Ἔρεβος cioè Ere-bë-s, una delle prime entità fisiche derivate dal Caos (KAU 🐂) era la personificazione dell'oscurità, uno degli "dei" primordiali. I linguisti stranieri di tutti i tempi hanno trattato l'etimologia di questo nome come di origine sconosciuta, perché hanno imparato a non guardare oltre la lingua greca e le loro radici empiriche. Ma possiamo farlo nella lingua pre-ellenica per eccellenza da cui deriva proprio il greco, cioè dall'albanese con grande facilità, partendo dal fatto universalmente accettato che:
Ἔρεβος = oscurità, tenebre (ita) = err, errësirë (alb)
📜 Platone nel Cratilo raccomanda vivamente agli scrittori suoi contemporanei: "di trovare la derivazione degli elleni vocaboli nella lingua dei barbari, dalla quale gli elleni molte parole avevan preso."
📜 "Molti nomi, anche nella mitologia greca, non sono di origine greca e altri sono stati grecizzati in modo imperfetto." (Arthur Evens, Scripta Minoa II, 1952, c.67)
Il sostantivo errësirë in albanese deriva indiscutibilmente dal verbo transitivo:
Err-em — riflessivo buio
Err -> Ἔρεβος = Erebës ~ in albanese letteralmente significa che fa buio. Con un'interpretazione di buio o di colui che fa errësirê, buio.
Errët —> buio, oscuro
Err —> non vedo, perché l'oscurità è l'assenza di luce.
I tre sinonimi albanesi:
hanno rispettivamente un analogo nella lingua esiodiana, in inglese e in molte altre lingue dell'Irlanda del Nord.
(Girolamo De Rada)
(Gottfried Wilhelm Leibniz)
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