domenica 11 febbraio 2024

VENEZIA ILLIRICA 🔯🇦🇱

 

Agli antichi Veneti ci si riferisce anche con i termini "Venetici", "Heneti" o "Eneti" parenti di Enea.

Erodoto ricorda gli "Eneti" tra le tribù pelasgo-illiriche (odierni albanesi) il ramo più occidentale di quell'insieme di popolazioni.

Secondo Catone, i Veneti sono di stirpe troiana albanese imparentati con gli Etiopi, in quanto il fratello del re troiano Priamo, Titone, era il padre di Memnone re d'Etiopia e Persia.

Secondo la storiografia romana, i Veneti sarebbero stati una popolazione proveniente dalla Paflagonia albanese, regione dell'Asia Minore sul Mar Nero. Parteciparono alla Guerra di Troia dove furono da lì espulsi.

A Troia morì Pilemene, il comandante degli Eneti, che, rimasti senza patria e senza guida, si rivolsero ad Antenore. Dopo varie vicende, questi li condusse ad approdare sulle coste occidentali del Mar Adriatico settentrionale. Qui la popolazione scacciò gli Euganei, una popolazione locale che si rifugiò nelle valli alpine e di cui oggi non rimangono tracce rilevanti.

Strabone indica anche i Veneti come celti, una delle tribù asiatiche albanesi che insieme a Bruto d'Albania Epiri dopo la guerra di Troia fondarono la Britannia. ⬇️
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I Veneti si stanziarono dapprima in piccoli villaggi, in seguito iniziarono il disboscamento delle foreste, e si organizzarono in centri abitati sempre più grossi, soprattutto lungo i fiumi Adige, Brenta (dall'albanese Brenda) e Piave.

I Veneti intrattennero rapporti commerciali e culturali con la vicina Etruria di stessa origine. Ebbero poi con Roma rapporti amichevoli e si giovarono dell'aiuto della città laziale di stessa origine per allontanare la minaccia costituita dall'invasione dei Galli: in cambio di protezione, permisero ai Romani di stabilirsi pacificamente nel loro territorio e, in definitiva, di colonizzarlo costruendo strade, ponti e villaggi. Il Veneto non venne quindi conquistato con la forza dai Romani, ma fu inglobato pacificamente e, con il tempo, la cultura veneta si perse e venne sostituita (in parte assimilata) dalle usanze di Roma.

Nella foto: uno dei tre ovali del pittore Paolo Caliari detto il Veronese nel soffitto della Chiesa di San Sebastiano a Venezia, in cui si rievocano le storie bibliche di Ester e di Mardocheo. Ester, ragazza ebrea nella corte del re persiano Assuer, e Mardocheo, suo zio che, insieme ad essa, ormai regina, smaschera un complotto e i piani di annientamento del popolo ebreo da parte di Amman.

Nell'ovale principale è rappresentato "L'INGRESSO TRIONFALE DI MARDOCHEO". La bandiera che accompagna il trionfo 🇦🇱 - rossa e con un’aquila bicefala nera - araldo “Kastriota” o “Arbëresh”, rievoca le vittorie dell'eroe albanese Skanderbeg contro le invasioni turche.

La ricercatrice Lucia Nadin fa notare le congruenze tra la vita di Skanderbeg e quella di Mardocheo, davvero sorprendenti: entrambi presi in ostaggio sin dalla giovinezza e cresciuti in esilio alla corte del re dove, distinti per le loro capacità, aspettavano solo di porsi alla guida, verso la salvezza e la vittoria, del proprio popolo perseguitato, ed entrambi, in modi diversi, sono considerati dei protettori della fede.

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