🌿 In questo giorno del 331 a.C. si combatté la grande battaglia di Gaugamela tra il regno Macedone sotto Alessandro e il regno Persiano sotto Dario.
La lotta fu combattuta principalmente tra Albanesi (Dardani, Illiri, Autariati, Peoni, Macedoni, Epiroti e Traci) e forze asiatiche mentre le truppe Ateniesi (greche) sottomesse ad Alessandro, giocarono una minima parte nell'azione.
A Gaugamela un'aquila 🦅 volò sopra Alessandro mentre gli eserciti si preparavano alla battaglia e la scena fu interpretata come un buon auspicio dal veggente Aristandro, poiché l'aquila 🦅 era l'uccello nazionale dei Macedoni e degli Epiroti, ed è ancora l'emblema nazionale dei loro discendenti, gli Albanesi 🇦🇱, non a caso chiamati Shqipe, cioè figli dell'aquila di Zeus.
La battaglia fu decisa sull'ala destra dove Dario aveva schierato la sua migliore cavalleria asiatica, 8.000 afghani sotto il loro satrapo Beso, supportati da 3.000 arcieri turchi a cavallo, Sciti che erano considerati i migliori cavalieri del mondo. Fu loro ordinato di cavalcare attorno al fianco destro macedone e di sparare alle truppe di retroguardia per gettare la loro linea in confusione. Ma Alessandro contrastò posizionando la sua migliore cavalleria Illirica e Autariata nella retroguardia per affrontare la minaccia Scita. La cavalleria Dardana e Peona era posizionata all'estrema destra per affrontare Besso e la sua cavalleria Afghana mentre Alessandro guidava la sua cavalleria Macedone verso il centro dove Dario era circondato dalle sue guardie del corpo e da un'unità d'élite chiamata gli Immortali.
Sull'ala sinistra Parmenio con la cavalleria e la fanteria illiriche era supportato da alleati greci e traci, ma al vecchio generale fu ordinato di rimanere sulla difensiva mentre Alessandro sferrò il colpo decisivo a destra e al centro.
La cavalleria Albanese attaccò in squadroni di guerrieri tribali imparentati. Portavano grandi scudi a cavallo, le uniche truppe al mondo a farlo, quindi gli arcieri Sciti furono resi inutili. La cavalleria afghana era pesantemente armata ma usava lance più corte, quindi la loro superiorità numerica fu compensata da armi inferiori.
Gli Albanesi erano guidati dai Dardani come nella guerra di Troia. Poi i Peoni li seguirono guidati da Aristone, che ricorda l'Asteropaio di Omero. La lotta fu anche omerica con i leader albanesi che affrontarono i comandanti asiatici in un duello.
Gli Sciti resistettero finché gli Illiri dalla retroguardia non entrarono nella mischia e il loro generale Areti uccise il capo scita in duello. Poi gli Sciti ruppero e fuggirono seguiti dalla cavalleria Afghana sotto Besso.
Dario vide la sua cavalleria migliore sulla sinistra in piena fuga, e Alessandro completamente visibile che lo inseguiva alla testa della cavalleria macedone. Dario andò nel panico e scappò via dal campo di battaglia in una fuga precipitosa, seguita da una disfatta totale dell'esercito Persiano.
L'impero Pelasgico che crollò nel 1150 a.C. fu ora ristabilito, Europa e Asia unite sotto un unico sovrano, Alessandro Magno Re del Mondo.
"Guardai, ed un capro da ovest percorreva la superficie della terra senza toccare il suolo. Il capro aveva fra gli occhi un corno notevole. Si avvicinava al montone con due corna che avevo visto stare davanti al corso d’acqua; correva verso di lui con tutta la sua furia. Lo vidi scagliarsi contro il montone, pieno di rabbia verso di lui. Assalì il montone e gli ruppe le due corna, e il montone non ebbe la forza di resistergli. Allora il capro lo gettò a terra e lo calpestò, e non c’era nessuno che potesse liberare il montone dal suo potere. Il capro si esaltò moltissimo, ma appena fu diventato potente, il grande corno si ruppe; al suo posto spuntarono quattro corna notevoli, verso i quattro venti dei cieli." (Daniele 8:5-8)
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