domenica 22 gennaio 2023

IL DIFENSORE DELLA FEDE ORTODOSSA


 Dal Concilio delle Chiese Ortodosse Orientali di Addis Abeba del gennaio 1965:

- RISOLUZIONE I

 Noi, i Capi delle Chiese Ortodosse Orientali, riuniti con le nostre delegazioni in conferenza, dichiariamo solennemente Sua Maestà Imperiale Haile Sellassie I Imperatore d'Etiopia come il "DIFENSORE DELLA FEDE".

- RISPOSTA DI S.S. KYRILLOS VI PAPA DI ALESSANDRIA E DEL SEGGIO SI SAN MARCO:

"Vostra Maestà (Haile Selassie), dice il salmista: «Il Re (Cristo) gioirà nella tua forza, o Signore! E nella tua salvezza quanto grande sarà la sua gioia! La sua gloria è grande nella tua salvezza: Onore e Maestà gli hai concesso» (Salmo 21:1-5). Ora che questa profezia è divenuta reale, poiché Vi abbiamo visto gioire nella forza e nella salvezza del Signore, è appropriato che diciamo: il Signore ha glorificato la Sua opera in noi e ne abbiamo gioito. L'Etiopia ha udito e ne è lieta ed i popoli dell'Ortodossia hanno gioito. Nella vostra modestia, il Signore Vi ha concesso la Gloria ed ha conferito forza all'Ortodossia per mezzo Vostro.

In verità noi Capi delle Chiese Ortodosse Orientali qui felicemente riuniti non avremmo realizzato questo incontro. Dio Vi ha scelto per portare questo servizio agli Ortodossi. Per questo e per tutti i servizi precedenti, Avete meritato di essere chiamato il DIFENSORE DELLA FEDE nel ventesimo secolo."
(S.S. Kyrillos VI, Papa di Alessandria e del seggio di San Marco; gennaio 1965)

- RISPOSTA DI S.S. MORAN MAR BASELIOS, CHATHOLICOS DELL'ORIENTE:

"È con il cuore colmo di gioia e gratitudine che presenzio qui oggi. Mi ritornano alla mente le parole dell'anziano Simeone quando vide il bambino Gesù. Simeone stava attendendo la consolazione di Israele. Quando vide il bambino Gesù, si accorse che la consolazione era giunta al suo popolo. Il suo cuore fu ricolmo di gioia e cantò alla gloria di Dio...

Questo giorno è un grande giorno per tutti noi e per le nostre Chiese.

 È stata la lungimiranza di Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I a riunurci in unità. Nel suo discorso di apertura, una profonda fonte di ispirazione, Sua Maestà Imperiale ci ha ricordato i doveri della Chiesa nel mondo moderno... 

Sono certo di esprimere il pensiero di noi tutti quando parlo di Sua Maestà Imperiale come del DIFENSORE DELLA FEDE ORTODOSSA...

 Addis Abeba è una città benedetta da Dio. Lo spirito di unità e fratellanza di cui abbiamo fatto esperienza si espanderà da questa città a tutte le terre di cui proveniamo. In questa città benedetta, abbiamo acquisito una nuova visione della vocazione della Chiesa. 

La Sposa di Cristo è adorna nella gloria della sua Camera Nuziale e noi ne gioiamo."
(S.S. Moran Mar Baselios Augen I, Catholicos dell'Oriente; gennaio 1965)

Il Leone di Giuda ha prevalso, Cristo è tornato.
👑🦁

sabato 21 gennaio 2023

L'UNICO E SOLO RE ORTODOSSO


 Estratto dal discorso di Sua Santità Moran Mar Ignatius Yacub III Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente al Concilio delle Chiese Ortodosse Orientali di Addis Abeba nel gennaio 1965:

"Oggi è un giorno di gioia e di ringraziamento. Ci rallegriamo perché abbiamo avuto il privilegio di incontrarci come membri delle Chiese Ortodosse Orientali, condividendo la fede comune e la comunione dopo secoli di isolamento...

 ... Tutto questo non sarebbe stato possibile se Sua Maestà Imperiale Haile Selassie I, Difensore della Fede, non avesse mostrato coraggio, fede, saggezza e visione per unirci.

 ... La guida di Sua Maestà in questa conferenza, la Sua fede, conoscenza, devozione e umiltà cristiane profondamente radicate sono state una fonte di ispirazione per tutti noi. Siamo orgogliosi di Lui e del Suo paese. Abbiamo SEMPRE pregato per Lui come nostro UNICO E SOLO RE ORTODOSSO, e continueremo a pregare per Lui e per il Suo popolo. Possa Egli vivere per molti altri lunghi anni a venire. Possa Egli essere benedetto per aiutare ad eseguire la decisione di questa prima Conferenza come Costantino per il Concilio di Nicea.

 ... Dio non abbandonerà mai la Sua Chiesa. Ha detto "Ecco, sono sempre con voi".

 Questa Conferenza è sicuramente un segno di questa promessa. Lo Spirito Santo era presente ovunque e la Sua mano di guida era visibile in mezzo a noi".

(Sua Santità Moran Mar Ignatius Yacub III Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente, gennaio 1965)

giovedì 19 gennaio 2023

I SETTE MACCABEI E IL VERO AMORE DI UNA MADRE.

 

I primi precursori dei martiri di Cristo furono i sette fratelli Maccabei e la loro madre Solomonia, insieme al loro maestro, Sant'Eleazar.

 Furono processati ad Antiochia dal re Antioco Epifane. I santi martiri si riconoscevano senza timore seguaci del Vero Dio e sotto brutali torture rifiutarono di mangiare la carne di maiale, cosa proibita dalla Santa Legge del Signore.

«Non temere questo carnefice, ma accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme ai tuoi fratelli nel giorno della misericordia»... Sono le parole di una madre eroica che ci rivela che cosa vuol dire amare. Ella fa di tutto per la salvezza dell’anima dei suoi figli: questo è l’amore!!!

Ecco i punti salienti della loro storia:

"Sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni di porco proibite.... Uno di essi, fattosi portavoce di tutti, disse: "Che cosa vorresti domandare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le Leggi paterne".

Il re, fatti arroventare i padelloni e le caldaie, comandò di tagliare la lingua, scorticare il capo e mutilare le estremità a quello che si era fatto loro portavoce, mentre gli altri fratelli e la madre stavano là a guardare. Quando quello fu cosí completamente mutilato, dette ordine di gettarlo sul fuoco, mentre ancora respirava... Condussero quindi il secondo al ludibrio; anch'egli subí a sua volta il supplizio come il primo. Giunto però all'ultimo respiro disse: "Tu, genio furioso, ci strappi dalla nostra presente vita: ma il Re del mondo farà risorgere all'eterna risurrezione di vita noi che siamo morti per le sue leggi".

... Alla loro richiesta, il terzo mise fuori subito la lingua e stese avanti le mani coraggiosamente, dicendo con fierezza: "Queste membra le ho ricevute dal cielo e per le sue leggi non ne faccio conto alcuno, ma spero di riaverle nuovamente da Lui".

... Morto anche questo, martoriarono il quarto con le stesse torture. Sul punto di morire, disse: "È preferibile morire per mano degli uomini e avere da Dio la speranza di essere un giorno da Lui risuscitati. Per te certamente non ci sarà risurrezione alla vita".

... Il quinto condotto alla tortura, fissando il re, disse: "Tu hai un'autorità tra gli uomini e, pur essendo mortale, fai quello che vuoi; ma non credere che la nostra razza sia stata abbandonata da Dio. Quanto a te, abbi pazienza e vedrai come la sua grandiosa Potenza tormenterà te e i tuoi discendenti". Similmente per il sesto... Rimanendo il piú giovane. il re Antioco non solo lo scongiurava con le parole, ma lo assicurava anche con giuramenti di farlo insieme ricco e invidiabile, di averlo come amico e di affidargli uffici governativi, qualora avesse abbandonato le patrie leggi. Siccome il giovane non gli prestava minimamente attenzione, il re chiamò la madre, esortandola a farsi consigliera di salvezza per il giovanetto.

Dopo tanti ammonimenti, ella accettò di persuadere suo figlio. Chinatasi su di lui, per scherno del crudele tiranno, cosí disse nella lingua paterna: "Figlio, abbi pietà di me che ti ho portato in seno... che ti ho educato... Ti prego, o figlio, di osservare il cielo e la terra e di mirare tutte le cose in essi contenute e di dedurne che Dio non le ha fatte da cose preesistenti, e che il genere umano ha la stessa origine. Non temere questo carnefice, ma accetta la morte, mostrandoti degno dei fratelli, affinché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli al momento della misericordia".

Stava ella ancora parlando, che il giovane disse: "Che aspettate? Non obbedisco all'ordine del re, ma obbedisco al precetto della legge data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu, però, che ti sei fatto inventore d'ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai certamente alle mani di Dio. Noi infatti soffriamo a causa dei nostri peccati. Se per nostro castigo e correzione il nostro Dio vivente si è adirato per breve tempo, di nuovo egli si riconcilierà con i suoi servi. Tu, invece, o empio, non ti esaltare invano—perché non sei ancora sfuggito al giudizio di Dio che tutto può ed osserva. Or dunque, dopo aver sopportato un breve tormento, i nostri fratelli sono giunti alla divina alleanza della vita eterna; tu invece riporterai dal giudizio di Dio le giuste pene della tua superbia. Quanto a me, dò anch'io, come i miei fratelli, corpo e anima per le leggi avute, e prego Iddio che si mostri presto misericordioso verso il suo popolo e che tu finisca col confessare, tra prove e flagelli, che solo Lui è Dio; e che l'ira dell'Onnipotente, abbattutasi giustamente su tutta la nostra stirpe si arresti su di me e i miei fratelli".

Allora il re, furioso, usò con lui un trattamento piú feroce che con gli altri, non potendo sopportare lo scherno. Cosí anch'egli passò da questa vita senza affatto macchiarsi, pieno di fiducia nel Signore. UItima, dopo i figli, morí la madre".

Così facendo, questa madre coraggiosa generava i suoi figli una seconda volta, e questa volta, alla vita eterna.

martedì 17 gennaio 2023

CATTOLICESIMO VIETATO IN ETIOPIA

 

Prova che la chiesa cattolica romana non era autorizzata a predicare il cattolicesimo romano in Etiopia durante il regno di Menelik II:

Trattato di amicizia e commercio firmato ad Ancober, tra il rappresentante del Re d'Italia e Menelik II, Re dello Scioa, il 21 maggio 1983:

  Art. 5. In entrambi gli Stati è pienamente garantita la facoltà per i sudditi dell'altro Paese di praticare la propria religione. Tuttavia, è proibito nello Scioa insegnare qualsiasi religione diversa da quella cristiana (Tewahido Ortodossa Etiopica) praticata dal Re (Menelik II)

Anche Leonard Mosley nella sua biografia di Haile Selassie, su un missionario britannico in Etiopia nel 1897, scrisse:
"Hanno fatto visita al capo della missione cattolica romana, monsignor Thaurin, e hanno assistito a una lezione in cui i monaci stavano istruendo i figli di un nobile etiope. Non lo sapevano, ma uno degli alunni era il figlio di Makonnen, Lij Tafari, e il suo fratellastro maggiore, Yilma. Monsignor Thaurin si lamentava (non il primo o l'ultimo missionario a farlo in Etiopia) che gli era permesso di insegnare ma non di predicare.

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domenica 15 gennaio 2023

NERONE FALSE FLAG


 Il grande incendio di Roma scoppiò nell'antica città di Roma nel 64, al tempo dell'imperatore romano Nerone. L'incendio scoppiò la notte del 18 luglio del 64, nella zona del Circo Massimo e infuriò per nove giorni complessivamente, propagandosi in quasi tutta la città. I morti furono migliaia e circa duecentomila i senzatetto. Numerosi edifici pubblici e monumenti andarono distrutti, insieme a circa 4.000 insulae e 132 domus. Al momento dell'incendio, Roma era una delle maggiori metropoli del mondo antico. L'incendio di Roma oggi verrebbe forse chiamato "FALSE FLAG". Anche allora dei "feroci complottisti" OSARONO pensare che qualcuno poteva avere ordito qualcosa di oscuro. Poteva forse LA BESTIA DELL'IMPERO avere ordito qualcosa di tanto crudele e subdolo? Poteva FORSE Nerone avere costruito un piano così perverso? Le "voci" furono subito ZITTITE e vennero PERSEGUITATI E MASSACRATI i cristiani. Questa pericolosissima "setta" era ritenuta colpevole non tanto dell'incendio quanto di "odio del genere umano" ("igitur primum correpti qui fatebantur, deinde indicio eorum multitudo ingens haud proinde in crimine incendii quam odio humani generis convicti sunt"). Tacito riporta qualche "fatto di cronaca" dell'epoca: "Alla pena vi aggiunse lo scherno: alcuni ricoperti con pelli di belve furono lasciati SBRANARE DAI CANI, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco in modo da servire d'illuminazione notturna, una volta che era terminato il giorno. Nerone aveva offerto i suoi giardini per lo spettacolo e dava giochi nel Circo, ove egli con la divisa di auriga si mescolava alla plebe oppure partecipava alle corse con il suo carro. . . .

[I cristiani] erano annientati non per un bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo. "Erano infatti terribili questi cristiani... da Plinio possiamo leggere alcune loro TERRIFICANTI ABITUDINI: "Essi avevano l'abitudine di incontrarsi in un certo giorno prestabilito prima che facesse giorno, e quindi cantavano in versi alternati a Cristo, COME A UN DIO, e pronunciavano il voto solenne di non compiere alcun delitto, né frode, furto o adulterio, né di mancare alla parola data, né di rifiutare la restituzione di un deposito; dopo ciò, era loro uso sciogliere l'assemblea e riunirsi poi nuovamente per partecipare al pasto, un cibo di tipo ordinario e innocuo" (Plinio, Epistole, trad. di W. Melmoth, revis. di W.M.L. Hutchinson, vol. II, X,96). La PERSECUZIONE non ottenne però l'effetto sperato, al contrario. Noi vi RICORDIAMO. Calunniati, sbranati, messi a fuoco, torturati, spellati, uccisi. VI RICORDIAMO e ricordiamo quell'Uomo che avete portato nella vostra TESTIMONIANZA coraggiosa. Siamo fragili, indegni e peccatori certamente... ma RICORDIAMO e vi ringraziamo per quello che avete portato a NOI. Vi RICORDIAMO e raccontiamo quello che VOI raccontavate sul Vostro Maestro e Salvatore, il Nostro Maestro e Salvatore. Egli è VIVO. E' RISORTO. Nel "Testimonium Flavianum", (libro 18, capitolo 3, paragrafo 3)possiamo leggere: "Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se è lecito chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, NON CESSARONO coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno NUOVAMENTE VIVO, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d'altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani" - (Giuseppe Flavio, Antichità XVIII, 63-64) - 

Quella "tribù" continua a TESTIMONIARE che Iyasus (Gesù) é il Cristo, il Figlio di Dio. "Io sono venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell'ultimo giorno".

sabato 14 gennaio 2023

SAN GERASIMO E IL LEONE

 

Gerasimo è stato un anacoreta, venerato come santo dalla Chiesa Ortodossa. Nato in Licia, nell'Asia Minore, visse ai tempi dell'imperatore Zenone e fondò una comunità monastica nei pressi del fiume Giordano.

San Gerasimo del Giordano fu un grande asceta e padre del deserto, un angelo nella carne.

Un giorno San Gerasimo incontrò lungo le rive del Giordano un leone feroce che ruggiva con grande dolore a causa di una spina che gli si era conficcata nella zampa. La bestia gli mostrò la zampa ferita. Allora, San Gerasimo ricolmo della stessa compassione che Dio ha per tutte le creature, gli tolse la spina, disinfettò la ferita e congedò la bestia che piena di gratitudine non se ne volle andare ma iniziò a seguire il santo eremita come se fosse un suo discepolo. Abbandonò addirittura la sua ferocia, diventando vegetariano e per questo San Gerasimo dopo avergli dato il nome di "Giordano", gli affidò l'incarico di proteggere e guidare gli asinelli del monastero. Diventò così amico di tutti i monaci.

Un giorno alcuni predoni rubarono un asino che il leone custodiva. Gerasimo, pensando che il leone avesse mangiato l'asino, lo incaricò di trasportare l'acqua, il leone accettò docilmente. Qualche tempo dopo i ladri tornarono portando con sé l'asino e tre cammelli, il leone li assalì mettendoli in fuga, poi prese le briglie dell'asino e dei cammelli e li portò dal santo, che si scusò con lui per la punizione ingiusta che gli aveva dato. Il leone visse con i monaci per cinque anni.

Il Leone simboleggia il Cristo nella sua seconda venuta, tornato a custodire il suo umile popolo rappresentato dagli asinelli simbolo di umiltà. I predoni rappresentano i fascisti che invasero il Regno del Signore e uccisero i santi del suo popolo costringendo il Cristo al giogo dell'esilio sulle sue spalle. In accordo con le Scritture il Cristo dopo cinque anni riconquista il suo Regno sconfiggendo l'aggressore fascista. Il Leone ritorna umile su un asino. I tre cammelli confermano che è opera di Dio. Il cammello simboleggia lo Spirito Santo e il Regno del Signore, e che siano tre vuol dire che è opera della Trinità che come il Leone conduce l'asino, Egli torna umilmente sul Trono del suo Regno.

Quando San Gerasimo morì, il leone Giordano non era presente. Al suo ritorno i monaci lo misero al corrente della morte del Santo eremita. Il leone in preda alla disperazione si rifiutò di mangiare e di essere consolato, infine i monaci lo condussero al luogo dove era sepolto il Santo, e lì il leone si fermò sulla sua tomba battendo il muso a terra, senza mangiare né bere fino a morire.

Tutto questo accadde perché Dio ha voluto glorificare Colui che lo a glorificato, mostrando che le bestie selvagge mangiavano erba ed erano sottomesse ad Adamo prima che egli trasgredisse il comandamento di Dio e fosse cacciato dal Paradiso. E i Santi con la loro ascesi e conversione, insegna la Chiesa Ortodossa, hanno riacquistato lo stato di Adamo, prima della cacciata del Paradiso.

🌿 Gli umani e gli altri animali differiscono in modo significativo. Ma riguardo al fatto che abbiano un'anima, la Bibbia è chiaramente affermativa - "A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde"(Gen. 1:30). Inoltre, vengono usate esattamente le stesse parole su Adamo e gli animali. In ebraico è la parola nephesh in combinazione con hayyah, che è esattamente la stessa formulazione della descrizione dell'anima nella creazione di Adamo in Genesi 2:7 "allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.": נֶ֣פֶשׁ חַיָּ֔ה. In altre parole, sebbene qui nephesh sia tradotto solo come "vita", l'ebraico parla dell'anima. Gli animali hanno quindi un nephesh hayyah proprio come Adamo.

venerdì 6 gennaio 2023

TREGUA DI NATALE RIFIUTATA


Il Patriaca Kirill della Chiesa Ortodossa Russa e il Presidente Russo Putin hanno chiesto l'istituzione di una tregua natalizia dalle 12:00 del 6 gennaio fino alla fine della giornata del 7 gennaio per il Natale Ortodosso e far cessare i bombardamenti Ucraini.

Ieri la tregua è stata rifiutata dalle autorità naziste ucraine.

▪️Ma perché Kiev rifiuta? 

Le ragioni principali sono due. La prima è di carattere ideologico/religioso. Kiev sta conducendo una crociata contro la Chiesa Ortodossa canonica, tesa alla messa al bando dell'istituzione. Dopo un mese di blitz dell'SBU in chiese e monasteri, il capo della chiesa uniato-scismatica, ha annunciato un accordo con la chiesa cattolica per celebrare il Natale ortodosso il 25 dicembre, secondo il calendario gregoriano. Il rifiuto della tregua equivale dunque al rifiuto del riconoscimento della festività celebrata con il calendario giuliano secondo la tradizione Ortodossa. 

Il secondo motivo è propagandistico e serve a rafforzare la postura delle autorità ucraine nei confronti di Mosca, facendo passare il messaggio che l'Ucraina è vittima di un'aggressione e non lancia nessuna bomba. Questo è sbagliato per due motivi: il primo è che semplicemente si tratta di una falsità, visto che Kiev bombarda da nove anni il Donbass. Bombardando solo civili. In secondo luogo la tregua non vale solo per i raid aerei ma soprattutto per i combattimenti lungo la linea di contatto (difatti servirebbe anche per consentire ai soldati di celebrare il Natale).

Il rifiuto della tregua dunque mostra il vero volto della nazista Kiev non solo al mondo, ma soprattutto tra le truppe impegnate al fronte.

Per questa ragione le varie ramificazioni propagandistiche si affrettano a dare man forte al governo ucraino, per evitare malumori tra la popolazione e i soldati. Devono quindi scrivere che la tregua unilaterale è un inganno della Russia ed inventare una supercazzola prematurata per sostanziare questa affermazione.

La tregua costringerebbe a scendere a patti con Mosca e a riconoscere la festività della Chiesa Ortodossa ucraina. Pertanto la nazi-Ucraina non l'accetta, a costo di rovinare la propria reputazione che ormai non è più credibile. Dunque non resta che fare la colpa di questo alla Russia. 

Come Volevasi Dimostrare.

giovedì 5 gennaio 2023

MEMORIA DEI SANTI DIECI MARTIRI DI CRETA


Nell’aprile del 250, l’imperatore Messio Quinto Decio ordinò attraverso un editto imperiale a tutti i cittadini, di compiere atti di culto idolatrico alla presenza di commissioni governative, in cambio, al suddito veniva consegnato un libellum da lui stesso sottoscritto: un certificato di buona condotta religiosa, che gli permetteva di circolare liberamente per l'impero. Era il primo "Green Pass" della storia contro i Cristiani.

A Gortina, sull'isola di Creta, dieci uomini: Teodulo, Saturnino, Euporo, Gelasio, Euniciano, Zotico, Ponzio, Agatopo, Basilide ed Evaristo, riconosciuti come Cristiani, in seguito all'editto promulgato da Decio, vennero rinchiusi in carcere. In prigione, essi vennero picchiati crudelmente e presi a sassate e, trascinati di fronte al governatore del posto, vennero costretti a compiere un sacrificio all'interno del tempio della dea Fortuna, dato che in quel giorno ricorreva la sua festività.

Al loro ennesimo rifiuto, i dieci vennero sottoposti a nuovi tormenti finché la folla, mossa a compassione dalle loro ferite e torture, li invitò ad obbedire al governatore. Anziché temere, i santi diedero una prova tangibile della loro fermezza, rispondendo: "Piuttosto moriremmo mille volte."

Il governatore non vide quindi altra soluzione se non nella pena capitale: sicché il gruppo venne condotto verso luogo del martirio, mentre pregava Dio di avere pietà del genere umano e di concedere l'abbandono dell'idolatria da parte dei loro concittadini. Al termine delle loro preghiere, vennero tutti decapitati.

I dieci Martiri, per aver lottato a Creta con vigore, hanno ricevuto dal Cielo le Corone della Vittoria.

Celebriamo i vittoriosi, la Santa decade della Trinità: germogli di Creta, sostegni della Chiesa Ortodossa, immarcescibili ornamenti dei fedeli, preziosi fiori profumati del Paradiso, amabilissime vittime accette a Cristo, offerte votive del Tempio Celeste.

LEGGI ANCHE: Il Pass Contro i Cristiani del 250 dc

mercoledì 4 gennaio 2023

GLI ELLENISTI CHE HANNO STUDIATO IN AFRICA

 

Tra gli ellenisti era consuetudine per chi volesse studiare qualsiasi tipo di scienza recarsi in Africa, culla della civiltà.

I famosi ellenisti di cui a scuola studiamo la loro storia e gli scritti, hanno tutti condotto i lori studi in Africa.

Platone è stato uno studente al Tempio di Waset in Egitto per 11 anni,  Aristotele lo è stato per 11-13 anni. Socrate ha trascorso almeno 15 anni nello stesso tempio; allo stesso modo, Euclide studiò per 10-11 anni nello stesso tempio. Pitagora vi trascorse 22 anni.

Gli antichi studiosi in Egitto iniziarono a tenere registri fin dal 4000 al 3000 aC, lo stesso con il popolo dell'attuale Africa sub-sahariana. Diversi europei hanno anche studiato nel tempio di Timbuktu, dove sono state condotte la maggior parte delle ricerche.

Ippocrate ha studiato a Waset per 20 anni, più una miriade di altri greci poco conosciuti che si sono immatricolati a Waset, tra cui Diodoro, Solone, Talete, Archimede ed Euripide studiando con eminenti studiosi dell'Etiopia, della Nubia e di diverse tribù subsahariane.

Lo studioso di greco, San Clemente di Alessandria, una volta disse che se si dovessero elencare i nomi di tutti gli elleni che hanno studiato sotto tutor egiziani, un libro di 1.000 pagine non sarebbe sufficiente.

La maggior parte degli studiosi di cui sopra ha anche svolto diverse ricerche nel tempio di Timbuktu nell'antico Mali. Il paradosso è che ci volevano almeno 40 anni per laurearsi a Waset, il che significa che nessuno degli studiosi greci sopra menzionati si è nemmeno laureato.

Nel 332 aC, Alessandro Magno invase l'Egitto sotto il potere militare. Il filosofo Aristotele e le sue coorti  rubarono molti archivi dell'Egitto e bruciarono ciò che non potevano decifrare. Timbuktu fu attaccata dall'impero marocchino a metà del XVII secolo d.C.

È un fatto che TUTTI questi filosofi hanno studiato ai piedi dei Sommi Sacerdoti nei templi dell'antico Egitto, tornati nelle loro terre hanno affermato di essere i creatori...

La storia che ci insegnano a scuola ha intenzionalmente tagliato fuori tutti questi importanti particolari.

Nel celebre affresco di Raffaello Sanzio "La Scuola di Atene" che si trova in una delle quattro "Stanze Vaticane" poste all'interno dei Palazzi Apostolici, si muovono 58 figure, i filosofi e i matematici più celebri dell'antichità, intenti a dialogare tra loro, all'interno di un immaginario edificio classico, rappresentato in perfetta prospettiva.

Alcune figure sono facilmente riconoscibili. Al centro della scena c’è Platone, con le sembianze di Leonardo, che punta il dito verso il cielo alludendo al Bene e al mondo delle idee, mentre con una mano regge il Timeo. Accanto a lui l'artista pone Aristotele - il cui volto sembra ricordare quello del Maestro di prospettive Bastiano da Sangallo - che, volgendo il palmo della mano verso terra indica, al contrario, il principio razionalista della sua filosofia.

Ed è in un piccolo particolare mai considerato di questa figura che l'artista inserisce, nascosto in bella vista, il segreto da dove i filosofi greci hanno attinto a tutto il loro sapere.

È lì sulla mano di Aristotele il libro più importante; un libro che porta a un luogo remoto: il luogo delle origini dell'umanità, il luogo delle origini della scienza della filosofia e della religione, il luogo da cui gli stessi Antichi Egizi e tutta l'umanità provengono... questo luogo è l'ETIOPIA.

I PERSONAGGI PROTAGONISTI DELLA SCUOLA DI ATENE

1 • Zenone di Cizio
2 • Epicuro o Rito orfico | Fedra Inghirami
3 • Federico II Gonzaga
4 • Severino Boezio o Anassimandro o Aristosseno o Empedocle o Senocrate
5 • Averroè
6 • Pitagora
6 • Telaugue
8 • Antistene o Senofonte
9 • Kalokagathia greca (cosiddetta Ipazia) | Il Sodoma
10 • Eschine o Senofonte o Alcibiade
11 • Parmenide o Senocrate o Aristosseno
12 • Socrate
13 • Eraclito
14 • Platone
15 • Aristotele
16 • Diogene di Sinope
17 • Plotino
18 • Euclide o Archimede | Bramante
19 • Zoroastro | Baldassarre Castiglione
20 • Claudio Tolomeo
21 • Apelle | Raffaello
21 • Protogene | Il Sodoma o Perugino o Timoteo Viti
7 • Alcibiade

martedì 3 gennaio 2023

PI GRECO π


 Pi greco è una costante matematica indicata con la lettera greca π/pi, scelta in quanto iniziale di περιφέρεια, circonferenza in greco e viene definito come il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio ovvero 3,1415926535... E questo è solo l'inizio; potrebbe proseguire all'infinito, ma senza mai una sola ripetizione e questo significa che all'interno di questa serie di decimali è contenuto ogni altro singolo numero: la vostra data di nascita, la password del vostro cellulare, il numero di previdenza sociale... sono tutti qui da qualche parte.

E se convertiste questa serie di numeri in lettere otterreste ogni parola che sia stata concepita in ogni possibile combinazione: le prime sillabe che avete pronunciato da bambino, il nome della persona per cui avete una cotta, la storia della vostra vita dall'inizio alla fine, tutto quello che diciamo, pensiamo o facciamo. Tutte le infinite possibilità del mondo si trovano all'interno di questo semplice cerchio. Se uno solo di questi numeri venisse tolto, il cerchio scomparirebbe.

Che ci farete con questa informazione o a cosa vi servirà spetta solo a voi deciderlo.

PERSECUZIONI RELIGIOSE IN UCRAINA

 

❌☦️🇺🇦 Persecuzioni religiose in Ucraina, fedeli ortodossi non ammessi alla Pecerska Lavra di Kiev nelle feste religiose del Natale Ortodosso

Come già avevo anticipato:

Da oggi, 1 gennaio, alla Chiesa Ortodossa ucraina è chiuso l'accesso a due chiese dell'Alta Lavra: la Cattedrale dell'Assunzione (la chiesa principale della Kiev-Pechersk Lavra) e la Chiesa del Refettorio .

Inoltre, oggi nessuno è ammesso lì. All'ingresso del territorio della Riserva Nazionale "Kyiv-Pechersk Lavra" c'è un cartello che dice che la riserva è chiusa fino al 01/02/2023.



🚫☦️🇺🇦 Persecuzioni religiose in Ucraina, attentato contro sacerdote a Vinnitsa, vittima in terapia intensiva.

La mattina del 2 gennaio, l'arciprete Antony Kovtonyuk è stato aggredito nella Chiesa della Protezione della Madre di Dio a Vinnitsa: uno sconosciuto è entrato in chiesa, iniziando a buttare tutto all'aria. L'abate l'ha rimproverato e l'uomo senza dir niente gli ha tagliato la gola con un coltello.

Da oltre un mese il governo di Kiev non fa che fomentate alla violenza contro la Chiesa Ortodossa canonica, mettendo a punto una vera e propria persecuzione religiosa che potrebbe portare alla messa al bando della UOC. Le autorità naziste impedendiscono la celebrazione delle liturgie natalizie. Queste azioni potrebbero divampare in un conflitto inter-religioso. 

DEREK 🔯🔥