lunedì 13 maggio 2024

⚡DA UN QUOTIDIANO DELL'ANNO 1843 e 1901 CHE PARLA DELLA SITUAZIONE LINGUISTICA E DEMOGRAFICA DELLA GRECIA IN QUEI PERIODO:

 

📰 IL GRECO NON È PARLATO: UNA SITUAZIONE SPECIALE PREVALE AD ATENE E DINTORNI!!!

 3 settembre 1843 - Proclamazione della Costituzione della.. Grecia...!!!
L'unico "greco" tra la folla è il prete Ortodosso
Lui è l'unico che conosce la lingua greca..!
Tutti gli abitanti della Grecia parlavano albanese e indossavano costumi albanesi..!

 "Vicino ad Atene prevale una situazione particolare. Un incidente molto curioso è stato riferito da un villaggio vicino ad Atene, scrive un corrispondente. L'insegnante recentemente nominata nel villaggio di Shalesi, alla periferia di Atene, è andata a insegnare e ha scoperto che i suoi studenti non capivano una parola di greco!

 Il greco era una lingua straniera, non solo per i bambini ma anche per i loro genitori. L'unica lingua parlata dalla popolazione della "Grecia" era l'albanese. Indignata, ha immediatamente telegrafato al ministero, che ha inviato un interprete per aiutarla. È comune che le aree della Grecia continentale utilizzino l'albanese come lingua principale, ma questo non è il primo e unico caso in cui la lingua greca non è parlata e compresa dall'intera popolazione locale in un luogo così vicino alla capitale."

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 Fonte: Il giornale di Minneapolis.

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sabato 11 maggio 2024

BUBULINA 🌿🇦🇱


L'11 maggio 1771, la coraggiosa capitana Arvanita-Arbëresh Laskalina (vero nome Dhaskalina) Bubulina nacque sull'allora isola Arvanita di Hydra. Aveva 50 anni quando scoppiò la rivoluzione Arvanita-Arbëresh nel territorio greco e lei prese parte alla lotta per la libertà della patria dei suoi antenati. Le battaglie che ha condotto coraggiosamente non si contano. In uno di essi cadde eroicamente anche suo figlio Jani. Con il suo nome e il suo coraggio ha sollevato 200mila Arvaniti-Arbëresh contro gli invasori ottomani, è diventata un esempio di eroismo, trasformata in una leggenda immortale, una figura divina che eleva la storia del nostro popolo.

Durante l'occupazione ottomana dei Balcani "I Greci non avrebbero mai scacciato i Turchi. Erano troppo degradati anche per desiderare la libertà. Per molti anni, dopo aver ottenuto la nostra indipendenza, i tempi del dominio turco furono definiti "bei tempi" dai greci. A combattere i turchi furono gli albanesi." (Da: Conversazione con M. Thiers, M. Guizot di Nassau William Senior)

venerdì 10 maggio 2024

L'ORIGINE AFRICANA DEGLI ACCADEMICI

Oggi molti africani si recano in Europa e in altri luoghi per studiare e lavorare, ma in passato era vero il contrario, quando altri cittadini affrontavano il pericolo dei mari e dei deserti per andare a studiare in Africa. Tra questi figurano icone intellettuali e culturali europee che si sedettero ai piedi dei maestri africani e tornarono nelle loro terre natali per diffondere la luce che avevano visto dal cosiddetto "continente oscuro". Sono andati in Africa per imparare i rudimenti della scienza, della matematica, della filosofia e tutto il resto. Contrariamente a quanto molti si aspettano, le università più antiche del mondo si trovano in Africa, non nell’antica "Grecia" o in Europa, ha rivelato uno studio. La fondazione della prima università degli Stati Uniti fu posta solo nel 1636, mentre la più antica università d'Europa, l'Università di Bologna in Italia, fu fondata nel 1088, molti secoli dopo che l'Africa aveva fondato le università, seguita dall'Università di Oxford nel Regno Unito, che fu fondata nel 1096.

Secondo la ricerca, le università più antiche del mondo si trovano rispettivamente in Egitto, Marocco e Mali. Quasi tutti i filosofi greci degni di questo nome, dalla scuola ionica composta da Talete, alla scuola ateniese trascorsero del tempo in Africa o i loro tutor furono istruiti da filosofi africani. Dopo quasi 3.000 anni di divieto contro i Greci, fu loro permesso di entrare a Kemer per studiare. Ciò fu reso possibile, in primo luogo, dall'invasione persiana e, in secondo luogo, dall'invasione di Alessandro Magno (dal VI secolo a.C.) fino alla morte di Aristotele (322 a.C.). Quando l'Egitto passò sotto il controllo romano, saccheggiarono le grandi biblioteche egiziane nel 1798 d.C. In effetti, Democrito, un altro storico greco, accusò il suo collega greco, Anassagora, di aver "rubato" gli insegnamenti mistici egiziani sul sole e sulla luna, e di averli fatti passare come suoi.

 L'Africa e in particolare l'Etiopia è la patria del primo utilizzo conosciuto al mondo di strumenti di misurazione e calcolo matematici, confermando il continente come il luogo di nascita della matematica sia di base che avanzata. La conoscenza si diffuse in tutto il mondo dopo una serie di migrazioni dall'Africa iniziate intorno al 30.000 a.C. e successivamente da una serie di invasioni dell'Africa da parte di europei e asiatici (1700 a.C.).

mercoledì 8 maggio 2024

IL DRANGUE👑🦁 E LA KUSHEDRA🐉 NELLA MITOLOGIA ALBANESE 🇦🇱


 La Kulshedra o Kuçedra è un demone dell'acqua, della tempesta, del fuoco e ctonio cioè sotterraneo, appartenente all'abisso, alle profondità terrestri, nella mitologia e nel folklore albanese, solitamente descritto come un enorme drago serpentino femminile a più teste, come il drago dell'Apocalisse di San Giovanni. Si ritiene che la kulshedra sputi fuoco, causi siccità, tempeste, inondazioni, terremoti e altri disastri naturali contro l'umanità.

Si dice che richieda sacrifici umani per accettare di rinviare i disastri e le catastrofi naturali. Ogni anno chiedeva un numero specifico di ragazzi e ragazze dai villaggi.

Secondo le credenze popolari albanesi, lo stadio precedente della Kulshedra è Bolla, che assume la forma di un serpente demoniaco che possiede attributi sia ctoni che acquatici.

Bollar ed Errshaja sono considerate forme intermedie di questo serpente poiché attraversa una serie di metamorfosi. Questi termini, in albanese, sono anche i nomi di alcuni serpenti; il termine Bullar è semplicemente un sinonimo di Bolla nell'Albania meridionale.

La Kulshedra può anche apparire sotto le sembianze di una donna, che mantiene nascosta la sua vera natura (il diavolo sotto mentite spoglie).
["Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere." - 2Corinzi 11,14-15]

Nella mitologia albanese la Kulshedra viene solitamente combattuta e sconfitta da un Drangue (drangùe/dragùa), un eroe divino alato semi-umano (Uomo-Dio) e protettore dell'umanità. Il termine Drangue è utilizzato anche in alcuni dialetti albanesi (tra cui anche l'Arbëresh) con il significato di "Leone"🦁 e "animale nobile".

I Drangue secondo la mitologia albanese sono rappresentati da San Giorgio, San Michele e Sant'Elia (il profeta dell'Antico Testamento) che hanno storie in cui combattono (e sconfiggono) una Bolla/Kulshedra overro un drago.

Ma il Drangue per eccellenza è San Giorgio che uccide il drago ⚔. San Giorgio è la prefigurazione del Cristo nella sua Seconda Parusia ovvero il Leone Conquistatore della Tribù di Giuda 👑🦁, che come profetizzato dell'Apocalisse di San Giovanni, sconfiggie il drago antico che opprime l'umanità.

RIVELAZIONE (5:5) ➡️ 5 - 5(maggio) - 1941

"...ecco, il Leone della Tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, ha vinto..." 
(Rivelazione 5:5) 🌿

Dal discorso del Re dei Re Haile Selassie nel giorno della liberazione dell'Etiopia dal Nazi-Fascismo:
"Gente del mio Paese ed in particolare miei fedeli soldati! Le labbra umane non sono in grado di esprimere la riconoscenza che provo nei confronti del Dio misericordioso che mi ha dato la possibilità di essere presente tra di voi in questo giorno, riguardo al quale né gli angeli in Cielo né la creazione sulla Terra avrebbero potuto pensare o sapere (Matteo 24,36) [...] Popolo del mio paese, Etiopia! Questo è il giorno in cui l’Etiopia sta tendendo le sue mani al Signore (Salmo 68,32) nella gioia e nella riconoscenza, rivelando la Sua felicità ai Suoi figli [...] Dal momento che San Giorgio che uccise il dragone è il Santo Patrono del nostro esercito come di quello dei nostri alleati, uniamoci con loro in un eterna amicizia, in modo tale da essere capaci di fronteggiare il dragone crudele e senza Dio che si è nuovamente levato e che sta opprimendo l’umanità."
(Haile Selassie, Re dei Re, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda, Luce del mondo, Difensore della Fede Ortodossa - 5 maggio 1941-)

Sull'isola greca di Poros, abitata nella maggioranza da Arvaniti, nonostante la persecuzione della lingua Arbëresh da parte del moderno stato greco, il termine Bullar è ancora usato per descrivere i serpenti d'acqua, e nel nord dell'Albania, sia Bolla che Bollar sono usati per descrivere i serpenti d'erba.

Nella foto: Icona del XVIII secolo raffigurante San Giorgio e il drago dipinto dai fratelli Çetiri, proveniente dal Monastero Ortodosso di Ardenikas, ora conservata al Museo Nazionale d'Arte Medievale di Tirana.

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mercoledì 1 maggio 2024

PARLO LA MIA LINGUA MADRE

 

Chi è che non ha mai visto questo meraviglioso film?

Durante le riprese del leggendario film "Odissea" nel 1968, durante le pause, i due attori parlavano tra di loro in una lingua che non veniva usata da nessun altro della troupe cinematografica. Sopraffatto dalla curiosità, un giornalista si avvicinò agli attori e chiede:

 -"Scusi, ma che lingua parla"?

 Irena Papas (Irini Leleku) tocca la mano di Bekim Fehmi per lasciarle rispondere:

 - "È la nostra lingua madre"!

 -"Lingua madre? E quale può essere quella lingua madre quando sei greca e Bekim Fehmiu jugoslavo"? - chiede il giornalista.

 -"Io sono albanese della Grecia, mentre Bekim albanese dalla Jugoslavia, ma la cosa più importante è che è stata volontà di Dio stesso che entrambi interpretassimo questi due ruoli perché una volta anche Penelope e Ulisse parlavano la stessa lingua che Bekimi e io parliamo oggi".

1°MAGGIO: RICORDANDO PADRE GABRIELE

 

Padre Gabriele al secolo Goderdzi Urgebadze è stato un presbitero e mistico Crustiano Ortodosso georgiano, Confessore e Folle di Cristo.

Padre Gabriele fu un raro caso di ordinazione a monaco durante l'era comunista. Il 1º maggio 1965 durante la parata nel centro di Tbilisi per la Giornata internazionale dei lavoratori, diede fuoco a un ritratto di Lenin di 12 metri. Padre Gabriele venne arrestato e durante l'interrogatorio dichiarò: "In quel posto dovrebbe essere appesa La crocifissione di Cristo, non l'immagine di Lenin. Perché un uomo vuole la fama? Dovrebbe essere scritto: Gloria a Cristo Dio". Per il fatto venne condannato a morte senza possibilità di commutazione della pena, ma i funzionari del regime comunista gli chiesero di denunciare di avere compiuto il gesto seguendo le istruzioni ricevute dalla chiesa in cambio della cancellazione della condanna a morte. Nonostante le torture, il monaco non cambiò posizione. Al contrario, durante un altro interrogatorio, definì Lenin una bestia, motivo per cui venne nuovamente picchiato e torturato. La notizia non passò inosservata alla stampa estera e fu ampiamente diffusa su riviste europee e americane. Padre Gabriele venne quindi giudicato psicotico e rinchiuso in un ospedale psichiatrico per sette mesi, dove subì un trattamento disumano.

Padre Gabriele trascorse gran parte della sua vita successiva nel convento di San Nino, un convento annesso al monastero di Samtavro a Mtskheta. Vi morì nel 1995 e fu sepolto nel cimitero di Samtavro.

Per le preghiere di Padre Gabriele, Signore Gesù Cristo abbi misericordia di noi.

domenica 28 aprile 2024

LA PRESENZA ALBANESE SUL MONTE ATHOS

 

Il Monte Athos è conosciuto come uno dei più grandi centri spirituali ed intellettuali del Cristianesimo Ortodosso; il Monastero di Hilandar è stato di mio particolare interesse a causa del fattore albanese presente sin dal suo primo consolidamento, ma anche per la presenza albanese fin dai tempi più antichi in tutto il territorio.

Tra la collezione di manoscritti slavi del monastero di Hilandar [microformati] ca.1175-ca, si hanno prove che l'albanese era tra le lingue usate in Hilandar come anche in altri.

 》Prima che si stabilisse la sua comunità monastica, la penisola era sede di tribù "che parlavano due lingue", alcune calcidiche, per la maggior parte pelasgiche proto-albanesi.

L'Athos ha avuto un ruolo importante nella mitologia, poiché era un monte dedicato a Zeus.

Il territorio in cui sorge il Monte Athos in tempi antichi si chiamava Tracia (Trashia) ed era abitata da Giganti.

Da Strabone nel Libro 2° e Tzete in Lycophronis Scholiaste ai versi 12, 34 viene riferito: « che dalla Tracia si mosse grandissimo numero di uomini di prodigiosa statura detti Giganti (Trashët) e si stanziò in Italia su le spiagge del Tirreno, occupò le isole Pitecuse (cioè Ischia e Procida) e si allargò verso la parte meridionale; e Coloni Traci erano pur detti gli Eneti e i Frigi ricoverati lungo il mare adriatico ». Che i Traci, Trashi o Trausi fossero pelasgo-albanesi e usassero l'albanese idioma lo dichiara lo stesso vocabolo Traci, Trausi o Trashi, che appartiene all'idioma albanese e denota: di grossa statura, grossi, quindi giganti.

Secondo la mitologia il nome Athos apparteneva ad un gigante tracio. Durante il conflitto tra gli dei e i Giganti (Trashi), il gigante Athos scagliò un'enorme roccia contro il dio Poseidone, ma la roccia gli scivolò tra le dita e cadde in mare creando un enorme blocco di terra che ora è il Monte Athos.

Dopo il 368 aC la penisola fu sotto il dominio dei Macedoni e del loro re illiro-epirota Filippo II, poi del figlio Alessandro Magno. La leggenda narra che Alessandro rifiutò l'offerta di uno dei suoi architetti, che voleva creare la sua gigantesca figura sulle pendici del monte Athos, dicendo che per questo territorio bastava una infruttuosa dimostrazione dell'arroganza del re di Persia nelle vicinanze, cioè il Canale di Serse, un canale navigabile attraverso la base del Monte Athos (foto: cerchiato in rosso), costruito per ordine del re persiano, utilizzato un tempo e poi dimenticato.

 》Tra i manoscritti originali nel Monastero di Hilandar troviamo testi biblici e liturgici, preghiere e uffici, scritti patristici, storie, documenti monastici, antologie e miscellanee. In slavo ecclesiastico e slavo ecclesiastico russo; e soprattutto diverse opere in albanese, bulgaro, greco, latino, rumeno, russo, serbo e turco.

Nella Carta di Banjska dei monaci residenti al Monte Athos, nel 1313, 444 nomi sono serbi, 117 sono albanesi e valacchi.

 La carta di Milutin Hilandar nel 1290-1300 ha anche circa 100 nomi serbi e 48 nomi albanesi e valacchi. MIK, BIKOR, DODA E SHARBAN.

Stafan il primo coronatore di Zića, nel 1210, rivendica la presenza di 54 albanesi. (Malcolm, Noel. Kosovo: una breve storia - Kosovo medievale 850-1380.)

Assicurandosi rifugio al tempo dell'invasione ottomana, l'albanese Giovanni Kastrioti (padre dell'eroe albanese Skanderbeg) donò due villaggi a Hilandar nel 1426 e nel 1430 e stipulò un accordo (adelphaton) per l'uso a vita della Torre per conto dei suoi quattro figli.

[Vedi l'articolo: https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/02/la-torre-degli-albanesi-del-monastero.html]

Uno di essi morì sul Monte Athos nel 1431, e lo stesso Giovanni, ora monaco Gioacchino, morì nel 1437. Tutte le testimonianze testimoniano stretti e longevi legami tra i feudatari albanesi e la laura imperiale serba.[Manoscritti in microforma dell'Hilandar (Università statale dell'Ohio) 1992.]

"Ivan era devotamente Ortodosso, avendo donato una torre nel monastero serbo Hilandar sul Monte Athos in Grecia, che, di conseguenza, divenne nota come torre albanese. Suo figlio Reposh morì a Hilandar come monaco Ortodosso. Dopo la sconfitta di Bayezid I da parte dei Mongoli nel 1402, il dominio ottomano nei Balcani venne messo a dura prova, consentendo a Ivan di ottenere il controllo su un territorio che si estendeva dal Drin Nero al Mare Adriatico."
(Fischer BJ, Schmitt OJ. Una storia concisa dell'Albania. Stampa dell'Università di Cambridge; 2022.)

Alla fine del XV secolo, il pellegrino russo Isaia racconta che "i monaci si mantengono con lavori di vario genere tra cui la coltivazione delle loro vigne" ... Ci dice anche che "quasi la metà dei monasteri sono slavi o albanesi" ... "Karakallou e Philotheou sono albanesi."
(AE Bakalopulos (1973). Storia della Macedonia, 1354-1833.)

Famosi e importanti sono le icone, gli affreschi e i dipinti eseguiti dal pittore albanese Kostandin Zografi Ballamaçi in tutto il Monte Athos.
[Qui l'articolo: https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/01/kostandin-e-athanas-zografi-attivita.html]

Un'altra figura albanese importante che dimorò sul Monte Athos fu San Giovanni Kukuzeli, conosciuto come il più grande musicista e cantante della musicologia Cristiano Ortodossa.
[Qui l'articolo: https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/04/san-giovanni-kukuzeli-sen-janji.html]

Inoltre segnalo la presenza di un'importante dizionario bulgaro-albanese. Dal Manoscritto originale conservato nel Monastero di Hilandar, Monte Athos, Grecia: "Sommario: Glossario bulgaro-albanese, alle carte 15a-31b....Foglio 37b fino alla fine del manoscritto, preghiere in albanese... Senza ornamenti. In bulgaro, russo, albanese e greco."

mercoledì 24 aprile 2024

IRIS ILLYRICA ⚜

 

Tutti la conoscono come Iris dell'Illiria o Iris Illyrica, un fiore della famiglia botanica delle Iridaceae originario delle terre storiche dell'antica Illiria.

L'Iris Illyrica è una delle testimonianze più belle di questa famosa area balcanica che comprende Albania, Epiro, Croazia, Kosovo [Dardania], Bosnia, Montenegro, Macedonia e alcune zone della Serbia.

L'Iris Illyrica cresce ancora oggi allo stato selvatico e naturale sugli stessi altipiani di migliaia di anni fa e testimonia la famosa eredità degli antenati albanesi.

La pianta cresce fino a 40 centimetri di altezza. Fiorisce da maggio a giugno e necessita della luce solare. Richiede un terreno moderatamente umido, fertile e ben drenato.

La pianta selvatica illirica è stata il punto di partenza di molte varietà coltivate di Iris che oggi adornano i nostri giardini e spazi in estate e primavera. Gli storici antichi spiegavano che l'Iris migliore proviene dall'antica Illiria. Nell'antichità i coltivatori di questa pianta attraversarono l'Adriatico e la coltivarono in Etruria (Tosk-ana, la parte Toska) e nell'antica Firenze.

La pianta in questione prende il nome dalla dea illirica "Iri" o "Iride" poi grecizzata in "Iris". Iri, dea dell'aria, era la messaggera di Era. Iri ed Era in idioma albanese denotano vento, aria; appunto il vento e l'aria come messaggero degli dei. Inoltre Iride sempre in idioma albanese è pure vocabolo composto dai due termini: Irì, che denota il nuovo, la novità; e dalla voce dhe che denota diede, inflessioni del verbo e dhe, dare, apportare. Iride quindi denota: l'apportatrice di novita, che dà le novità, in quanto messagera dell'aria e del vento.

Il simbolo dell'Iris nasce tra le tribù illiriche e veniva utilizzato dai soldati sui loro scudi ed elmi come simbolo di potere e maestosità. I tre petali dell'Iris erano simboli di fede, intelligenza e coraggio. Anche la zona dell'antica Firenze nell'Etruria aveva come simbolo l'Iris: sui loro scudi i soldati portavano un Giglio bianco o Iris ad indicare la loro origine e connessione illirica e perché la città era famosa per la coltivazione di questi fiori dalle sponde oltre l'Adriatico.

La coltivazione di questo fiore ha portato alla scoperta di diverse varietà di Iris con un'alta reputazione per i valori medicinali. Gli antichi Illiri consideravano l'Iris una pianta medicinale dai molti benefici per una varietà di problemi di salute, incluso il mal di testa. Le radici essiccate di Iris contengono un olio essenziale al profumo di viola. Sono utilizzati nei profumi, nei dentifrici e in altri prodotti cosmetici, nonché nella creazione di un pot-pourri di spezie multi-profumo.

La radice secca di Iris ha proprietà antinfiammatorie e viene quindi utilizzata per curare problemi alla gola e mal di testa sinusiti.

lunedì 22 aprile 2024

PETRO NINI LUARASI 🔯🇦🇱

 

Petro Nini Luarasi nacque a Luaras il 22 aprile 1864, è stato un attivista, presbitero Cristiano Ortodosso, insegnante e giornalista albanese.

Ha condotto in tutta la sua vita una battaglia incessante alla difesa della lingua albanese. Dopo aver terminato gli studi presso il seminario di Qestorat lavorò come insegnante nei villaggi del Distretto di Kolonjë. Qui ebbe l'opportunità di insegnare la lingua e la cultura albanese a molti studenti. Tutte le attività pedagogiche di cui era artefice furono segrete in quanto il regime ottomano e gli occupatori greci impedivano lo studio della lingua albanese.

Tra il 1887 e il 1893 Luarasi aprì a Ersekë e in alcuni villaggi del distretto di Kolonjë le prime scuole di lingua albanese. La fondazione e la promozione di scuole albanesi nell'area di Kolonjë da parte di Luarasi lo portarono in conflitto con i Tirchi e con Filaretos, l'arcivescovo greco di Kastoria il quale condannava il suo lavoro con l'istruzione scolastica albanese affermando che la lingua albanese “non esisteva”.

Petro Nini Luarasi fu uno dei delegati al Congresso di Monastir che nel 1908 sancì la creazione dell'alfabeto albanese. Per le sue gesta patriottiche, l'insegnamento della lingua albanese e l'attivismo sociale egli fu perseguitato dai Turchi e dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli. Morì avvelenato sotto il mandato di quest'ultimo il 17 agosto 1911.

RESTITUTA D'AFRICA 👑🌿

 


Santa Restituta fu vergine e martire Ortodossa africana della Tunisia formatasi alla scuola di San Cipriano, vescovo di Cartagine.

Durante la decima persecuzione anticristiana, ordinata dall’Imperatore Diocleziano nel 304, un folto numero di cristiani, continuarono a radunarsi nella città di Abitina in casa di Ottavio Felice per celebrarvi il rito eucaristico, sotto la guida del Sacerdote Saturnino.    
Una cinquantina di loro venne sorpresa dai soldati romani: furono arrestati, interrogati e quindi trascinati in catene a Cartagine. Il 12 febbraio del 304 subirono l’interrogatorio rituale alla presenza del proconsole Anulino e, riconfermata la loro fede nonostante le torture, vennero condannati a morte: fra loro c’era anche Restituta.

La Santa che, stremata dalle torture, fu posta su di una barca carica di stoppa, intrisa di resina e pece; quando questa fu portata al largo dai carnefici e data alle fiamme, la Santa rimase illesa, mentre il fuoco annientò l’altra imbarcazione con i suoi occupanti. Restituta ringraziò il Signore e invocò che un Angelo la accompagnasse durante la traversata: esaudita, riconoscente domandò di accedere alla pace eterna e serenamente spirò.

La barca, trascinata dal vento dell’Africa approdò all’isola Aenaria, Pithecusa, oggi Ischia, situata di fronte al golfo di Napoli, toccando terra nella località detta “ad ripas”, oggi San Montano.

Viveva in quel luogo una matrona cristiana di nome Lucina: avvertita in sogno dall’Angelo, si recò sulla spiaggia, dove trovò l’imbarcazione arenata e in essa il corpo intatto e splendente di Restituta. Radunata la popolazione, venne data solenne sepoltura alla Martire nel luogo detto Eraclius, alle falde dell’attuale Monte Vico in Lacco Ameno, dove sono conservati i ruderi di una basilica paleocristiana, e dove sorge oggi un Santuario dedicato alla Santa dove sono conservate le sue sante reliquie.

Il culto di Santa Restituta d'Africa si diffuse in tutto l'allora sud Italia Ortodosso, ma dopo le invasioni cattoliche-normanne e la conseguente distruzione dell'Ortodossia da parte di questi, la Santa fu inglobata nel culto cattolico venendo perfino raffigurata con la pelle bianca come è solito del razzismo cattolico.

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