giovedì 10 agosto 2023

SAN PANDELEIMON, GRANDE MARTIRE


 "Pantaleone fu di Nicomedia. Suo padre si nomò Eustorgio, ed era pagano; sua madre Eubola, ed era cristiana: ma ella morì mentre Pantaleone era fanciullo. Egli pertanto sotto l'educazione del padre seguì ad esser pagano. Si applicò alla medicina, e vi riuscì a meraviglia; onde l'imperator Massimiliano lo prese per suo medico. Un giorno il santo s'imbatté a discorrere con un santo sacerdote nomato Ermolao, il quale lodò la sua scienza e il suo spirito, e poi gli disse: Ma che vi serviranno, amico, tutte le vostre belle cognizioni, se ignorate la scienza della salute? E quindi gli esplicò le verità principali di nostra fede in modo, che gli fece confessare che per esser felice bisognava essere cristiano. Dopo ciò avvenne che Pantaleone trovò sulla via un fanciullo morto pel morso di una vipera che gli stava accanto. Allora, così ispirato da Dio, disse al fanciullo che si alzasse in nome di Gesù Cristo, e il fanciullo risorse; ond'egli subito allora corse a trovar s. Ermolao e si fece dare il battesimo.

Fatto cristiano, imprese a fare cristiano anche suo padre: onde un giorno gli comparve innanzi con volto mesto. Il padre gli dimandò la cagione di quella mestizia; rispose: Padre, le stravaganze della nostra religione mi tengono confuso. Se i nostri dei sono stati uomini, come poi son divenuti dei? All'incontro vedo che della stessa materia di cui si fanno le pentole, si fanno ancora gl'idoli. Or come dunque noi offeriamo i sacrificj a questi idoli, che non hanno occhi per vederli, mentre sono statue cieche? Il padre restò commosso da questo discorso; ed essendo poi venuto un cieco a cercar rimedio, il nostro santo, avendo invocato il nome di Gesù sovra di colui, il cieco restò guarito; e con quel miracolo si convertirono e presero il battesimo il cieco ed il padre. Da questi fatti Pantaleone si scoprì da per tutto cristiano, e ne fu accusato all'imperatore. Massimiliano si fece chiamare il cieco, e volle sapere da lui il fatto, e quegli semplicemente disse come era stato, e che egli perciò si era fatto già cristiano. L'imperatore tentò di persuadergli ch'egli era stato guarito non da Gesù Cristo, ma dagli dei. E quegli rispose: Ma come volete, principe, che gli dei diano la vista, quando essi non vedono? Massimiliano sdegnato a questa risposta gli fece subito troncare la testa. Indi fece chiamare Pantaleone, e gli rimproverò la sua ingratitudine in farsi cristiano, dopo ch'egli l'avea colmato di onori e di ricchezze. Rispose il santo: Sire, non vi è di noi chi non sappia la nascita degli dei, e quindi le loro passioni e i loro delitti. E come possiamo questi uomini empj adorar come dei? Principe, uno è il solo vero Dio, ed è il Dio de' cristiani. E soggiunse: Facciamo qui la sperienza alla presenza vostra della verità della fede. L'imperatore si contentò. Si addusse un infermo di morbo incurabile: i pagani impiegarono sacrificj, orazioni, ma l'infermo restò qual era. S. Pantaleone poi facendo il segno della croce sull'infermo in nome di Gesù Cristo, quegli subito si trovò guarito e cominciò a gridare: Son sano, son sano, non vi è altro Dio che il Dio de' cristiani. L'imperatore gridò in vano: Incantesimo! magia! La maggior parte degli astanti si convertì, e da per tutto pubblicarono la potenza di Gesù Cristo.

Massimiliano da ciò più inasprito fa condurre Pantaleone in una piazza, e lo fa lacerare da ferri, e poi fa bruciargli le piaghe con torce accese: di poi lo fa buttare in una caldaia di piombo liquefatto, ma il santo in nulla restò leso da tali supplicj. Indi l'imperatore lo fa gettare nel mare con una pietra di molino legata al collo; ma il santo uscì dal mare sano e salvo. Di più lo fa legare ad un albero di ulivo per farlo ivi uccidere colle spade; ma il ferro diventa molle come cera. Finalmente gli fa troncare la testa. L'imperatore se la prese poi con s. Ermolao. Il santo si pose in orazione, e venne un tremuoto che fece cadere tutti gl'idoli della città; onde Massimiliano non sapendo più che fare, fece subito decapitare s. Ermolao. Le reliquie di s. Pantaleone furono trasportate prima in Costantinopoli e di poi in Francia. Dalla testa di s. Pantaleone uscì sangue e latte; e nella città di Ravello nel regno di Napoli si conserva un vaso del di lui sangue, che ogni anno si liquefa, e si vede asperso di sopra con latte, come l'ho veduto anch'io che scrivo questo libro."

In questo periodo storico in cui stiamo ora vivendo fatto di becera propaganda politica, religiosa e scientificah si cerca sempre di trovare risposte a ogni cosa tralasciando, di proposito o per ignoranza, una parte importante del nostro essere umani...

In un sito internet del CICAP, uno dei suoi paladini della scienzah giustamente si pone delle domande e chiede se qualcuno del paese di Ravello abbia un termometro per misurare la temperatura del luogo in cui è conservata la reliquia del Santo, perché come scrive: "Occorre ora ricordare che, dal punto di vista scientifico, un cambiamento di stato, da solido a liquido, può avvenire solo per due motivi.

Il primo è che si tratti di un fenomeno di fusione dovuto a una variazione di temperatura, come avviene per esempio con del ghiaccio, che fonde a 0 gradi, o del burro, che fonde a 30 gradi circa.

Una seconda spiegazione è che si possa trattare di un fenomeno dovuto alla tixotropia, ovvero il comportamento di alcune particolari gel (gelatine), tanto consistenti da apparire solide, le quali passano allo stato liquido per effetto di sollecitazioni meccaniche (scosse, movimenti, urti, vibrazioni, eccetera) del loro contenitore. Questo comportamento non richiede variazioni di temperatura."

Ancora continua: "La reliquia di Ravello, chiusa tra due grate, ma sempre visibile, si liquefa – si afferma – tra il 27 luglio e il 14 settembre, o anche oltre, senza che nessuno la maneggi. Il suo aspetto è identico a quello del “sangue” di S. Lorenzo di Amaseno. Quando liquefatto, sono visibili goccioline dall’aspetto grasso verso la superficie, uno strato trasparente rossiccio e un specie di deposito solido sul fondo dell’ampolla. Nessuna analisi chimica è mai stata eseguita sulla sostanza, benché il suo aspetto e il periodo estivo della liquefazione facciano fortemente presumere una dipendenza dalla temperatura".

Ma come la fanno difficile questi scienziatih!!!

Anche con tutte le loro buone intenzioni, non so cosa vorrebbero dimostrare, eppure con un po' di Conoscienza della Storia e un briciolo di Fede...

...La Risposta è semplice e sta Sempre alla Radice: San Pandeleimon, come anche San Gennaro, in realtà è un Santo Ortodosso e non cattolico, fa parte dei primi Santi Martiri della Chiesa Ortodossa da cui i cattolici si sono separati e in seguito hanno perseguitato in tutto e per tutto. Anticamente era famosa la sua reliquia tra gli Ortodossi. La tradizione dice che dalla testa decapitata del Santo sono usciti sangue e latte, conservate nell'ampolla. Così scrivono i fedeli Ortodossi testimoni oculari del tempo: "Dalla testa di s. Pantaleone uscì sangue e latte; e nella città di Ravello nel regno di Napoli si conserva un vaso del di lui sangue, che ogni anno si liquefa, e si vede asperso di sopra con latte, come l'ho veduto anch'io che scrivo questo libro." Quindi dalle testimonianze possiamo dire che quelle gocce di grasso sono in realtà gocce di latte. Anticamente, quando il Meridione d'Italia era tutto Ortodosso, questo era il vero "miracolo" del sangue e la reliquia era talmente famosa nell'ambiente Ortodosso che una volta che i cattolici si impossessarono del territorio, per motivi politici, la fecero lentamente dimenticare introducendo e amplificando di più il miracolo del sangue di San Gennaro. Che, lo dico senza nulla togliere a San Gennaro dato che è anche lui in primis Santo Ortodosso, lo usarono per i loro scopi e gli fecero fare uno shift teatrale di attenzione, in modo che il vero "miracolo" fosse tolto dalle loro menti.

Gloria a Dio c'è ancora qualcuno che non ha dimenticato!!!

Preghiamo che il Signore faccia nascere Veri Medici delle anime come il Santo Pandeleimon.

Nella foto:
- Icona di San Pandeleimon donata dalla Parrocchia Ortodossa Russa di Torino 🐂 alla Parrocchia Ortodossa Russa di Castrovillari nell'antico oriente Mercurense 🐂☿🔯🔥.
- Il Sangue di San Pandeleimon conservato a Ravello (SA).

lunedì 29 maggio 2023

NEO-ORTODOSSIA: ECUMENISMO: ERESIA


 "Per costruire il nuovo ordine mondiale globalista, Dio deve essere cacciato dalla creazione. Il diavolo è terribilmente scottato dalla presenza di Dio e del Suo popolo. La Chiesa Ortodossa è l'unica spina nel fianco del nuovo Anticristo, perché predica la famiglia, la fede, la vita, il parto, la verginità, l'astinenza, la virtù, la temperanza, la moralità, la vita eterna.

Il globalismo vuole esattamente il contrario: concubinato, miscredenza, sincretismo, aborto, morte, peccato legalizzato, lussuria, passione, sonnolenza stupida, transumanesimo, immoralità, inferno.

È una guerra di vita e di morte per le anime degli uomini, anestetizzate dal piacere, dalla convenienza, dell'abbondanza, per essere eternamente uccise dal demone divoratore di uomini.

Per costruire questa anomalia anticristiana, i profeti del nuovo ordine hanno bisogno di una neo-ortodossia: sincretista, universalista, ecumenista, diversa, tollerante, globalista.

- I dogmi, la coscienza del peccato, del diavolo, della colpa, della punizione, della responsabilità della morte, la nozione di crimine devono essere sradicati.

- Gli Stati infernali hanno bisogno di sacerdoti docili, benevoli, ritualisti, inclusivi, tolleranti del peccato, filosofi del nulla, gongoristi aliturgici, giudici severi del sacrificio, nemici dell'ascesi, sprezzanti dei canoni, sorridenti, ossessionati dalle facciate, politicamente attaccati dalle donazioni.

- La confessione è una lancia conficcata nel cuore del peccato.

Deve essere offuscata, sostituita da surrogati, compromessa, addolcita, eliminata dalle lacrime e dal dolore di uccidere il prossimo.

- La comunione è l'uccisione della morte con il sangue di Dio.

Deve essere rimandata, svuotata di significato, compromessa dalla paura idiota dei virus, declassato al rango di simbolo, come i "fratelli" protestanti.

- Il battesimo è l'ingresso nel Regno di Dio.

Deve essere eliminata l'immersione, adornato, oppure rifiutato del tutto dagli idolatri del vuoto razionalismo.

- Il matrimonio, come unione in Dio tra l'uomo e la donna attraverso l'amore per la nascita di un figlio, deve essere parassitato dalle unioni sesodomitiche, dalla perversione della paternità, dalla maternità surrogata, dall'assessione di trasformare l'essere umano in un organo sessuale.

- Il sacerdozio come legame di sangue con Dio nei Misteri deve essere offuscato, costantemente attaccato, ridicolizzato, incollato all'ossessione del denaro, ucciso dalla diffamazione e dalla mancanza di vocazione.

- Il monachesimo come voto del Vangelo deve essere sradicato, riempito di cose senza vocazione, decapitato dalle élite spirituali, svuotato di grandi confessori...

Rimaniamo fino alla morte nella vecchia e Santa Ortodossia."

(Padre Ioan Istrati)


venerdì 26 maggio 2023

L'ETIOPIA È ATLANTIDE


 L'Etiopia come area geografica aveva significati molto diversi a seconda del periodo in cui veniva utilizzata. Frank Joseph affermò che fino al I secolo a.C. l'Etiopia si riferiva alla costa atlantica del Nord Africa. Zhirov affermò che "Etiopia" significava semplicemente una terra abitata da persone dalla pelle scura, ma questo è totalmente sbagliato perché la parola Etiopia significa "Terra degli uomini liberi".

 Plinio il Vecchio affermò che l'Etiopia era precedentemente chiamata Atlantia. Proclo, il filosofo greco, era convinto che Atlantide esistesse e fosse collegata all'antica Etiopia, citando The Ethiopian History of Marcellus.

 Il colonnello Alexander Braghine credeva in una connessione tra gli antichi etiopi e Atlantide. La mappa in alto risale al 1650 e pubblicata in un libro di J.A. Rogers mostra l'Atlantico meridionale come "l'Oceano etiopico", mentre l'intera Africa centrale è chiamata Etiopia. Possiamo solo concludere che la posizione dell'Etiopia originaria era molto più vasta e ampia di quella attuale, anzi l'intera Africa era originariamente chiamata Etiopia.

 Nel 1936, D. Duvillé suggerì che ci fossero state due Atlantidi: una nell'Atlantico e una in Etiopia. Dall'Etiopia, la prima e vera Atlantide, partirono dei colonizzatori per fondare tutte le civiltà del mondo.

 Potrebbe valere la pena notare che nella mitologia greca, a Poseidone furono assegnate due etiopie, una a est e l'altra a ovest.

Nel libro della Genesi apprendiamo che il centro del Paradiso Terrestre, il Giardino piantato da Dio sulla Terra, si trova in Africa precisamente in Etiopia e da lì poi i primi uomini si diffusero in tutto il mondo: 

"Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, poi di lì si divideva e formava quattro corsi... Il secondo fiume si chiama Ghicon (il Nilo): esso scorre intorno a tutto il paese d'Etiopia. (Genesi 2:10-13);

"Ora Etiopia generò Nimrod: costui cominciò a essere potente sulla terra. Egli era valente nella caccia davanti al Signore, perciò si dice: «Come Nimrod, valente cacciatore davanti al Signore». L'inizio del suo regno fu Babele, Uruch, Accad e Calne, nel paese di Sennaar." (Genesi 10:8-10).

mercoledì 10 maggio 2023

LA PRINCIPESSA ROMANE WORQ

C’è una storia che pochissimi conoscono, è la storia della bellissima principessa d'Etiopia Romane Worq. Era la figlia primogenita del Re dei Re Haile Selassie sposata con Merid Bayanè, comandante della resistenza etiope in prima linea contro i fascisti italiani che avevano occupato il suo paese con un’invasione feroce, che utilizzò in modo massiccio gas chimici e fucilazioni di massa. Poco prima della caduta di Addis Abeba, il Re dei Re fu costretto a un esilio volontario in Inghilterra con buona parte della famiglia reale per denunciare di persona alle Nazioni Unite le atrocità fasciste commesse al suo popolo. La principessa decise di restare a combattere a fianco del marito. Nel 1937 Merid Bayanè venne catturato dagli italiani e fucilato e la principessa, che l’aveva seguito in battaglia, fu catturata, ferita al capo e ad una gamba mentre imbracciava ancora il fucile. Fu così deportata insieme ai quattro figli maschi nel carcere dell’Asinara, dove Gideon, il più piccolo, morì ad appena due anni di età. Qualche tempo dopo, un sacerdote che era vissuto in Etiopia venne in visita al carcere e riconosciuta la principessa fece in modo che potesse abbandonare l’Asinara e raggiungere Torino. Qui venne accudita dalle suore missionarie della Consolata fino al 1940, quando morì ad appena 27 anni per tubercolosi. Fu sepolta in forma anonima e nel massimo riserbo in un loculo senza nome in un’area poco visibile del Cimitero Monumentale di Torino, nel sotterraneo della sesta ampliazione. La lapide portava semplicemente la scritta “A una mamma”. Nel 1944 morì anche il figlio Chetacceu, che venne sepolto accanto alla madre.

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martedì 2 maggio 2023

STRAGE DI ODESSA, PER NON DIMENTICARE CHI SONO GLI UCRAINI


 Il 2 maggio 2014, gruppi paramilitari neonazisti ucraini assaltarono la Casa dei Sindacati di Odessa, dandole fuoco con bottiglie molotov. 

Nel rogo e sotto i colpi di bastone e di arma da fuoco, perirono decine di giovani, donne e lavoratori, militanti di organizzazioni antinaziste e in difesa dei diritti della popolazione russofona.

La polizia del regime golpista neonazista di Kiev, che si era da poco insediato, ha lasciato fare e, anzi, ha supportato le belve sanguinarie. 

I giornalisti pennivendoli occidentali, compresi quegli imbecilli che cantano "Bella Ciao", parlarono di "autocombustione", uccidendo così due volte le vittime. 

Onore ai martiri di quel massacro! Prima o poi i carnefici banderisti la pagheranno!

sabato 29 aprile 2023

LE 12 TIPOLOGIE DI AMORE DELL'ANTICA GRECIA:

I filosofi greci distinguevano l’amore in 12 tipologie diverse a seconda delle diverse emozioni umane e sfumature del sentimento:

Agape (αγάπη)
Agape è l’amore incondizionato, anche non ricambiato. Va al di là delle forze umane, è un amore puro e senza alcuna aspettativa. L'amore nei vangeli e nel Cristianesimo Ortodosso, l'attributo fondamentale della divinità che ama gli uomini, si fa uomo e soffre e muore per essi, e da parte dell'uomo l'identificazione del prossimo con sé stesso e quindi con lo stesso Dio: l'Amor che move il Sole e l'altre stelle (Dante)

Eros (έρως)
Eros è la tipologia di amore più conosciuta. Dio greco della fertilità, il suo tipo di amore rappresenta quello passionale, il desiderio carnale. Veniva definito in termini di irrazionalità, perché il desiderio ardente avrebbe potuto portare alla follia.

Philia (φιλία)
Philia indica un tipo di amicizia profonda. Amicizia come vincolo di fiducia e lealtà, come fondamenta di un rapporto solido e suggellato dalla bellezza della condivisione. Amare ed essere amati. 

Storge (στοργή)
Storge è l’amore nei confronti della famiglia o dei parenti, tipico dei consanguinei, deriva da “stergo” che significa amare teneramente.

Philautia (φιλαυτία)
Philautia è l’amore per sé stessi, l’amor proprio, fonte di perfezionamento e benevolenza è definito come forma di egoismo positivo. 

Mania (μανία)
Mania associato all’amore è il desiderio incondizionato di amare e possedere, l’amore tossico che vive (apparentemente) solo attraverso il possesso di ciò che brama, il partner come oggetto del desiderio. Distruttivo. 

Charis (χάρις)
Charis è forse la tipologia d’amore più ambita tanto quanto appagante: idilliaco. Entrambi i partner si amano allo stesso modo, sia fisicamente che spiritualmente. 

Himeros (ἵμερος)
Himeros è l’amore che arde di desiderio fisico, impulsivo, irrefrenabile, l’amore folle. Desiderio carnale, non ascolta ragioni e va appagato nell’immediato. 

Anteros (αντέρως)
Anteros, fratello di Eros (si narra fossero inseparabili) è l’amore corrisposto con il rispettivo coniuge/compagno e indica la stabilità sentimentale. 

Pragma (πρᾶγμα)
Pragma è associato all’amore maturo di lunga data, ma anche al compromesso e alla pazienza. Fare uno sforzo per dare amore piuttosto che solo per riceverlo.

Pothos (Πόθος)
Pothos è la personificazione del rimpianto e del senso di nostalgia che si prova quando una persona amata è lontana. È anche identificato con l’amore adolescenziale, l’infatuazione, il desiderio prima dell’incontro. 

Thelema (θέλημα)
Thelema è l’amore nei confronti di ciò che si fa, il proprio lavoro, il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare e non è rivolto quindi ad una persona.

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martedì 25 aprile 2023

IL DIAVOLO IN MUSSOLINI


 Quando Dio creò il mondo e quanto esiste, stabilì tutto secondo una giusta disposizione
mai avrebbe desiderato offrire al peccato una dimora tra gli esseri umani e tra i loro sovrani.
Fondò una legge santa
per governare l'universo maestoso, e tutto ciò che creò
era vincolato a seguire siffatto corso.
Ma il male si infiltrò nella vita dell'uomo,
rovinando tutto ciò che la Bontà aveva concesso,
E si accese tra i due un conflitto
che spinse l'uomo alla sua triste tomba: il diavolo ed il Signore degli Eserciti
hanno combattuto sulle pianure della vita, ed ancora si può scorgere il furore del conflitto
che vede Dio vittorioso ad ogni battaglia.
I Cesari giunsero e così andaron via,
come già Alessandro ed i suoi simili, Napoleone giunse altresì
seguito molto da vicino da Mussolini; quest'ultimo diavolo levò la spada
per ferire a sangue un mondo di uomini pacifici.
Ed il peccato di Roma lo proclamò eccelso
alla sua discesa tra i figli di Dio.
Questo diavolo in veste d'uomo, compie i suoi trucchi e le sue opere con arroganza:
declama la grande fama dell'Italia
e sfida allora il Signore degli Eserciti;
la lotta procede tra i due, per concludersi poi come avvenne,
perchè Dio deve vincere ogni causa, ogni minaccia che l'uomo avanza su ogni fronte.
Il tempo giungerà quando ogni mano
colpirà il Cane Folle sul capo,
e questi cadrà verso l'inferno, lasciando la propria macchia tra i morti.
Questo Mussolini, uomo-diavolo,
è giunto dalla nicchia più oscura.
E con l'apparenza da selvaggio, per aspetto ed opere, tenta di prendere la vita che Dio concede.
Questo vile pazzoide non è certo in grado di insufflare l'anima, neppure certo potrebbe forgiare creatura alcuna,
eppure vorrebbe ferire a morte tutti gli uomini
e ciò per sola vanità.
Conduce la marcia contro neri e bianchi,
per incoronarsi signore della terra, ma se conquista, soltanto per poco,
i suoi trionfi altro non sono che demoniaca ilarità.
Il tempo giungerà per incatenargli caviglie e polsi, come ogni diavolo già passato,
ed egli sarà allora soltanto uno stolto in più, nato dal grembo satanico.
Maledite il diavolo dei colli, i colli dell'empietà romana,
e volgete lo sguardo a Dio, il Re della Pace, che regna per benedire la specie umana.

(Poesia e Profezia dell' On. Marcus Garvey del 1936)

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lunedì 24 aprile 2023

BABILONIA d.C.

 

L’architettura del Parlamento europeo – completato il 14 dicembre del 1999 – presenta precisi simbolismi di matrice esoterica che potrebbero essere indicativi della natura altrettanto iniziatica delle élite di potere che dominano il Vecchio Continente: la torre principale del Parlamento, infatti, denominata “Palazzo Louis Weiss” presenta delle forti similitudini con la torre di Babele di cui si narra nella Bibbia, sia per il suo carattere di incompiutezza, osservabile alla sommità dell’edificio, sia per la forma stessa della costruzione. Non a caso, la struttura assomiglia a quella ritratta nel dipinto intitolato “La Torre di Babele” di Pieter Bruegel il Vecchio del 1563. Capire il significato della narrazione biblica, dunque, permette di comprendere anche alcuni capisaldi su cui si fonda la governance europea e i suoi obiettivi. Nel racconto, infatti, emergono alcuni dei principali pilastri ideologici della cupola di potere europea e mondiale.

La storia dell’edificazione della torre di Babele è narrata nel libro della Genesi: gli uomini, per non ottemperare al comandamento divino di disperdersi su tutta la terra, giunsero sulla pianura di Sennaar (in Mesopotamia) lungo il fiume Eufrate e nella città di Babele cominciarono a costruire una torre che doveva arrivare fino al Cielo, in sfida a Dio. A quel tempo l’umanità parlava un’unica lingua, il Ge'ez d'Etiopia, ma Dio, per punirli, creò confusione tra di loro facendo in modo che ciascuno parlasse lingue diverse così che, non potendosi più capire, non potessero completare la loro opera sacrilega. Ha origine qui, dal punto di vista teologico, la divisione dell’unità della lingua prima e originale, poi ripristinata grazie al dono dello Spirito Santo nella Pentecoste, e conservata ancora oggi dai sacerdoti e monaci Cristiani Ortodossi nel suo luogo d'origine in Etiopia. Secondo le Sacre Scritture fu il famigerato tiranno Nimrod figlio di Etiopia, fondatore e sovrano del primo regno dopo il Diluvio, a voler costruire la torre come atto di ribellione a Dio: «[Nimrod] trasformò gradatamente il governo in una tirannia, non vedendo altro modo per sviare gli uomini dal timor di Dio, se non quello di tenerli costantemente in suo potere. Disse inoltre che intendeva vendicarsi con Dio, se mai avesse avuto in mente di sommergere di nuovo il mondo; perciò, avrebbe costruito una torre così alta che le acque non l’avrebbero potuta raggiungere, e avrebbe vendicato la distruzione dei loro antenati. La folla fu assai pronta a seguire la decisione di [Nimrod], considerando un atto di codardia il sottomettersi a Dio. Si accinsero così a costruire la torre ed essa sorse con una velocità inaspettata», scriveva lo scrittore ebreo Giuseppe Flavio (37 – 100 d.C.) nell’opera “Antichità giudaiche”. Anche Dante Alighieri, nel canto XXXI dell’Inferno, incolpa esplicitamente Nimrod (che chiama Nembrotto) di aver provocato la confusione delle lingue. Per esemplare contrappasso, Nembrotto è punito con l’impossibilità di comunicare, parlando un linguaggio comprensibile solo a lui, e non potendo comprendere altri.

Costruire il Parlamento europeo come la Torre di Babele è segno della condivisione della visione di Nimrod che prevedeva un avvento graduale della tirannia, la secolarizzazione dell’umanità per sostituire il timore di Dio con la dipendenza dal potere politico, l’instaurazione di un unico governo e di un’unica religione mondiale e la sfida a Dio nel vano tentativo di prenderne il posto. Secondo il racconto biblico, la torre non fu mai completata: da qui l’incompiutezza della parte superiore della torre del Parlamento che si può interpretare quindi come la prosecuzione del lavoro interrotto di Nimrod. Del resto, a confermare il simbolismo babelico del Palazzo di Strasburgo è proprio un poster ufficiale dell’Ue, successivamente ritirato a causa delle critiche. Nel poster si vedeva il popolo europeo riedificare la torre e in basso a destra la scritta “Europa: molte lingue, un’unica voce”. Esso è la prova dell’approccio esoterico dei costruttori e del riferimento al racconto biblico: lo slogan, infatti, si riferisce alla confusione (da Babele – significa confondere) creata da Dio attraverso una moltitudine di lingue. Le stelle in alto presenti nel poster, invece, rappresentano un pentagramma rovesciato, simbolo dell'anticristo.

Un giudizio peggiore della sorte di Babele cadrà su coloro che invano oggi tentano ancora una volta di prendere il posto a cui spetta solo a Cristo nostro vero Dio.

lunedì 10 aprile 2023

SANTO E GRANDE LUNEDÌ - "IL SENSO DELLA BELLEZZA"


(di P. Maximos Lavriotis)

La Chiesa Ortodossa inaugura l'inizio della Settimana Santa con la figura biblica di Giuseppe "il Pankalos" (Il tutto bello). Una storia commovente e  molto profonda: i suoi 10 fratelli lo odiano a morte, lo gettano in una fossa, lo vendono ai commercianti per pochi soldi e dicono al loro padre che hanno trovato la veste insanguinata...

Il padre credendolo morto, lo piange, ma Giuseppe diventerà re in Egitto, avendo evitato i tranelli della donna che lo ha follemente amato. Alla fine  perdonerà i suoi fratelli e darà loro del cibo durante il periodo di carestia.

Ancora più sconvolgente del racconto biblico è l'avvicinamento che ne fa la Chiesa Ortodossa. Chiama Giuseppe Pankalo = tutto bello e non Panareto = tutto virtuoso, e così facendo mostra la corretta concezione che aveva il cristianesimo primitivo della bellezza: non una considerazione estetica, ma una stima realista: ogni portatore del bello contiene una bellezza primordiale. Non bellezza che abbaglia, ma realtà che scuote. Questa considerazione è profondamente biblica: è, per primo, il Creatore nella Genesi che guarda tutta la Sua creazione e dice: "tutto quello che è stato creato è molto bello".

Giustamente allora, i Padri della Chiesa e teologi dell'Oriente hanno identificato l'Essere con il Kalos (bellezza). Basta che qualcuno o qualcosa venga all'esistenza come creatura ed avere la sua origine dal Creatore, per portare il Kalos, la Bellezza.

Niente in comune questo Kalos ha con quello che oggi comunemente intendiamo per bellezza. Serpenti, lucertole, bestie e creature velenose sono tutte molto belle perché create da Dio e sicuramente anche l'uomo, la perfezione della creazione, è sempre stato ornato dal principio da ogni virtù. Ogni uomo che fa agire questa virtù naturale diventa da kalos (bello) a pankalos (tutto bello), come Giuseppe. Ma questo comporta, nella pratica, molta tribolazione e immenso dolore... Giuseppe ha evitato il facile edonismo, è imprigionato... ha molto sofferto...

Nel suo volto la Chiesa Ortodossa riconosce la prefigurazione della Passione di Cristo. Per questo lo mette in evidenza nella funzione del Lunedì Santo. E questo diventa una grande lezione per noi e in particolare per la nostra idea di "bellezza": Kalos (bello) non è colui che affascina le masse con la sua conoscenza, il suo sorriso, la sua arte. Kalos (bellezza) non è l'attrazione senza logica. Giuseppe ha assunto il dolore e la morte che gli hanno offerto i suoi fratelli e ha trasformato questo dolore in perdono, bontà, pietà e misericordia prefigurando dunque il ruolo di Cristo. È rimasto Pankalos (tutto bello) quindi perché non ha lasciato che la cattiveria, l'odio e tutte le passioni umane lo potessero dominare. Ha dimostrato allora come si mantiene "bello" colui che accetta di camminare insieme col dolore e quale "grande riuscita" è ricevere dolore e morte non solo dai nemici, ma anche dai fratelli.

Nelle società moderne dove la morte procurata dal fratello non ci scuote più, la persona "tutta bella" di Giuseppe ci distribuisce ancora il nutrimento che ci manca: offre il seme dell'amore nelle mani di tutti quelli che hanno odiato involontariamente, non solo il proprio fratello, ma anche il Creatore di tutta la Bellezza aumana.

Facendo memoria di questa enorme bontà, con questa invisibile bellezza, cominciano nella Chiesa Ortodossa le celebrazioni della Grande e Santa Settimana verso la commemorazione della Passione di Cristo.

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mercoledì 5 aprile 2023

IL GENERALE RUSSO D'ETIOPIA.


 Abram Petrovich Hannibal (Gannibal in Russia) era un principe etiope, nato intorno al 1696 presso un villaggio chiamato Lagon, situato sull’estrema riva nord-est del fiume Mareb.

Durante i tentativi di invasione musulmana all'Etiopia i figli delle famiglie nobili etiopi venivano presi su ordine del capo di tutti i musulmani, il sultano turco, come ostaggi, per essere uccisi o venduti come schiavi. Gannibal fu rapito dai musulmani e inviato a Istanbul come ostaggio. Sua sorella Lahan venne catturata assieme a lui, ma morì durante il viaggio.

All'età di sette anni, Gannibal venne portato alla corte del sultano ottomano di Costantinopoli e dopo avervi trascorso un anno fu inviato come regalo allo zar Pietro di Russia. A San Pietroburgo, l'imperatore Pietro il Grande lo adottò e lo crebbe assieme ai suoi figli. Gannibal fu battezzato nel 1705 nella Chiesa Ortodossa di Santa Parasceve, a Vilnius, con Pietro il Grande come padrino e gli diede i nomi Petrovich (come se stesso) e Annibale (dal nome del generale africano che era temuto a Roma).

Fu educato alla corte dello zar di Russia. Era uno studente brillante e presto divenne uno dei preferiti dello zar. Nel 1717 Gannibal venne portato in Francia per poter continuare i propri studi in campo artistico, scientifico e militare. A quel punto, egli parlava correntemente diverse lingue e conosceva la matematica e la geometria. Completata l'istruzione ritornò a San Pietroburgo.

Divenne maggior generale del Genio militare, governatore di Reval e nobile dell'Impero russo, fu nominato precettore del principe ereditario. Ma dopo la morte di Pietro le gelosie della corte lo portarono ad essere inviato in Siberia per lavori sempre meno importanti. Alla fine fu arrestato e imprigionato. La zarina Anna Ivanova lo salvò e non solo ripristinò la sua posizione a corte, ma lo nominò ingegnere generale della Russia e gli conferì la medaglia Alexander Nevski. Morì da uomo ricco e venerato, lasciando una moglie e nove figli. Fu bisnonno di Aleksander Pushkin, fondatore della lingua letteraria russa contemporanea che scrisse su di lui un romanzo incompiuto.

⚡🔯 "L'Etiopia può essere orgogliosa del fatto che uno dei suoi cittadini abbia combattuto insieme a Pietro il Grande e grazie a questo è stata associata al vostro più grande poeta Aleksander Pushkin."
(Haile Selassie, Re dei Re, Luce del mondo) 《《《 Estratto da un discorso del Re dei Re durante la Sua visita all'Unione Sovietica nel 1959, opuscolo disponibile al seguente indirizzo ➡️ [ITA] https://amzn.eu/d/g2geToI + ➡️ [ENG] https://a.co/d/0gkNFP4 《《《