusinghe per farne la sua amante. Ma lei, senza pensarci affatto, respinse le sue proposte immorali. Ella, infatti, alzò il capo al cielo, verso lo Sposo della sua anima, al quale pregò in segreto, affinché la rafforzasse e non cadesse vittima delle lusinghe del Pascià. Contemplava i beni celesti, quelli imperituri ed eterni, incomparabilmente superiori a ciò che le imponeva il promiscuo funzionario musulmano. Pensando all'infinito Regno dei Cieli, che non ha alcuna somiglianza con il regno fragile e tirannico dei tirannici pagani ottomani.

Il pascià cercò di contenere la sua rabbia, sperando che col tempo l'avrebbe convinta a soddisfare il suo desiderio peccaminoso. Spesso mandava i suoi uomini al suo villaggio, supplicandola ed esortandola ad accettare le sue proposte. Col passare del tempo, la sua passione peccaminosa per la ragazza Arvanita-Arbëresh Cristiana Ortodossa si intensificò. Ma lei non accettò mai.

 Il 6 settembre 1822, gli abitanti del villaggio fecero una festa, celebrarono la festa del "Miracolo a Chonai" dell'Arcangelo Michele, dove il capo delle forze celesti aveva miracolosamente salvato la città. Questo giorno fu scelto dall'insolente pascià per impadronirsi di Lygeri. Mandò un distaccamento di soldati ad arrestarla, mentre gli abitanti del suo villaggio festeggiavano, gioivano e ballavano con noncuranza. Gli abitanti del villaggio, vedendo i soldati turchi, iniziarono a correre per salvarsi. Solo Lygeri rimase impavida al suo posto. Le chiesero di seguirli di sua spontanea volontà e, quando lei rifiutò, la afferrarono con la forza e corsero verso un luogo chiamato Elinda, dove il Pascià la stava aspettando.

 Lygeri pregava lungo la strada, implorando Cristo, lo Sposo della sua anima, di rafforzarla nella sua nuova avventura per mantenere la sua fede in Lui inalterata e il suo corpo puro. Finché resistette, i soldati rozzi e dal cuore duro usarono violenza su di lei, maledicendola, picchiandola e minacciandola. Quando raggiunsero un punto scosceso, Lygeri abbracciò un albicocco selvatico con tale forza che fu impossibile per i soldati staccarla dall'albero. Iniziarono nuovamente a maledirla e a minacciarla di ucciderla sul posto se non si fosse allontanata dall'albero. Lei rispose: "Sono nata cristiana e morirò cristiana, non cambio la mia fede. Non scenderò di sotto, fatemi ciò che volete."

 Allora si avvicinò una feroce guardia, che tirò fuori la scimitarra e le tagliò la testa, la afferrò e corse verso Elinda. Alcuni cristiani lo inseguirono invano per togliergliela. Il suo sacro corpo combatté senza testa e irrigò con il suo sangue onesto il suolo della terra di Chio. Anche sua madre corse, con gli occhi pieni di lacrime, ma anche orgogliosa, poiché sua figlia meritava il martirio per Cristo, prese tre manciate del suo sangue facendo tre croci sulle rocce. Uno di questi si distingue ancora oggi. Quando la guardia portò la testa al Pascià, questi si arrabbiò, perché voleva Lygeri viva, e lo decapitò, partendo addolorato per la città di Chios e issando una bandiera nera sulla sua nave. Il luogo del martirio divenne un luogo di pellegrinaggio per gli abitanti di Chios, che venerano Santa Arvanita-Arbëresh Lygeri.

 La sua memoria viene commemorata il 6 settembre.

mercoledì 4 dicembre 2024

PRESENTAZIONE AL TEMPIO DELLA MADRE DI DIO 👑

 

🌿 Oggi si ricorda la presentazione al Tempio della Theotokos.

 I santi Gioacchino e Anna, che non avevano figli, fecero voto a Dio che se fosse nato loro un bambino, l'avrebbero consacrato a Dio. E quando nacque la Vergine Maria, i suoi giusti genitori si affrettarono a mantenere la loro promessa.

Nella loro cooperazione con la volontà di Dio, la loro bambina divenne il veicolo e l'Arca attraverso il quale Dio si è fatto uomo.

 La Santissima Theotokos fu consacrata a Dio all'età di tre anni per prepararsi spiritualmente alla sua significativa missione di portare il Figlio di Dio, per cui il Signore degli eserciti avrebbe assunto la nostra carne e avrebbe unito la sua divinità alla nostra umanità.

 La figlia di Gioacchino e di Anna entrò nel santuario, vietato anche ai sacerdoti perché questo era il luogo dove Dio risiedeva. Poiché questo era il luogo dove poteva entrare solo il Sommo Sacerdote, anche gli Angeli furono sorpresi di vedere questa giovane ragazza entrare nel Sancta Sanctorum.

 Questa festa dell'ingresso della Theotokos è dunque una pietra miliare nella storia della salvezza, ed è una festa importante della Chiesa Ortodossa. La Madre di Dio è celebrata in tutto il mondo come portatrice della nostra salvezza, ed è, nel più profondo modo, non solo la Madre di Dio, ma anche nostra Madre.

martedì 3 dicembre 2024

ANGELO NUOVO TESTIMONE 👑

 

🌿 Angelo era un devoto Cristiano Otrodosso Albanese originario di Argo nel Peloponneso e praticava la professione di medico a Kusadasi, vicino a Efeso, all'inizio del XIX secolo. Un giorno entrò in una discussione sulla fede con un viaggiatore francese, la cui mancanza di speranza lo fece arrabbiare molto, e quindi lo sfidò a duello. Lo fece per mostrare al bestemmiatore il potere che la Vera Fede dà ai cristiani, e per questo andò al duello armato solo di un bastone. Quando si incontrarono quella notte, il francese, vedendo il santo coraggio del servo di Dio, fu preso da grande paura e tornò indietro, e di conseguenza Angelo fu dichiarato vittorioso. Dopo questo evento, Angelo decise di abbandonare la sua professione e ogni legame con il mondo e di restare nella sua casa, per consacrarsi interamente a Dio.

 Ma il sabato di Lazzaro del 1813, quest'uomo pronto a versare il suo sangue per Cristo, rinnegò la sua religione senza alcuna ragione, semplicemente di propria iniziativa. Lasciò la città di Nafplio e andò come straniero a Chios, dove tornò in sé e cominciò a pentirsi, chiedendo aiuto a tutti i confessori e ai santi martiri della fede. Da questo momento la sua unica preoccupazione sarà quella di trovare un'occasione per fare ammenda della sua apostasia mediante lo spargimento di sangue. Si recò alla dogana e annunciò ad alta voce ai soldati e agli ufficiali turchi che era un cristiano che tornava alla religione dei suoi antenati. Il santo venne brutalmente torturato e percosso prima di essere portato nella fortezza, dove venne decapitato il 3 dicembre 1813.