Il 12 febbraio è l'anniversario dell'assassinio del sacerdote Ortodosso e scrittore albanese Padre Kristo Negovani.
Nato nel villaggio Arbëresh di Negovani (attuale Grecia), un paesino dell'allora regione di Kolonjë (Albania). Studiò ad Atene grazie al generoso finanziamento ed alla protezione di suo padre, Harallambi Çali, che era un ricco mercante, scrittore e patriota albanese che combatté contro gli obiettivi antialbanesi della chiesa ortodossa greca e dei circoli sciovinisti della borghesia ellenica. Egli morì barbaramente massacrato dai soldati greci.
La morte di suo padre, che venne ucciso nel 1891, costrinse Kristo Negovani ad abbandonare gli studi ed a lavorare come insegnante in una scuola elementare, a Leskovik, per mantenere la famiglia. Nel 1894 emigrò a Braila, in Romania, dove lavorò per tre anni come falegname. Qui entrò in contatto con il movimento di rinascita nazionale albanese ed imparò a scrivere nella lingua albanese.
Nel 1897, dopo esser stato ordinato sacerdote, tornò nel suo villaggio natale e continuò il suo lavoro come insegnante. Padre Negovani decise di insegnare presso la propria abitazione la scrittura albanese ad oltre un centinaio di bambini ed adulti albanesi analfabeti. Diverse opere degne di nota scritte in albanese da Negovani furono la Storia dell'Antico Testamento (1899), una Storia della Bibbia (1903) e gli Atti dei Santi Apostoli (1906). Il sacerdote Negovani volle tenere la Divina Liturgia solo in lingua albanese per la sua gente, per far comprendere loro il Vangelo, ma questo non venne apprezzato dalla chiesa ortodossa greca del Fanar.
Il 10 febbraio 1905, Negovani tenne la Divina Liturgia Ortodossa in lingua Arbëresh (Tosk) alla presenza di Karavangelis, vescovo filoellenico del territorio di Kastoria (zona ottomana di lingua albanese, obbiettivo espansionistico territoriale della “Megali Idea”) il quale, uscendo dalla chiesa, pronunciò queste parole: "Spero che l'anno prossimo tu non sia tra i vivi" e denunciò l'uso dell'albanese in massa.
Due giorni dopo, nella notte di sabato 12 febbraio 1905, il villaggio fu circondato da soldati greci, un gruppo di filo elleni prelevarono Padre Negovani dalla chiesa mentre distribuiva l'anafora. Lo portarono alla periferia del villaggio e lo massacrarono con delle asce dicendo: “Vai adesso a fare propaganda per l'Albania e predicare il Vangelo in albanese”. Insieme a lui uccisero anche suo fratello, Theodos.
L'uccisione di papa Kristo fu pianta da tutti gli albanesi dentro e fuori la madrepatria, tra i quali Zef Skiroi gli dedicò una poesia. In risposta all'omicidio di Padre Kristos, il 9 settembre 1906, la squadra di Bajo Topulli uccise il despota Foti, metropolita di Korça, accusato di essere stato il principale mandante dell'omicidio dei fratelli Negovani.
Uccidersi tra fratelli per delle ideologie umane e nazionaliste è la cosa più triste che ci possa essere sia da una parte che dall'altra. Possa Dio avere misericordia.
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