🌿 Nella "Cronaca di Argirokastro", un antico manoscritto donato dall'arcivescovo di DRUInopolis nel 1806 al console francese di Ali Pasha a Giannina (Janina), la storia è raccontata fin dall'antichità, con la terza migrazione Pelasgica della tribù Arbore-Dardana Atlantidea dopo il diluvio di Atlantide, che arrivò e si stabilì in Epiro e Kaonia.
Il fiume, chiamato Dar'a, Daradus, Daras o Dart, nasce sulle pendici dell'Alto Atlante. Sarebbe più corretto sottolineare che in realtà i fiumi sono due: uno, che scorre verso sud-ovest dai monti Atlante, oggi chiamato Draa, ma che in passato era chiamato Darda; il secondo, che scorre verso nord dai monti Atlante fino allo Stretto di Gibilterra, è ancora oggi chiamato Darda.
Il nome di ATLANTE, o meglio ATLAS, è sempre stato un mistero.
Questo mistero viene svelato dalla lingua più antica d'Europa parlata ancora oggi dai diretti discendenti dalle tribù Arbore-Dardane Atlantidee, ovvero gli Albanesi e gli Arbëresh, la popolazione più antica d'Europa. Quindi il suo significato va trovato nella lingua Arbëresh come insegnava il sommo Vate Arbëresh di Macchia Albanese in KalArberia, Girolamo De Rada:
📜 "Gli dei del paganesimo hanno tutti nomi derivati da radici albanesi. È chiaro quindi che per il culto di Dio e della natura dobbiamo fare riferimento ai Pelasgi. Dopo la trasformazione del Dio Unico in un dio multiforme e antropomorfo seguirono gli idoli, che avevano nomi perfettamente albanesi che ne esprimevano i simboli."
(Girolamo De Rada)
ATLAS non è altro che AT LASHTI che in Albanese-Arbëresh significa ANTICO PADRE riferendosi all'Antico Padre della stirpe Arborea-Dardana Atlantidea d'Etiopia e all'Antico dei giorni, il DIO PADRE Creatore.
Sappiamo anche che Atlante era il nonno materno di Dardano, figlio di Zeus (Zoti). Dardano fundò dapprima l'antico regno di Dardania nell'Albania del nord, e in seguito fu il fondatore della città di Troia e della dinastia troiana.
Secondo il manoscritto, queste tribù pelasgiche, dall'Atlante giunsero a Kythnos e da qui a Trikalla presso Giannina (Janina) in Epiro e, poiché erano numerosi, il re dell'Epiro Demetrio, nome maschile di DHE METRA che in albanese significa MADRE DELLA TERRA, della loro stessa stirpe e discendente della prima emigrazione Arberora Atlantidea, li accolse e li stabilì in zone disabitate. Questi nuovi arrivati nutrivano credenze pagane legate al SOLE e alla QUERCIA, e venivano chiamati "DRUIDI". Si nutrivano del miele delle api che vivevano nella quercia.
Tra le tribù albanesi, la quercia, con le sue folte fronde che filtrano i potenti raggi del sole e trasformano il vento in brezza, con il suo tronco secolare, nei millenni è stata sempre considerata un albero sacro.
Essi venivano chiamati DRUI-DI perché vivevano nei boschi sacri di quercia. Nella lingua pelasga-albanese DRU ha il significato di LEGNO, BOSCO, ALBERO, mentre DI significa CONOSCENZA; i DRUIDI quindi erano i SAPIENTI DEL BOSCO SACRO.
I DRUI-DI possedevano una vasta conoscenza di astronomia e furono i costruttori dei più antichi calendari in pietra presenti in tutta Europa che gli permettevano di tracciare i cambiamenti stagionali e i cicli del tempo.
Adoravano il Sole e lo utilizzavano per il funzionamento dei calendari. Il sole era chiamato DILLI, parola pelasgo-albanese formata dalla parola DI che oltre al significato di CONOSCENZA significa anche LUCE o GIORNO, e dalla parola YLLI che significa STELLA. Il Sole era considerata la STELLA DEL GIORNO e LA STELLA DELLA CONOSCENZA. Tramite il sole potevano conoscere i cambiamenti del tempo. Famosa era l'Isola di DELOS o l'Isola del Sole, colonizzata dalle prime tribu pelasgo-albanesi. Questi popoli venivano chiamati anche ILLIRI cioè "Popolo delle stelle" e "Popolo dei liberi".
Dall'Epiro, anticamente detta IPARIA che in pelasgo-albanese significa LA PRIMA, cioè la prima regione dominata dalle tribù Arbore-Dardane Atlantidee della prima emigrazione, da qui queste tribù dei DRUIDI si diffusero in tutta Europa.
Secondo il testo, l'area di insediamento in Epiro della terza emigrazione delle tribù Arbore-Dardane Atlantidee comprendeva la zona di Delvinë fino ai confini di Zoile (Zhulat) e la valle del fiume Drino da Libohova fino al confine di Titopolis (Tepelena). Costruirono città antiche come Dryopena o Druopena, Kanopolis o Kauonopolis, ecc. e in seguito, su questi loro insediamenti, i Romani costruirono città antiche nella valle del Drino come Hadrianopolis, Justinianopolis, Libatonopolis, Antigona, Argiro-kastra, Colore (Kordhoca), Goragon (Goranxia) e molte fortezze e chiese cristiane con nomi come quello di Pandokonis, di Santa Maria Dormiente, degli Apostoli, ecc.
Si pensa che nei pressi della moschea di Melan si trovi Dryope, poiché in alcuni punti emergono dal terreno colonne di marmo.
Kanopolis o Kaunopolis è correlato al luogo in cui, a Zhulat, si trova un insediamento che gli archeologi ritengono risalente a oltre 4.000 anni fa.
Qui vi sono delle grandi pietre che sono chiamate "gurët e Kanës" cioè "pietre di Kanë", probabilmente rotolate dalla collina dove si trovano, vicino alle mura ciclopiche di Piriu.
Kanopoli e questa zona dell'Epiro chiamta Kaonia, era abitata dalla tribù pelasgo-albanese dei Kaoni; il totem di questa tribù era il Bue o Toro.
Ora il Bue o Toro, nell'antica lingua pelasgo-albanese è chiamato KA o KAU, e questo totem fu lo stemma proprio di questa tribù Pelasgo-Illira Dardana e di tutte le nazioni da esse civilizzate; che anzi dal KAU (Toro) portarono nome i Caucasi, i Caoni, i Cauloni, Caspi, i Tauridi ecc.
Non dimentichiamo che in quelle regioni a quell'epoca, secondo la cronaca, vivevano anche dei giganti o Ciclopi dotati di grande forza e corporatura.
📜 "Nell'Epiro superiore e medio, dai monti Grammonas e Acrokeravnia alla catena del Pindo e lungo il Drimino, dall'Adriatico e dallo Ionio all'Egeo, ma anche su alcune isole e attorno all'Attica, in gruppi e sporadicamente, vivono gli Albanesi, QUESTA ANTICA TRIBÙ PELASGICA ED ERACLEA, questi coraggiosi e valorosi difensori della fede della patria e fedeli osservatori e custodi degli antichi costumi e tradizioni. GLI ALBANESI SONO CONSIDERATI I PADRI DELLA RAZZA GRECA [...]
[...] Questi [Albanesi], come la maggior parte dei popoli antichi dalle rive dell'Eufrate e del Gange fino al Caspio e al Caucaso, accampandosi tra l'Iberia e il Caspio e il Perigeo dell'Ocumene dionisiaco, erano inizialmente CICLOPICI, nomadi e pastori."
(Estratto da "Gli albanesi e il loro futuro nell'ellenismo, con un'appendice sui greco-valacchi e bulgari" Anno: 1879)
La tribù Druide di costoro, dopo aver ricevuto istruzioni dall'oracolo presso cui risiedevano le sacerdotesse di Dodona in Epiro, che ricevevano istruzioni dal fruscio delle foglie di quercia nel vento caldo, venne informata nella profezia che avrebbero dovuto partire per la terra di Saturnia, sulle rive di un lago, e lì stabilirsi. E si trasferirono a Spoleto, in Italia, dove oggi si trova il Monteluco, il Bosco sacro, ricco di querce secolari.
Qui si trovano anche antichi scritti su pietre che rappresentano le leggi incise a protezione della foresta sacra. La stessa cosa accade anche nell'Albania Epiri al confine Fushbardhë-Zhulat, dove ci sono due località, una chiamata "Gramat-i" e l'altra "Shkronja-t" che in albanese significano "Gli Scritti". Sopra il luogo chiamato "Përroi i shkronjës" cioè "Burrone della Scritta" si trova la foresta di querce e il luogo chiamato "Shpëri", un tipo di quercia latifoglia che mantiene le foglie sui rami anche in inverno; in altre parti dell'Albania la chiamano "Sparth". La stessa cosa accade a Spoleto, in Italia, dove abbiamo due centri residenziali chiamati "Spiri" accanto al Bosco sacro.
Dall'Albania Epiri, le tribù Druide Arberore della Kaonia si diffusero in tutta Europa.
In KalArberia cioè in Calabria i Caoni o Cauloni o Auloni o Aoni fondarono l'antica Caulonia, arrivando fino alla Britannia e ancora più a nord.
L'antico nome della Scozia era Albania fondata da Bruto di Albania Epiri fuggito dopo che Troia fu distrutta. Ecco perché in Gran Bretagna ci sono zone con nomi come Alba, Arbanon o Radati. Sono i nomi delle zone in cui vissero i primi Pelasgi.
I DRUIDI presenti in Gallia, Britannia e Irlanda, con la loro influenza estesa anche nelle aree celtiche dell'Italia settentrionale e delle Alpi, erano sacerdoti, divinatori, bardi (poeti e musicisti), giudici e consiglieri politici. Possedevano una vasta conoscenza di astronomia (Disco di Nebra), botanica, medicina e storia, tramandata oralmente. Celebratori di riti legati alla natura, con particolare attenzione ai boschi e agli alberi (Drut), considerati sacri.
Allo stesso modo, nella PENISOLA IBERICA, anch'essa anticamente chiamata IPARIA da cui IBERIA, perché come l'EPIRO fu una delle prime regioni dominate dalle tribù Arbore-Dardane Atlantidee della prima emigrazione, qui i nomi di molte città hanno senso solo nella nostra lingua pelasgico-albanese.
Nelle vecchie mappe dell'Albania la zona di Qeparo è chiamata "porto pelasgio". Allo stesso modo, il monte Burreto in precedenza si chiamava monte Pelagus.
"Mali i Lucës" cioè il "Monte Luca" nell'Albania Epiri, in latino significa "Montagna Sacra", proprio come il Monteluco il Italia.
Allo stesso modo, sul "Monte Luca" in Albania si trovano ancora nomi come: "Kroi i Dropullit" "Fontana di Dropuli" e "Përroi i Dropolit" "Burrone di Dropuli", che potrebbero essere rimasti dall'epoca dei Druidi. Per uno scambio fonetico da questo nome deriva anche "Truidë", dall'albanese "Tru" o "me tru" cioè "sapiente", da cui deriva anche il nome di Etruria e degli Etruschi, "popolo sapiente", nell'Italia antica. Molti degli scritti presenti nei loro cimiteri sono stati decifrati tramite la lingua albanese.7
Non invano gli albanologi e gli storici stranieri hanno affermato che:
--"se la storia degli albanesi viene portata alla luce, allora i vicini e l'Europa restano senza storia"!,... e "il 90 percento dell'archeologia sotterranea in Albania è sotto terra e inesplorata".