Una volta si diceva: cadono le maschere e si vede l‘altro per quello che è; oggi invece bisognerebbe dire: si alzano le mascherine a coprire il viso, ora possiamo vedere realmente chi abbiamo di fronte. Strano ma vero: la rivelazione della reale natura dell’altro ci viene non dal suo disvelamento, ma dal suo nascondimento. In questo momento, per avere l’esatta misura di chi ci sta davanti, del suo spessore intellettuale, morale, spirituale, basta un semplice colpo d’occhio. Se sta guidando l’automobile, da solo, e indossa la mascherina; se sta pedalando in bicicletta e indossa la mascherina; se sta passeggiando nel parco o lungo una strada di campagna, e indossa la mascherina, allora sappiamo esattamente chi è: un servo volontario di questo sistema tecnocratico inumano, dunque un essere post-umano, che ha dato il cervello all’ammasso e la cui anima è in via di estinzione.
Tutto questo grazie a una surreale contraffazione della realtà, in cui è piombata la nostra società attanagliata dalla paura, ma che dico paura, dal terrore del contagio: un terrore debitamente alimentato e pompato ogni santo giorno dai maggiori quotidiani e da tutti i telegiornali.
E tutte le pecore seguono il loro carnefice che li porta al macello.
Circa 75 anni fa Hermann Göring testimoniò al tribunale di Norimberga, gli venne chiesto:
"Come avete convinto il popolo tedesco ad accettare tutto questo?"
Lui rispose:
"E' stato facile, non ha nulla a che fare con il nazismo,
ha a che fare con la natura umana.
Lo puoi fare in un regime nazista, socialista, comunista, in una monarchia e anche in una democrazia.
L'unica cosa che si deve fare per rendere schiave le persone è impaurirle.
Se riuscite a immaginare un modo per impaurire le persone, già rese ignoranti in base a politiche passate contro l'istruzione, così
potrete fargli fare quello che volete."
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