giovedì 15 agosto 2024

SUGLI ALTIPIANI DELL'ALBANIA

 

"Sugli altipiani dell'Albania vivono soprattutto nomadi e popoli pastori, tra i quali si ritrovano usi e costumi omerici. In Albania molte scene dell'Iliade e dell'Odissea, ma anche dell'Eneide, si svolgono leggermente in diversi modi" (Dal giornale greco "Decevalos" 1874, n. 2 e 7)

"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

Nella foto a sinistra un fabbro con Plis/Qelesh a Scutari, Albania nel 1921. Nella foto a desrta il dio illiro-pelasgico Efesto o Vulcano per i latini, il fabbro divino di mirabili opere, dio del fuoco e dell'arte metallurgica, con Plis/Qelesh. Il nome del dio Efesto deriva dal termine primitivo pelasgo-albanese "I Dhesti" che denota "fiamma accesa".

martedì 13 agosto 2024

PIRRO CONSEGNATO ALLO ZIO

 

Pirro era un re e statista Albanese. Fu re della tribù Albanese dei Molossi d'Epiro discendenti di Alessandro Magno, della casa reale degli Eacidi, e in seguito divenne re dell'Epiro. Fu uno dei più forti avversari della prima Roma.⚔

Nella litografia è rappresenta la scena in cui Pirro re Albanese dell'Epiro, un neonato di 6 mesi, fu consegnato allo zio, il re illirico Glauco per la sua protezione. Fu allevato e cresciuto da lui. Il nome Glauco deriva dall'albanese Glaujk che significa "Sembra un lupo" o "Lupo che guarda"; I nomi illiro-albanesi sono nomi tribali simili a quelli delle tribù indiane d'America.

Pirro è famoso per aver sconfitto i romani assieme ai famosi elefanti indiani addestrati alla guerra. Fu l'unico insieme ad Annibale ad essersi opposto al dominio romano.

L'Epiro è sempre stata una regione albanese, non è mai stata una regione "greca" fino a 80 anni fa, quando il mostro Zervas con i suoi soldati compiva il genocidio sulla popolazione indifesa della Ciameria Albanese d'Epiro, conquistando la regione con la forza e annettendola al moderno stato greco per fini politici e razziali con lo scopo di cancellare l'identità Albanese-Epirota per farla diventare "greca".

venerdì 9 agosto 2024

LA VERA BELLEZZA NON È NEL TRANSITO MA NELL'ETERNO

 

Il padre anziano Paisios amava sedersi nel giardino del monastero. Lì, tra le rose profumate e le fontane silenziose, il tempo scorreva inosservato. Ma il giardino stesso sembrava rimpicciolirsi con ogni anno che passava e le fontane risuonavano sempre più silenziosamente. Sembrava che il giardino stesso stesse invecchiando insieme al monaco.

Un giorno, un giovane novizio, Ilya, si avvicinò a padre Paisios. Guardando i petali di rosa che cadevano, disse tristemente:

- Padre, quanto velocemente passa la bellezza! Proprio ieri queste rose erano profumate e oggi stanno già appassendo. E noi, come loro, appassiamo con il tempo.

Padre Paisios lo guardò con un sorriso gentile. Prendendo una rosa appassita tra le mani, fece scorrere attentamente il dito sui suoi petali.

- Sì, Ilya, la bellezza di questo mondo è come un fiore: di breve durata. Ma c'è un'altra bellezza: la bellezza dell'anima. Il tempo non ha potere su di essa. Non appassisce, ma diventa solo più luminosa con gli anni.

 Ilya guardò l'anziano con stupore.

- Ma come possiamo mantenere pura l'anima, Padre? Dopotutto, il mondo è pieno di tentazioni e ogni giorno siamo sottoposti a tentazioni.

- Ricorda, Ilya, - rispose l'anziano, - il tempo che ci è dato è un dono di Dio. E dobbiamo spenderlo a beneficio dell'anima. Preghiera, umiltà, buone azioni: questo è ciò che aiuta a mantenere pura l'anima. Come un giardiniere si prende cura del suo giardino, proteggendolo dalle erbacce, così noi dobbiamo proteggere la nostra anima dal peccato.

Padre Paisios si alzò e, mettendo una mano sulla spalla di Elia, continuò:

- La bellezza del mondo è solo un riflesso della bellezza divina. E solo lottando per questa vera bellezza, possiamo mantenere la nostra anima incorruttibile. Allora il tempo non avrà potere su di noi, perché troveremo l'eternità in Dio.

Elia, perso nei suoi pensieri, guardò l'anziano. Le parole di Padre Paisios penetrarono nella sua anima. Egli comprese che la vera bellezza non è nel transitorio, ma nell'eterno. E che solo il desiderio di Dio è capace di dare all'anima una bellezza incorruttibile.

martedì 6 agosto 2024

VISITA ALL'ANTICO CASTELLO ORTODOSSO DI SIMERI


Visita all'antico castello Ortodosso di Sìmeri, luogo di nascita del Santo monaco Ortodosso Bartolomeo di Sìmeri. 🐂☿🔯🔥

Costruito nel X sec. d.C., il castello di Simeri domina sulla valle dell'omonimo fiume e sul golfo di Squillace, in una posizione strategica e molto suggestiva. Conserva pressoché intatta la cinta muraria esterna, una imponente torre cilindrica sul lato a nord, una seconda torre verso sud sulla linea del muro di cinta e buona parte della cittadella con il Palacium Castri.

Non una città grande e famosa generò questo Santo [1050 circa], ma un piccolo e umile villaggio Ortodosso sconosciuto nel sud della Calabria, chiamato Sìmeri [presso Catanzaro]. I genitori Giorgio ed Elena lo consacrarono a Dio e gli diedero un’educazione improntata alla fede Ortodossa, alla pietà e alla scienza. Ancora giovane, lascia la famiglia perché attratto dalla vita dei Padri eremiti nel deserto e avvertendo il desiderio di una maggiore perfezione nella vita, si recò quindi presso l’eremita Cirillo che viveva vicino al torrente Melitello il quale lo consacrò Monaco. Dopo un certo tempo emigra sui monti di Rossano dove vi fonda un monastero nel luogo in cui in sogno la Madre di Dio gli indicò.

Siamo in un periodo in cui le potenze cattoliche del nord hanno stabilmente occupato Sicilia e Grande Grecia, e la Nazione romano-Ortodossa dell'Italia Meridionale è condannata a vivere sotto il tallone d'una etnia nemica, la quale professa un'altra religione che vuole sistematicamente distruggere l'Ortodossia.

Così due monaci cattolici di Mileto si recarono da Re Ruggero, dicendo: "Il Monaco Bartolomeo è un eretico". Subito fu redatta una lettera contro il Santo, che diceva di comparire al cospetto del re, nella città di Messina. Dopo un processo farsa fu emessa la sentenza che il Santo Monaco fosse dato alle fiamme. Il Santo disse: "Sono sacerdote: lasciatemi celebrare la Santa Mistologia e poi si esegua la sentenza".

In catene il Santo celebra i Santi Misteri quando ad un tratto tutti i presenti vedono alzarsi una colonna di fuoco che dai piedi del Santo arrivava fino al cielo e angeli che lo servivano. Subito brivido e stupore prese tutti quanti e tutta la città fu turbata. Il re chiedeva perdono, e disse: "Padre, disponi di questo luogo dove è stata accesa la pira contro di te". Ed egli decise che vi sorgesse un tempio Ortodosso col nome del Salvatore.

Molti miracoli compì il Santo Bartolomeo durante la sua vita esortando tutti a rimanere saldi nella Santa Ortodossia fino a quando fu l'ora di donare la Sua anima pura e realmente Santa nelle mani di Dio il 19 di agosto del 1130.

Ormai la sorte del sud Italia Ortodosso era segnata; la Chiesa Ortodossa in Italia Meridionale fu completamente distrutta e ridotta al silenzio dalle potenze cattoliche. Il Monastero del Salvatore fondato dal Santo Bartolomeo per esempio fu in seguito confiscato dai cattolici. I monaci Ortodossi furono costretti ad abbandonare il loro monastero, trasformato in base militare. Riuscirono a costruire un nuovo edificio ma poco dopo papa Sisto V vietò loro di celebrare secondo le usanze Ortodosse assorbendo il Monastero alla diocesi latina di Messina. 𓋴𓈖𓃀𓏜𓎟

lunedì 5 agosto 2024

ARBËRESH 🇦🇱 E SANSKRITO 卍

 

Ci sono moltissime parole che la lingua Sankrita e la lingua Arbëresh o Albanese condividono e che la lingua Arbëresh mantiene in uso fino ai giorni nostri. Una spiegazione ragionevole è il fatto che la lingua Arbëresh o Albanese è la madre di tutte le lingue "indoeuropee" derivanta in buona parte dal Sanskrito.

Di seguito per brevità ne cito solo alcune:

NATA=notte - in s. NATA=Notte da cui deriva appunto la parola Notte, in ing. Night

DHA=Dare - in s. DA=dare da cui deriva appunto il vervo Dare

BARRA=Peso, Fardello - in s. BAHRA=Peso

E VRAME o I VËRËRT=Nuvoloso - in s. VRANA=Nuvoloso

VASH o VASHIZ o VAIJZË=Ragazza - in s. VASU=Ragazza

VESH=Vestire - in s. VAS=Vestire da cui deriva appunto il verbo Vestire.

KLEÇKA o SIKLETSHËM=Ostacolo, impaccio - in s. KLEÇA=Ostacolo

ÇUNI=Figlio - in s. SUNI=Figlio

NUSJA=Sposa o Nuora - in s. SNUSA=Nuora

I RAMË=Caduto o siamo caduti - in s. RAMJA=Caduto

FAL=Perdonare - in s. FAL=Perdonare

GOTA=Bicchiere o Tazza - in s. GATA=Bicchiere

TATA=Padre - in s. TATA=Padre

BOTA= Mondo o Terra - in s. BHUTA=Mondo

ANË=Parte - in s. ANU=Parte

PIJA=Bevanda - in s. Peja=Bevanda

PA=Vedere - in s. PA=Vedere

KRIMBI=Verme - in s. KRIMI=Verme

ARI=Oro - in s. ARJA=Oro

ËSHTË=verbo Essere "È" - in s. ASTI=verbo Essere "È"

DRU=Legno, Bosco - in s. DRU=Legno. In celtico abbiamo i DRUIDI ovvero i sacerdoti del bosco che adoravano il legno.

GUR=Pietrea, indica qualcosa di pesante - in s. GIRI=Pietra, montagna. Si connette la parola gravità. In s. abbiamo anche GURU= una persona illuminata, che ha un potere, una persona salda, un insegnante.

KRIA=Testa ma anche Creazione - in s. KRIYA=Fare, Agire, Azione o Karma. Ancora abbiamo in alb. KRY=fare, azione - in inglese To Create=Creare in Pashtu KAR=Azione

I LIR= libertà o Libero e YLLI=Stella - in s. LLYR=Stella, che si connette anche con l'alb. LARG=lontano - in Pashtu LAR significa strada o via e LYRI significa lontano, così in Pashtu una LAR cioè una strada ti porta LYRI lontano.

PLAK=Anziano - in Pashtu PLAR=Padre

KALA=Castello o Edificio - in Pashtu KALA= edificio

KA o GA=Bue - in s. GO o GU=Terra, Bue, i sensi... c'è una relazione tra il Bue e la terra in alb. TOKA=Terra dove il Bue è simbolo della Terra e dei Sensi

NDA o DA=dividere - in Pashtu DA=dividere

KALOJ=Tempo - in s. KAL=Tempo come KALI JUGA. In s. KALI è la dea del tempo. Da questa parola deriva il termine CALENDARIO.

DEJA=Dea - in s. DEVI=Dea , in Pashtu DIVÀ=Luce, lampada associato alla Luce che acquisisci dal Divino; in alb. DI=Luce o Conoscenza; sempre in alb. VEDI=Conoscenza di se - in s. VEDA=La sapienza indiana delle origini contenuta in quattro raccolte di inni.

BUDALL=Stupido o persona dormiente, persona che non conosce. In tempi antichi una parola poteva avevere due significati opposti, per esempio in Pashtu BIDA significa sia dormiente che persona che ha conoscenza (illuminato) per cui la parola BUDDAH significa il Risvegliato dal s. BUD=intelligenza

PARA=Primo o il Primo, Prima, che è Primo, Uno... ma allo stesso tempo significa anche Dopo (due significati opposti), in sanscrito abbiamo PARAMATMA=Sé supremo, il Sé primordiale, Sè primigenio ma anche Sé oltre.

Queste e molte altre parole Arbëresh, che per brevità non ho scritto, sono simili al Sanskrito.

sabato 3 agosto 2024

SANTISSIMA ICONA DELLA RIVELAZIONE

 

⚡🔥 La foto è un'Icona etiope del 1930 che raffigura il Re dei Re Haile Selassie (Potenza della Trinità) avvolto in un manto rosso, una Corona d'oro sul Suo capo sormontato da una Croce e uno Scettro Regale in mano con una Croce incisa su di essa.

Egli è rappresentato come il "Bambino Gesù" nella sua Seconda Venuta come descritto in Apocalisse 19:12-16: "I Suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul Suo capo molti diademi; porta scritto un Nome che nessuno conosce all'infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di sangue e il Suo Nome è Verbo di Dio. Gli eserciti del cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le governerà con Scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira furiosa del Dio Onnipotente. Un Nome porta scritto sul mantello e sul femore: Re dei Re e Signore dei Signori."

Il Re dei Re è seduto sulle ginocchia della Vergine Maria come Trono e Regina rappresentata come la Donna dell'Apocalisse 12 che simboleggia "Sion" ovvero l'Etiopia: "Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto... Essa partorì un Figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il Figlio fu subito rapito verso Dio e verso il Suo Trono." 🌿💚💛❤🌿

Sul lato sinistro del dipinto una colomba simboleggia lo Spirito Santo che scende sul Re dei Re e in amarico è inciso Apocalisse 11:15: 

"E grandi voci furono udite nel cielo, dicendo: i regni del mondo sono soggetti al nostro Signore e al suo Messia, ed Egli regnerà nei secoli dei secoli". 🌿👑🦁🌿

Sul lato destro, in ge'ez, una frase mostra:

"Venite a me, o etiopi, per ricevere il Re della Luce, Tafari Makonnen, che è stato posto per voi". 🌿👑🦁🌿

Benedetto sia il Re dei Re. 🙏🏾

venerdì 2 agosto 2024

SAN CRISTO L'ARVANITA O IL GIARDINIERE (Shën Kristo Kopshtari)

 

San Cristo l'Arvanita o il Giardiniere (Shën Kristo Kopshtari) è stato un santo Ortodosso orientale del XVIII secolo proveniente dall'Albania.

San Kristo l'Arvanita era un albanese nato a Përmet, un comune nella contea di Argirocastro, nell'Albania meridionale e vissuto all'inizio del XVIII secolo durante il dominio ottomano dei Balcani. Si sa poco della sua prima infanzia, oltre al fatto che visse come giardiniere e cercò ulteriori opportunità di affari a Costantinopoli, lasciandosi alle spalle l'Albania.

Nel 1748 iniziò a lavorare nel giardino del Sultano a Costantinopoli. In alcune icone San Cristo è raffigurato con in mano un ramo di mele, perché questo fu l'anno del suo arresto, dopo aver litigato al mercato con un turco per il prezzo delle mele che vendeva.

Mentre negoziava un prezzo per le sue mele con un musulmano, fu accusato di desiderare di diventare musulmano dal suo cliente dopo che non erano riusciti a concordare sul valore delle sue mele. Ciò accadeva spesso in quel mondo, come vediamo in molte biografie di giovani martiri, quelli che furono martirizzati durante il dominio ottomano, che furono accusati con false testimonianze di aver promesso o di essersi convertiti all'Islam, ma poi cambiarono idea.

Come era usanza nel periodo ottomano, Kristo fu portato davanti alle autorità islamiche, dove coloro che avevano portato falsa testimonianza testimoniarono che aveva effettivamente dichiarato di volersi convertire. Kristo insistette sul fatto che non sarebbe diventato musulmano e poiché era Cristiano Ortodosso, la sua testimonianza non era pari a quella di un musulmano.

Dopo essere stato imprigionato per due anni e torturato per rinunciare al Cristianesimo, continuò a mantenere la sua fede Cristiana Ortodossa. Un monaco di nome Kaisarios Dapontes lo visitò mentre era sotto custodia ottomana, portandogli del cibo. Kristo rifiutò il cibo, affermando "Perché dovrei mangiare? Non mi aspetto di vivere, quindi potrei anche morire affamato e assetato di Cristo". Kristo fu quindi condannato alla decapitazione per apostasia per essersi rifiutato di portare a termine la sua presunta conversione all'Islam. Per avere i soldi per fornire un servizio commemorativo, Kristo chiese a Dapontes di vendere una lima di metallo che aveva.

Kristo fu decapitato il 12 febbraio 1748. Fu poi canonizzato come neo-martire.

giovedì 1 agosto 2024

LA VIA EGNATIA

 

Hai mai sentito parlare della Via Egnatia?

È un nome di strada storica importante perché non appartiene a un solo paese, ma a molti di essi i quali anticamente erano abitati da popolazioni di etnia albanese.

Con una lunghezza di circa 861 km, la Via Egnatia è stata adatta allo spostamento di passeggeri e caravan. La strada Egnatia partiva da Durazzo e Apollonia, poi questi due rami si univano da qualche parte vicino a Elbasan per continuare attraverso Ohrid e Bitola e terminare a Salonicco.

Nel IV secolo d.C. la Via Egnatia si estendeva fino a Costantinopoli ed era la continuazione dell'antica strada romana Via Appia, che da Roma terminava a Brindisi. Di importanza strategica, la via Egnatia univa l'Occidente con l'Oriente. Questo tracciato prese il nome dal suo costruttore, il proconsole Cnaeus Egnatius, figlio di Caio. Il suo nome si trova in due iscrizioni, che si trovano nel museo di Salonicco.

Stazioni di Via Egnatia in Albania:

Il ramo principale della via Egnatia passava più o meno in direzione dell’odierna autostrada. La prima tappa fu Clodiana, identificata con l'attuale Peqin. La seconda stazione era Ad Quintum, che coincide con il complesso delle ninfe romane a Bradashesh. La strada proseguiva verso Scampis (Elbasan), sul lato nord dell’attuale autostrada e la incontrava alla stazione di Treieceto da qualche parte vicino a Miraka.  Dopo aver attraversato lo stretto di Shkumbin la strada risaliva il pendio del monte Polis per raggiungere il collo di Gajor, che coincide con la stazione Ad Dianam o Grandavia.

I binari scendono a Qukës dove si trovava la stazione “Tres Tabernas” o “In Candabia”.  Poi proseguiva verso Pishkash e Rrajca alla stazione “Pons Servili” per arrivare a Qafa e Thanës, dove si trovava la stazione “Clavdanon”. Inoltre la strada continuava verso Lyhnid. Nel territorio della regione di Pogradec si trovano diverse diramazioni della via Egnatia.

Esistono diversi ponti e frammenti di questa antica strada che partono dal ponte Golik, dal ponte Terzi a Proptisht, dal ponte nella valle di Llenga e dal ponte di Nizza. La strada è caratterizzata dalle grandi pietre che troviamo nella gola di Llenga, vicino alla valle del fiume Shkumbin.


L'Apostolo Paolo attraversò la Via Egnatia.

Nella sua lettera ai Romani Paolo sottolinea la portata delle sue attività missionarie affermando che "da Gerusalemme e tutt'intorno fino all'Illirico ho predicato pienamente il vangelo di Cristo" (15:19).

L'apostolo Paolo passò per questa strada nel suo viaggio, dalla Macedonia illirica verso l'Illiria e Roma. Il percorso del viaggio missionario di Paolo attraverso i Balcani è fonte di ispirazione sia per i pellegrini che per gli appassionati di storia. Tutto ebbe inizio con un sogno in cui un macedone e quindi una persona di etnia albanese invita Paolo a visitare la Macedonia per aiutarli (Atti 16:9). Con questo, Paolo salpò per Neapolis (l'attuale Kavala) nell'inverno del 49 d.C. Attraversò velocemente la città, uscendo dalla Via Egnatia, all'epoca la strada principale della Macedonia. La sua destinazione era Filippi, il più importante insediamento romano della regione (Atti 16:11).

Il Cristianesimo giunse nel territorio dell'attuale Albania nel I secolo grazie a San Paolo. Egli stesso scrisse di aver predicato nella provincia romana dell'Illyricum visitando Durazzo. Il primo Vescovo di Durazzo fu San Cesare, martire nell'anno 58.

LEGGI ANCHE:
- San Paolo in Albania ⬇️
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mercoledì 31 luglio 2024

KALARBËRI

 

Strabone descrive nel suo libro Geografia 6:3:

 "...Messapia, anche, ma i nativi, dividendola in due parti, chiamano una parte (quella intorno al Capo Iapigio)​ paese dei Salentini, e l'altra paese dei Calabri (Καλ*αβροί*)."

 In un altro paragrafo scrive:

 "Ai Dardani appartengono anche i Galabri (Γαλ*άβροι*), tra i quali è un'antica città, e i Thunatae, il cui paese si unisce a quello dei Medi, una tribù tracia a est."

 Mentre Ecateo (560-480) a.C:

 "parla degli Abroi (*'Αβροί*) come di una tribù illirica vicino ad Adria dei Taulanti"

 Kal-Abroi, Gal-Abroi, Abroi

 Nessuna coincidenza. Abroi o Arbroi o Arbri è uno scambio di radici fonetiche delle popolazioni illiriche che sono gli Arbori, Arbrori, Arberori, Arbëresh, Arbani, Albani.

domenica 28 luglio 2024

PARLAVAMO ALBANESE

 

Il professore "greco" Nikos Dimou, in un'intervista al New York Times del 23 giugno 2009, parlando del moderno stato greco fece delle affermazioni che crearono non pochi problemi:

"È colpa di un tedesco", ha detto il signor Dimou a proposito dell'orgoglio greco per questa causa. Si riferiva a Johann Winckelmann, lo storico dell'arte tedesco del XVIII secolo la cui visione di un'antica Grecia "popolata da persone belle, alte, bionde e sagge, che rappresentavano la perfezione", come ha detto il signor Dimou, è stata in un certo senso imposta al paese per dare forma all'identità greca moderna. 

"Parlavamo albanese e ci chiamavamo romani (Bizantini), ma poi Winckelmann, Goethe, Victor Hugo, Delacroix, ci hanno tutti detto, 'No, siete elleni, discendenti diretti di Platone e Socrate', e questo è bastato. Se una piccola e povera nazione si ritrova con un tale fardello sulle spalle, non si riprenderà mai".

Il moderno stato greco fu costruito su una popolazione a maggioranza albanese e quegli albanesi che rifiutarono di diventare falsi greci furono banditi. La lingua Arbëresh fu radicalmente perseguitata. La creazione di falsi greci è probabilmente la più grande follia nella storia dell’umanità e la più grande falsificazione che alcuni paesi europei abbiano mai compiuto.