A mia Nonna Domenica, in Arbëresh Nonòna Diluça, matriarca Arbëresh dell'umile famiglia Iannino da Janina, Epiro.🔯🌙🇦🇱
Il nome Domenica che significa "del Signore", è la forma latina del greco Ciriaca (Κυριακή) che può essere tradotto come "[donna] del Signore", "soggetta al Signore" o "consacrata al Signore". In Arbëresh Diluça ha lo stesso identico significato e letteralmente tradotta come Donna del Sole.
Secondo la Passio greca, Santa Domenica nata nel 287, era figlia di Doroteo ed Eusebia (o Arsenia) e fu educata al Cristianesimo Ortodosso fin dall’infanzia. Visse in un ambiente profondamente Cristiano, dove la vita quotidiana stessa era pregna della Fede professata.
"O Sposa di Cristo, Santa Domenica, Iddio volendoti chiamare alla santità, ti ha fatto nascere figlia di Doroteo e di Arsenia, genitori Cristiani, i quali ti diedero il nome di Domenica, come del Salvatore."
Nel corso della persecuzione di Diocleziano, imperatore romano illirico, all’età di sedici anni fu arrestata con i genitori e condotta a Nicomedia. I genitori, forse per la posizione di rilievo che occupavano nella comunità locale, vennero graziati, grazie all'interessamento dello stesso imperatore, e mandati in esilio ai confini dell'Eufrate, mentre Domenica fu sottoposta a numerose pressioni per indurla a rinnegare la sua Fede Cristiana.
"O Sposa di Cristo, Santa Domenica, lo Spirito Santo ti accese di tale amore per i beni celesti, che non curasti quelli del mondo; e perciò tutta unita con lo spirito a Lui, sopportasti con fortezza la separazione dai genitori mandati in esilio per la fede."
La santa fu torturata, ma la sua resistenza fece convertire coloro i quali erano accorsi a partecipare al macabro spettacolo.
"O Sposa di Cristo, Santa Domenica, Iddio ti donò tali lumi per la Vera Fede e ti animò di tale fortezza, che sapesti testimoniarlo davanti ai tribunali degli imperatori e dei presidi senza curare né le loro minacce né le loro offerte."
Venne dunque messa al rogo, ma le fiamme non lambirono il suo corpo.
"O Sposa di Cristo, Santa Domenica, Iddio ti volle glorificare anche tra i tormenti, perché il fuoco non bruciò neppure un tuo capello."
Visti gli inutili tentativi di ripudiare la religione, fu condotta a Nola in Campania, dove fu processata e condannata a morte "ad leones".
Venne allora data in pasto ai leoni, ma anche questo tentativo fu vano, dato che i leoni si ammansirono di fronte a lei.
"Nel tuo agone mortale, o Domenica celeberrima, hai trasceso le forze della natura; tra i leoni rendesti lode al tuo Cristo e superasti la fierezza delle belve. Agnella condotta al macello per amore dell’Agnello Divino, al bellissimo tuo Sposo conservasti il candore dell’anima tua."
Dopo una lunga tortura, venne alfine condannata alla decapitazione.
Le sue spoglie furono sepolte inizialmente a Vizzini (CT) dove fiorì il culto della giovane martire nell'allora Sud Italia Ortodosso. Dopo la forzata e crudele cattolicizzazione del Meridione, nel 1893 le reliquie furono traslate dai cattolici nella cattedrale di Tropea.
Santa Domenica è anche Santa Patrona di Camaldoli (SA), Caraffa di Catanzaro (CZ), Mandanici (ME), Protonotaro (ME), Santa Domenica di Ricadi (VV), Scorrano (LE), Torre di Ruggiero (CZ) e Tremestieri (ME).
"O Sposa di Cristo, Santa Domenica, Iddio, come sua martire, volle che oltre l’eterna corona ottenuta in cielo, avesti gli onori dovuti in terra. Concedici assistenza in tutte le avversità di questa terra, per stare sempre uniti nella Vera Fede Ortodossa." Amìn!
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