domenica 4 febbraio 2024

LA TORRE DEGLI ALBANESI DEL MONASTERO DI HILANDAR SUL MONTE ATHOS

A 1 km a sud del monastero di Hilandar sul Monte Athos, nella foresta, sopra il desertico Skete della Santissima Trinità vi è ancora tutt'oggi una torre in rovina. La posizione è vicino alla strada sterrata che collega il monastero alla sua Arsanas occidentale (Giovanitsa).

Nel XV secolo la torre apparteneva a Ioannis (Ivanis) Kastrioti, sovrano dell'Albania settentrionale e padre di Gjergj Kastrioti, l'eroe nazionale dell'Albania (meglio conosciuto come "Skenderbeg").

Secondo un documento del 1421-1422, Ioannis Kastrioti acquistò la torre e 4 adelfata (per sé e per tre dei suoi figli) dal monastero di Hilandar per la cifra di 60 fiorini veneziani, dove vi si ritirò come monaco.

“Adelfaton” era il diritto di risiedere in una dipendenza di un monastero sul Monte Athos, accompagnato dal diritto di sfruttare i raccolti dei terreni circostanti. Il diritto era valido per tutta la vita, ma non poteva essere ereditato. Era una pratica comune un tempo, soprattutto nei secoli XIV e XV, quando diversi ricchi signori secolari dei Balcani acquistarono questo tipo di proprietà sull'Athos per ritirarsi e rimanervi come monaci alla fine della loro vita.

Tuttavia, la torre preesisteva molto prima che Kastrioti la acquistasse. La cronologia esatta non è nota. Inizialmente doveva trattarsi di una torre prettamente difensiva, che probabilmente fungeva da rifugio per i monaci in caso di incursioni piratesche. Molto probabilmente fu costruita nello stesso periodo della torre di Agios Savas del Monastero di Hilandar (con la quale esistono somiglianze strutturali), quindi ipotizziamo che si tratti di una costruzione del XII secolo, circa. Quando Kastrioti lo acquistò dovette fare una radicale ristrutturazione, e forse, poi, furono aggiunti altri edifici all'area circostante.

La torre fu restituita al monastero alla fine del XV secolo, probabilmente nel 1468, dopo la morte di tutti i beneficiari dell'adelfaton. In epoca successiva vi si stabilì una comunità di monaci - apparentemente organizzata secondo i canoni di uno Skete - che riuscì a ricevere per diversi decenni, almeno fino al 1528, ricche donazioni da parte dei sovrani della Valacchia.

Nei vari documenti monastici dell'epoca, relativi a queste donazioni, sembra che fosse già stabilito il nome “Torre degli Albanesi” (arbanaskij pirg), mentre talvolta veniva utilizzato anche il nome “Torre di San Giorgio”.

La torre fu utilizzata per secoli successivi. Probabilmente fu abbandonato intorno agli inizi del XX secolo o poco prima.

 

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