lunedì 13 maggio 2024

⚡DA UN QUOTIDIANO DELL'ANNO 1843 e 1901 CHE PARLA DELLA SITUAZIONE LINGUISTICA E DEMOGRAFICA DELLA GRECIA IN QUEI PERIODO:

 

📰 IL GRECO NON È PARLATO: UNA SITUAZIONE SPECIALE PREVALE AD ATENE E DINTORNI!!!

 3 settembre 1843 - Proclamazione della Costituzione della.. Grecia...!!!
L'unico "greco" tra la folla è il prete Ortodosso
Lui è l'unico che conosce la lingua greca..!
Tutti gli abitanti della Grecia parlavano albanese e indossavano costumi albanesi..!

 "Vicino ad Atene prevale una situazione particolare. Un incidente molto curioso è stato riferito da un villaggio vicino ad Atene, scrive un corrispondente. L'insegnante recentemente nominata nel villaggio di Shalesi, alla periferia di Atene, è andata a insegnare e ha scoperto che i suoi studenti non capivano una parola di greco!

 Il greco era una lingua straniera, non solo per i bambini ma anche per i loro genitori. L'unica lingua parlata dalla popolazione della "Grecia" era l'albanese. Indignata, ha immediatamente telegrafato al ministero, che ha inviato un interprete per aiutarla. È comune che le aree della Grecia continentale utilizzino l'albanese come lingua principale, ma questo non è il primo e unico caso in cui la lingua greca non è parlata e compresa dall'intera popolazione locale in un luogo così vicino alla capitale."

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 Fonte: Il giornale di Minneapolis.

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sabato 11 maggio 2024

BUBULINA 🌿🇦🇱


L'11 maggio 1771, la coraggiosa capitana Arvanita-Arbëresh Laskalina (vero nome Dhaskalina) Bubulina nacque sull'allora isola Arvanita di Hydra. Aveva 50 anni quando scoppiò la rivoluzione Arvanita-Arbëresh nel territorio greco e lei prese parte alla lotta per la libertà della patria dei suoi antenati. Le battaglie che ha condotto coraggiosamente non si contano. In uno di essi cadde eroicamente anche suo figlio Jani. Con il suo nome e il suo coraggio ha sollevato 200mila Arvaniti-Arbëresh contro gli invasori ottomani, è diventata un esempio di eroismo, trasformata in una leggenda immortale, una figura divina che eleva la storia del nostro popolo.

Durante l'occupazione ottomana dei Balcani "I Greci non avrebbero mai scacciato i Turchi. Erano troppo degradati anche per desiderare la libertà. Per molti anni, dopo aver ottenuto la nostra indipendenza, i tempi del dominio turco furono definiti "bei tempi" dai greci. A combattere i turchi furono gli albanesi." (Da: Conversazione con M. Thiers, M. Guizot di Nassau William Senior)

venerdì 10 maggio 2024

L'ORIGINE AFRICANA DEGLI ACCADEMICI

Oggi molti africani si recano in Europa e in altri luoghi per studiare e lavorare, ma in passato era vero il contrario, quando altri cittadini affrontavano il pericolo dei mari e dei deserti per andare a studiare in Africa. Tra questi figurano icone intellettuali e culturali europee che si sedettero ai piedi dei maestri africani e tornarono nelle loro terre natali per diffondere la luce che avevano visto dal cosiddetto "continente oscuro". Sono andati in Africa per imparare i rudimenti della scienza, della matematica, della filosofia e tutto il resto. Contrariamente a quanto molti si aspettano, le università più antiche del mondo si trovano in Africa, non nell’antica "Grecia" o in Europa, ha rivelato uno studio. La fondazione della prima università degli Stati Uniti fu posta solo nel 1636, mentre la più antica università d'Europa, l'Università di Bologna in Italia, fu fondata nel 1088, molti secoli dopo che l'Africa aveva fondato le università, seguita dall'Università di Oxford nel Regno Unito, che fu fondata nel 1096.

Secondo la ricerca, le università più antiche del mondo si trovano rispettivamente in Egitto, Marocco e Mali. Quasi tutti i filosofi greci degni di questo nome, dalla scuola ionica composta da Talete, alla scuola ateniese trascorsero del tempo in Africa o i loro tutor furono istruiti da filosofi africani. Dopo quasi 3.000 anni di divieto contro i Greci, fu loro permesso di entrare a Kemer per studiare. Ciò fu reso possibile, in primo luogo, dall'invasione persiana e, in secondo luogo, dall'invasione di Alessandro Magno (dal VI secolo a.C.) fino alla morte di Aristotele (322 a.C.). Quando l'Egitto passò sotto il controllo romano, saccheggiarono le grandi biblioteche egiziane nel 1798 d.C. In effetti, Democrito, un altro storico greco, accusò il suo collega greco, Anassagora, di aver "rubato" gli insegnamenti mistici egiziani sul sole e sulla luna, e di averli fatti passare come suoi.

 L'Africa e in particolare l'Etiopia è la patria del primo utilizzo conosciuto al mondo di strumenti di misurazione e calcolo matematici, confermando il continente come il luogo di nascita della matematica sia di base che avanzata. La conoscenza si diffuse in tutto il mondo dopo una serie di migrazioni dall'Africa iniziate intorno al 30.000 a.C. e successivamente da una serie di invasioni dell'Africa da parte di europei e asiatici (1700 a.C.).

mercoledì 8 maggio 2024

IL DRANGUE👑🦁 E LA KUSHEDRA🐉 NELLA MITOLOGIA ALBANESE 🇦🇱


 La Kulshedra o Kuçedra è un demone dell'acqua, della tempesta, del fuoco e ctonio cioè sotterraneo, appartenente all'abisso, alle profondità terrestri, nella mitologia e nel folklore albanese, solitamente descritto come un enorme drago serpentino femminile a più teste, come il drago dell'Apocalisse di San Giovanni. Si ritiene che la kulshedra sputi fuoco, causi siccità, tempeste, inondazioni, terremoti e altri disastri naturali contro l'umanità.

Si dice che richieda sacrifici umani per accettare di rinviare i disastri e le catastrofi naturali. Ogni anno chiedeva un numero specifico di ragazzi e ragazze dai villaggi.

Secondo le credenze popolari albanesi, lo stadio precedente della Kulshedra è Bolla, che assume la forma di un serpente demoniaco che possiede attributi sia ctoni che acquatici.

Bollar ed Errshaja sono considerate forme intermedie di questo serpente poiché attraversa una serie di metamorfosi. Questi termini, in albanese, sono anche i nomi di alcuni serpenti; il termine Bullar è semplicemente un sinonimo di Bolla nell'Albania meridionale.

La Kulshedra può anche apparire sotto le sembianze di una donna, che mantiene nascosta la sua vera natura (il diavolo sotto mentite spoglie).
["Non c'è da meravigliarsene, perché anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere." - 2Corinzi 11,14-15]

Nella mitologia albanese la Kulshedra viene solitamente combattuta e sconfitta da un Drangue (drangùe/dragùa), un eroe divino alato semi-umano (Uomo-Dio) e protettore dell'umanità. Il termine Drangue è utilizzato anche in alcuni dialetti albanesi (tra cui anche l'Arbëresh) con il significato di "Leone"🦁 e "animale nobile".

I Drangue secondo la mitologia albanese sono rappresentati da San Giorgio, San Michele e Sant'Elia (il profeta dell'Antico Testamento) che hanno storie in cui combattono (e sconfiggono) una Bolla/Kulshedra overro un drago.

Ma il Drangue per eccellenza è San Giorgio che uccide il drago ⚔. San Giorgio è la prefigurazione del Cristo nella sua Seconda Parusia ovvero il Leone Conquistatore della Tribù di Giuda 👑🦁, che come profetizzato dell'Apocalisse di San Giovanni, sconfiggie il drago antico che opprime l'umanità.

RIVELAZIONE (5:5) ➡️ 5 - 5(maggio) - 1941

"...ecco, il Leone della Tribù di Giuda, il Germoglio di Davide, ha vinto..." 
(Rivelazione 5:5) 🌿

Dal discorso del Re dei Re Haile Selassie nel giorno della liberazione dell'Etiopia dal Nazi-Fascismo:
"Gente del mio Paese ed in particolare miei fedeli soldati! Le labbra umane non sono in grado di esprimere la riconoscenza che provo nei confronti del Dio misericordioso che mi ha dato la possibilità di essere presente tra di voi in questo giorno, riguardo al quale né gli angeli in Cielo né la creazione sulla Terra avrebbero potuto pensare o sapere (Matteo 24,36) [...] Popolo del mio paese, Etiopia! Questo è il giorno in cui l’Etiopia sta tendendo le sue mani al Signore (Salmo 68,32) nella gioia e nella riconoscenza, rivelando la Sua felicità ai Suoi figli [...] Dal momento che San Giorgio che uccise il dragone è il Santo Patrono del nostro esercito come di quello dei nostri alleati, uniamoci con loro in un eterna amicizia, in modo tale da essere capaci di fronteggiare il dragone crudele e senza Dio che si è nuovamente levato e che sta opprimendo l’umanità."
(Haile Selassie, Re dei Re, Leone Conquistatore della Tribù di Giuda, Luce del mondo, Difensore della Fede Ortodossa - 5 maggio 1941-)

Sull'isola greca di Poros, abitata nella maggioranza da Arvaniti, nonostante la persecuzione della lingua Arbëresh da parte del moderno stato greco, il termine Bullar è ancora usato per descrivere i serpenti d'acqua, e nel nord dell'Albania, sia Bolla che Bollar sono usati per descrivere i serpenti d'erba.

Nella foto: Icona del XVIII secolo raffigurante San Giorgio e il drago dipinto dai fratelli Çetiri, proveniente dal Monastero Ortodosso di Ardenikas, ora conservata al Museo Nazionale d'Arte Medievale di Tirana.

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mercoledì 1 maggio 2024

PARLO LA MIA LINGUA MADRE

 

Chi è che non ha mai visto questo meraviglioso film?

Durante le riprese del leggendario film "Odissea" nel 1968, durante le pause, i due attori parlavano tra di loro in una lingua che non veniva usata da nessun altro della troupe cinematografica. Sopraffatto dalla curiosità, un giornalista si avvicinò agli attori e chiede:

 -"Scusi, ma che lingua parla"?

 Irena Papas (Irini Leleku) tocca la mano di Bekim Fehmi per lasciarle rispondere:

 - "È la nostra lingua madre"!

 -"Lingua madre? E quale può essere quella lingua madre quando sei greca e Bekim Fehmiu jugoslavo"? - chiede il giornalista.

 -"Io sono albanese della Grecia, mentre Bekim albanese dalla Jugoslavia, ma la cosa più importante è che è stata volontà di Dio stesso che entrambi interpretassimo questi due ruoli perché una volta anche Penelope e Ulisse parlavano la stessa lingua che Bekimi e io parliamo oggi".

1°MAGGIO: RICORDANDO PADRE GABRIELE

 

Padre Gabriele al secolo Goderdzi Urgebadze è stato un presbitero e mistico Crustiano Ortodosso georgiano, Confessore e Folle di Cristo.

Padre Gabriele fu un raro caso di ordinazione a monaco durante l'era comunista. Il 1º maggio 1965 durante la parata nel centro di Tbilisi per la Giornata internazionale dei lavoratori, diede fuoco a un ritratto di Lenin di 12 metri. Padre Gabriele venne arrestato e durante l'interrogatorio dichiarò: "In quel posto dovrebbe essere appesa La crocifissione di Cristo, non l'immagine di Lenin. Perché un uomo vuole la fama? Dovrebbe essere scritto: Gloria a Cristo Dio". Per il fatto venne condannato a morte senza possibilità di commutazione della pena, ma i funzionari del regime comunista gli chiesero di denunciare di avere compiuto il gesto seguendo le istruzioni ricevute dalla chiesa in cambio della cancellazione della condanna a morte. Nonostante le torture, il monaco non cambiò posizione. Al contrario, durante un altro interrogatorio, definì Lenin una bestia, motivo per cui venne nuovamente picchiato e torturato. La notizia non passò inosservata alla stampa estera e fu ampiamente diffusa su riviste europee e americane. Padre Gabriele venne quindi giudicato psicotico e rinchiuso in un ospedale psichiatrico per sette mesi, dove subì un trattamento disumano.

Padre Gabriele trascorse gran parte della sua vita successiva nel convento di San Nino, un convento annesso al monastero di Samtavro a Mtskheta. Vi morì nel 1995 e fu sepolto nel cimitero di Samtavro.

Per le preghiere di Padre Gabriele, Signore Gesù Cristo abbi misericordia di noi.

domenica 28 aprile 2024

LA PRESENZA ALBANESE SUL MONTE ATHOS

 

Il Monte Athos è conosciuto come uno dei più grandi centri spirituali ed intellettuali del Cristianesimo Ortodosso; il Monastero di Hilandar è stato di mio particolare interesse a causa del fattore albanese presente sin dal suo primo consolidamento, ma anche per la presenza albanese fin dai tempi più antichi in tutto il territorio.

Tra la collezione di manoscritti slavi del monastero di Hilandar [microformati] ca.1175-ca, si hanno prove che l'albanese era tra le lingue usate in Hilandar come anche in altri.

 》Prima che si stabilisse la sua comunità monastica, la penisola era sede di tribù "che parlavano due lingue", alcune calcidiche, per la maggior parte pelasgiche proto-albanesi.

L'Athos ha avuto un ruolo importante nella mitologia, poiché era un monte dedicato a Zeus.

Il territorio in cui sorge il Monte Athos in tempi antichi si chiamava Tracia (Trashia) ed era abitata da Giganti.

Da Strabone nel Libro 2° e Tzete in Lycophronis Scholiaste ai versi 12, 34 viene riferito: « che dalla Tracia si mosse grandissimo numero di uomini di prodigiosa statura detti Giganti (Trashët) e si stanziò in Italia su le spiagge del Tirreno, occupò le isole Pitecuse (cioè Ischia e Procida) e si allargò verso la parte meridionale; e Coloni Traci erano pur detti gli Eneti e i Frigi ricoverati lungo il mare adriatico ». Che i Traci, Trashi o Trausi fossero pelasgo-albanesi e usassero l'albanese idioma lo dichiara lo stesso vocabolo Traci, Trausi o Trashi, che appartiene all'idioma albanese e denota: di grossa statura, grossi, quindi giganti.

Secondo la mitologia il nome Athos apparteneva ad un gigante tracio. Durante il conflitto tra gli dei e i Giganti (Trashi), il gigante Athos scagliò un'enorme roccia contro il dio Poseidone, ma la roccia gli scivolò tra le dita e cadde in mare creando un enorme blocco di terra che ora è il Monte Athos.

Dopo il 368 aC la penisola fu sotto il dominio dei Macedoni e del loro re illiro-epirota Filippo II, poi del figlio Alessandro Magno. La leggenda narra che Alessandro rifiutò l'offerta di uno dei suoi architetti, che voleva creare la sua gigantesca figura sulle pendici del monte Athos, dicendo che per questo territorio bastava una infruttuosa dimostrazione dell'arroganza del re di Persia nelle vicinanze, cioè il Canale di Serse, un canale navigabile attraverso la base del Monte Athos (foto: cerchiato in rosso), costruito per ordine del re persiano, utilizzato un tempo e poi dimenticato.

 》Tra i manoscritti originali nel Monastero di Hilandar troviamo testi biblici e liturgici, preghiere e uffici, scritti patristici, storie, documenti monastici, antologie e miscellanee. In slavo ecclesiastico e slavo ecclesiastico russo; e soprattutto diverse opere in albanese, bulgaro, greco, latino, rumeno, russo, serbo e turco.

Nella Carta di Banjska dei monaci residenti al Monte Athos, nel 1313, 444 nomi sono serbi, 117 sono albanesi e valacchi.

 La carta di Milutin Hilandar nel 1290-1300 ha anche circa 100 nomi serbi e 48 nomi albanesi e valacchi. MIK, BIKOR, DODA E SHARBAN.

Stafan il primo coronatore di Zića, nel 1210, rivendica la presenza di 54 albanesi. (Malcolm, Noel. Kosovo: una breve storia - Kosovo medievale 850-1380.)

Assicurandosi rifugio al tempo dell'invasione ottomana, l'albanese Giovanni Kastrioti (padre dell'eroe albanese Skanderbeg) donò due villaggi a Hilandar nel 1426 e nel 1430 e stipulò un accordo (adelphaton) per l'uso a vita della Torre per conto dei suoi quattro figli.

[Vedi l'articolo: https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/02/la-torre-degli-albanesi-del-monastero.html]

Uno di essi morì sul Monte Athos nel 1431, e lo stesso Giovanni, ora monaco Gioacchino, morì nel 1437. Tutte le testimonianze testimoniano stretti e longevi legami tra i feudatari albanesi e la laura imperiale serba.[Manoscritti in microforma dell'Hilandar (Università statale dell'Ohio) 1992.]

"Ivan era devotamente Ortodosso, avendo donato una torre nel monastero serbo Hilandar sul Monte Athos in Grecia, che, di conseguenza, divenne nota come torre albanese. Suo figlio Reposh morì a Hilandar come monaco Ortodosso. Dopo la sconfitta di Bayezid I da parte dei Mongoli nel 1402, il dominio ottomano nei Balcani venne messo a dura prova, consentendo a Ivan di ottenere il controllo su un territorio che si estendeva dal Drin Nero al Mare Adriatico."
(Fischer BJ, Schmitt OJ. Una storia concisa dell'Albania. Stampa dell'Università di Cambridge; 2022.)

Alla fine del XV secolo, il pellegrino russo Isaia racconta che "i monaci si mantengono con lavori di vario genere tra cui la coltivazione delle loro vigne" ... Ci dice anche che "quasi la metà dei monasteri sono slavi o albanesi" ... "Karakallou e Philotheou sono albanesi."
(AE Bakalopulos (1973). Storia della Macedonia, 1354-1833.)

Famosi e importanti sono le icone, gli affreschi e i dipinti eseguiti dal pittore albanese Kostandin Zografi Ballamaçi in tutto il Monte Athos.
[Qui l'articolo: https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/01/kostandin-e-athanas-zografi-attivita.html]

Un'altra figura albanese importante che dimorò sul Monte Athos fu San Giovanni Kukuzeli, conosciuto come il più grande musicista e cantante della musicologia Cristiano Ortodossa.
[Qui l'articolo: https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/04/san-giovanni-kukuzeli-sen-janji.html]

Inoltre segnalo la presenza di un'importante dizionario bulgaro-albanese. Dal Manoscritto originale conservato nel Monastero di Hilandar, Monte Athos, Grecia: "Sommario: Glossario bulgaro-albanese, alle carte 15a-31b....Foglio 37b fino alla fine del manoscritto, preghiere in albanese... Senza ornamenti. In bulgaro, russo, albanese e greco."

mercoledì 24 aprile 2024

IRIS ILLYRICA ⚜

 

Tutti la conoscono come Iris dell'Illiria o Iris Illyrica, un fiore della famiglia botanica delle Iridaceae originario delle terre storiche dell'antica Illiria.

L'Iris Illyrica è una delle testimonianze più belle di questa famosa area balcanica che comprende Albania, Epiro, Croazia, Kosovo [Dardania], Bosnia, Montenegro, Macedonia e alcune zone della Serbia.

L'Iris Illyrica cresce ancora oggi allo stato selvatico e naturale sugli stessi altipiani di migliaia di anni fa e testimonia la famosa eredità degli antenati albanesi.

La pianta cresce fino a 40 centimetri di altezza. Fiorisce da maggio a giugno e necessita della luce solare. Richiede un terreno moderatamente umido, fertile e ben drenato.

La pianta selvatica illirica è stata il punto di partenza di molte varietà coltivate di Iris che oggi adornano i nostri giardini e spazi in estate e primavera. Gli storici antichi spiegavano che l'Iris migliore proviene dall'antica Illiria. Nell'antichità i coltivatori di questa pianta attraversarono l'Adriatico e la coltivarono in Etruria (Tosk-ana, la parte Toska) e nell'antica Firenze.

La pianta in questione prende il nome dalla dea illirica "Iri" o "Iride" poi grecizzata in "Iris". Iri, dea dell'aria, era la messaggera di Era. Iri ed Era in idioma albanese denotano vento, aria; appunto il vento e l'aria come messaggero degli dei. Inoltre Iride sempre in idioma albanese è pure vocabolo composto dai due termini: Irì, che denota il nuovo, la novità; e dalla voce dhe che denota diede, inflessioni del verbo e dhe, dare, apportare. Iride quindi denota: l'apportatrice di novita, che dà le novità, in quanto messagera dell'aria e del vento.

Il simbolo dell'Iris nasce tra le tribù illiriche e veniva utilizzato dai soldati sui loro scudi ed elmi come simbolo di potere e maestosità. I tre petali dell'Iris erano simboli di fede, intelligenza e coraggio. Anche la zona dell'antica Firenze nell'Etruria aveva come simbolo l'Iris: sui loro scudi i soldati portavano un Giglio bianco o Iris ad indicare la loro origine e connessione illirica e perché la città era famosa per la coltivazione di questi fiori dalle sponde oltre l'Adriatico.

La coltivazione di questo fiore ha portato alla scoperta di diverse varietà di Iris con un'alta reputazione per i valori medicinali. Gli antichi Illiri consideravano l'Iris una pianta medicinale dai molti benefici per una varietà di problemi di salute, incluso il mal di testa. Le radici essiccate di Iris contengono un olio essenziale al profumo di viola. Sono utilizzati nei profumi, nei dentifrici e in altri prodotti cosmetici, nonché nella creazione di un pot-pourri di spezie multi-profumo.

La radice secca di Iris ha proprietà antinfiammatorie e viene quindi utilizzata per curare problemi alla gola e mal di testa sinusiti.

lunedì 22 aprile 2024

PETRO NINI LUARASI 🔯🇦🇱

 

Petro Nini Luarasi nacque a Luaras il 22 aprile 1864, è stato un attivista, presbitero Cristiano Ortodosso, insegnante e giornalista albanese.

Ha condotto in tutta la sua vita una battaglia incessante alla difesa della lingua albanese. Dopo aver terminato gli studi presso il seminario di Qestorat lavorò come insegnante nei villaggi del Distretto di Kolonjë. Qui ebbe l'opportunità di insegnare la lingua e la cultura albanese a molti studenti. Tutte le attività pedagogiche di cui era artefice furono segrete in quanto il regime ottomano e gli occupatori greci impedivano lo studio della lingua albanese.

Tra il 1887 e il 1893 Luarasi aprì a Ersekë e in alcuni villaggi del distretto di Kolonjë le prime scuole di lingua albanese. La fondazione e la promozione di scuole albanesi nell'area di Kolonjë da parte di Luarasi lo portarono in conflitto con i Tirchi e con Filaretos, l'arcivescovo greco di Kastoria il quale condannava il suo lavoro con l'istruzione scolastica albanese affermando che la lingua albanese “non esisteva”.

Petro Nini Luarasi fu uno dei delegati al Congresso di Monastir che nel 1908 sancì la creazione dell'alfabeto albanese. Per le sue gesta patriottiche, l'insegnamento della lingua albanese e l'attivismo sociale egli fu perseguitato dai Turchi e dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli. Morì avvelenato sotto il mandato di quest'ultimo il 17 agosto 1911.

RESTITUTA D'AFRICA 👑🌿

 


Santa Restituta fu vergine e martire Ortodossa africana della Tunisia formatasi alla scuola di San Cipriano, vescovo di Cartagine.

Durante la decima persecuzione anticristiana, ordinata dall’Imperatore Diocleziano nel 304, un folto numero di cristiani, continuarono a radunarsi nella città di Abitina in casa di Ottavio Felice per celebrarvi il rito eucaristico, sotto la guida del Sacerdote Saturnino.    
Una cinquantina di loro venne sorpresa dai soldati romani: furono arrestati, interrogati e quindi trascinati in catene a Cartagine. Il 12 febbraio del 304 subirono l’interrogatorio rituale alla presenza del proconsole Anulino e, riconfermata la loro fede nonostante le torture, vennero condannati a morte: fra loro c’era anche Restituta.

La Santa che, stremata dalle torture, fu posta su di una barca carica di stoppa, intrisa di resina e pece; quando questa fu portata al largo dai carnefici e data alle fiamme, la Santa rimase illesa, mentre il fuoco annientò l’altra imbarcazione con i suoi occupanti. Restituta ringraziò il Signore e invocò che un Angelo la accompagnasse durante la traversata: esaudita, riconoscente domandò di accedere alla pace eterna e serenamente spirò.

La barca, trascinata dal vento dell’Africa approdò all’isola Aenaria, Pithecusa, oggi Ischia, situata di fronte al golfo di Napoli, toccando terra nella località detta “ad ripas”, oggi San Montano.

Viveva in quel luogo una matrona cristiana di nome Lucina: avvertita in sogno dall’Angelo, si recò sulla spiaggia, dove trovò l’imbarcazione arenata e in essa il corpo intatto e splendente di Restituta. Radunata la popolazione, venne data solenne sepoltura alla Martire nel luogo detto Eraclius, alle falde dell’attuale Monte Vico in Lacco Ameno, dove sono conservati i ruderi di una basilica paleocristiana, e dove sorge oggi un Santuario dedicato alla Santa dove sono conservate le sue sante reliquie.

Il culto di Santa Restituta d'Africa si diffuse in tutto l'allora sud Italia Ortodosso, ma dopo le invasioni cattoliche-normanne e la conseguente distruzione dell'Ortodossia da parte di questi, la Santa fu inglobata nel culto cattolico venendo perfino raffigurata con la pelle bianca come è solito del razzismo cattolico.

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domenica 21 aprile 2024

VISITA DEL LEONE DI GIUDA IN JAMAICA (21 APRILE 1966) 🌿👑🦁🌿

 

[...] Nel pomeriggio si è svolto un "BALLO" in onore dei Visitatori Reali allo Sheraton New Kingston Hotel. Ci sono stati dati anche degli inviti e hanno partecipato diversi fratelli. La sala da ballo era piena mentre tutti cercavano di catturare uno sguardo ravvicinato o una fotografia dell'Imperatore e della Sua famiglia ben vestiti. Ad un certo punto l'Imperatore guardò verso un gruppo di fratelli Rastafariani e inviò loro un sovrintendente di polizia chiedendo loro perché indossavano i Locks? Uno dei fratelli ha risposto alla polizia dopo essersi assicurato che l'Imperatore lo avesse mandato a porre la domanda. Ha citato i passaggi biblici di Numeri 6:21 e altri come i pilastri su cui era costruita la loro Fede.

 L'Imperatore dopo aver ascoltato la loro risposta sorrise ampiamente per la prima volta. Tutti quelli che guardavano da vicino l'Imperatore dicevano semplicemente a se stessi: "Sei davvero Tu come credevano i Rastafariani?" Non c'era nulla che suggerisse che non lo fosse, poiché tutto in Lui era regale e immacolato. Nessuno osava chiedergli se fosse Dio. Ma speravano che dicesse di no per poter condannare i Ras Tafariani. I Rastafariani che ne erano a conoscenza dicevano già che anche se l'Imperatore diceva di no, erano completamente sicuri che lo fosse a causa dei numerosi passaggi biblici adempiuti da LUI.

 Nel Suo discorso alla sala da ballo dello Sheraton, l'Imperatore pronunciò queste parole profetiche che oggi restano nella memoria dei fratelli e di tutti coloro che le ascoltarono. Nel più assoluto silenzio l'Imperatore dichiarò: "Voi Santi Sacerdoti, Guerrieri e Traditori, STATE TRANQUILLI E SAPPETE che Io sono Lui..."

Sabato 23 aprile l'Imperatore si recò alla stazione ferroviaria di Kingston da dove partì diretto a Montego Bay. Il percorso ferroviario era così costeggiato da migliaia di persone che si mettevano in fila per scorgere l'Imperatore. Si alzò e salutò galantemente a ogni centimetro del percorso e non mostrò il minimo segno di stanchezza. Per la prima volta il popolo giamaicano aveva visto un illustre capo di stato viaggiare in treno e così aveva dato alla gente del paese la possibilità di vederlo. Quando raggiunse Montego Bay, Charles Square, tutte le strade adiacenti erano piene zeppe. Con grida, saluti e canti la folla marciava accanto al corteo reale.

 La visita dell'Imperatore volgeva al termine e tutti erano contenti di poter dire di aver visto l'UOMO così adornato, onorato e lodato dai Rastafariani. L'Imperatore lasciò quindi Charles Square per il Montego Bay Beach Hotel.

 È stata anche offerta una cena in Suo onore dall'allora Primo Ministro, l'Onorevole Donald Sangster al Sunset Lodge Hotel.

 La visita dell'Imperatore fu quindi terminata e l'indomani tutti si riunirono per salutare Sua Maestà Imperiale. Quando l'Imperatore salì sui gradini del Suo aereo privato, il dolore riempì i cuori dei Rastafariani, diede il Suo ultimo saluto e guardò verso i fratelli con uno sguardo di dolore negli occhi e salì a bordo.

 Si conclude così la visita più straordinaria di un Capo di Stato in Giamaica, che non potrà mai essere cancellata dalla mente di chi ha visto Sua Maestà Imperiale.

- di Ras IVI TAFARI -


Nelle foto:

- Il commissario di polizia Gordon London ascolta attentamente mentre i fratelli spiegano il motivo per cui indossano i Locks. Da sinistra a destra: fratello. Spence, Bongo Watto, Bongo Planner e Ras Napier.

- Presentazione di doni al Re dei Re da parte del popolo della Giamaica. Nella foto da D-S Sua Maestà Imperiale, in primo piano, Hector Wynter, Donald Sangster, Sam Clayton, Douglas Mac e Philmore Alvaranga.

venerdì 19 aprile 2024

IL RE DEI RE PONE LA PIETRA ANGOLARE DI UNA CATTEDRALE 👑🦁

 

L'IMPERATORE Haile Selassie ieri mattina ha posto la prima pietra della cattedrale della Chiesa Ortodossa Etiope in un sito fuori dalla Beetham Highway, non lontano dal nuovo mercato centrale.

 La cattedrale è la prima e principale parte di un programma di costruzione che la Chiesa Ortodossa Etiope sta avviando a Trinidad. La posa della pietra è stata effettuata tra preghiere, canti di inni e applausi prolungati.

 I membri della Chiesa hanno considerato questo evento come uno dei più grandi nella storia della Chiesa a Trinidad. Erano anche contenti che ciò offrisse un'altra opportunità all'Imperatore di essere tra loro.

 L'imperatore ha usato una cazzuola d'oro, che gli è poi stata donata come ricordo dell'occasione storica. Gli sono state inoltre presentate le planimetrie dettagliate dell'edificio e una fotografia per mostrarne l'aspetto.

Egli Stesso le ha studiate e ha formulato le Sue raccomandazioni personali prima che il comitato della Chiesa decidesse sul progetto finale e sulla data di inizio della costruzione. Il comitato determinerebbe quindi anche quanto costerebbe questa cattedrale.

 Il consiglio ecclesiastico locale prevede di costruire edifici ecclesiastici anche a San Fernando e Princes Town.

Nella foto: L'architetto governativo Peter ... (a destra) consegna una cazzuola a Sua Maestà Imperiale affinché l'Imperatore ponga la prima Pietra di Fondazione della Cattedrale Ortodossa Etiope che sarà costruita sull'autostrada Beetham. Al centro Padre Abraham Stephens, della Chiesa Ortodossa Libanese.

(Estratto dal giornale "Trinidad Guardan" sulla visita del Re dei Re a Trinidad e Tobago dal 18 al 20 Aprile 1966)
➡️ https://youtu.be/urOW1GRWJoQ?si=d5PiK20phunD4di7

mercoledì 17 aprile 2024

PARTICOLARI DELL'ATTACCO AL VESCOVO ORTODOSSO IN AUSTRALIA

 

Il nostro amato vescovo Mar Mari Emmanuel della Chiesa Ortodossa Siriana di Sydney è stato attaccato da un ragazzo musulmano con un coltello a serramanico. Il Vescovo ha sollevato la Santa Croce e la lama del coltello dell'aggressore è ritornata nel manico, con il risultato che il Vescovo, grazie a Dio, non è stato pugnalato ma colpito ripetutamente con il manico del coltello e soltanto ferito.

Dopo il quinto colpo, si può vedere l'aggressore fermarsi un attimo e guardare l'oggetto che ha in mano. Si stava forse chiedendo perché i suoi affondi non creavano sanguinamento? Oppure stava controllando che l'oggetto fosse ancora saldamente nella sua mano? O a provare a riespellere la lama? Sembra piuttosto che si chieda "che cosa sta succedendo qui?".

Subito dopo, anche se ferito, il Vescovo ha tenuto un altro sermone e ha pregato per il suo aggressore che è stato subito fermato e arrestato. Il Vescovo è stato ricoverato di urgenza all'ospedale.

Naturalmente i media mainstream australiani senza Dio affermano che il predicatore è stato accoltellato non tenendo conto di questi importanti particolari della Potenza del Signore.

Gloria a Cristo nostro Vero Dio. 🌿👑🦁🌿




lunedì 15 aprile 2024

SAN GIOVANNI KUKUZELI (Shën Janji Kukuzeli) - Il genio della musica Cristiana Ortodossa. 🌿🎼🎶🎵🔯🌿

 

San Giovanni (Jan) Kukuzeli (1280- 1370) era un monaco Ortodosso albanese di Durazzo 🇦🇱. Santo, innografo, maestro e teorico della musica sacra Ortodossa.

Conosciuto come il più grande musicista e cantante di Costantinopoli, rivoluzionò la musicologia Ortodossa e creò il "Sistema musicale circolare", che divenne noto con il suo nome "Sistema Kukuzeli" o "Ruota Kukuzeli". Jan Kukuzeli è considerato la "seconda fonte" della musica sacra Ortodossa, dopo San Giovanni Damasceno.

Le sue opere, nei manoscritti, sono degli straordinari tesori. La Chiesa Ortodossa orientale di tutto il mondo onora questa santa figura e celebra la sua memoria ogni 1 ottobre.

Questa è una breve descrizione biografica:

Jani nacque a Durazzo, una città portuale cosmopolita, convertita a Cristo dagli inizi del cristianesimo dallo stesso San Paolo. Suo padre morì quando era molto giovane, così la madre si occupò della sua educazione, affidandolo ai migliori insegnanti dell'epoca. Si dice che quando al piccolo Jan gli veniva chiesto quale fosse il suo cibo preferito, rispondeva sempre: "le zucchine", in albanese Kukuzelat. Così quest'ultimo poeta e grande dolce cantante prese il soprannome di Kukuzeli. Egli si distingueva per un'intelligenza rara, una voce angelica e grandi capacità musicali.

Sembra che, a causa di quella voce, fu mandato a Costantinopoli, capitale dell'impero, per studiare e cantare alla corte imperiale. Vedendo il suo grande talento e i sorprendenti progressi nella musica, lo nominarono responsabile delle attività musicali della capitale, conferendogli il titolo di Maestro, titolo molto importante all'epoca. La musica giocò un ruolo speciale a Costantinopoli, così Jan divenne un membro della corte imperiale e uno dei preferiti dell'imperatore stesso. Per la sua voce straordinaria, veniva chiamato "voce angelica". Quando cantò lì, nella chiesa di Santa Sofia , tutti si radunarono per ascoltarlo e commossi da quella voce cominciarono a piangere.

Ma pur essendo il favorito dell'imperatore e rispettato da tutti, il suo cuore non era felice. La sua anima desiderava una vita ascetica completamente dedicata a Dio, mentre la vita di corte con tutte le tentazioni e le glorie gli impediva di vivere una vita spirituale. Anche il re, poiché lo amava tanto, volle che sposasse la figlia di un nobile. Il giovane decise quindi di scappare. Così, vestito da povero pastore, partì e si recò al Monastero della Grande Lavra sul Monte Athos. Lì chiese di essere accettato nella vita monastica. Nessuno conosceva Jan e non identificava questo pastore con il grande artista della capitale, nonostante la sua fama fosse arrivata anche al Sacro Monte.

Un giorno, mentre stava pascolando le capre in un luogo deserto, pensando di essere solo, cominciò a cantare un inno dedicato a Maria Madre di Dio, con voce più forte del solito. Ma un asceta (un monaco che vive in solitudine) che viveva nelle vicinanze lo udì e, stupito dalla bellezza del canto e della melodia, vedendo anche gli animali che non pascolavano ma si divertivano, si recò dall'abate della Grande Lavra, che chiamò anche il pastore e lo costrinse a dire la verità. Jan lo pregò di restare nel monastero e di non consegnarlo all'imperatore, perché desiderava più la vita monastica che quella di corte.

L'abate gli ordinò di lasciare il lavoro di pastore e di assumere la direzione del coro della chiesa centrale del monastero. Jan obbedì. Ma nello stesso tempo, l'abate, che non voleva andare contro gli ordini dell'imperatore, andò a Costantinopoli per incontrarlo, per chiedergli perdono per Jan. Il monarca volle che tutti si inchinassero davanti alla volontà divina e ordinò all'abate di liberare Jan e decidere da solo cosa avrebbe fatto. L'abate, pieno di gioia, ritornò al monastero e diede la lieta notizia a Jan e ai fratelli del monastero.

Jan così continò la sua vita ascetica (di pratica spirituale) più di prima. Si stabilì in una casa dedicata ai Santi Arcangeli, vicino al monastero, praticando il digiuno, la penitenza e la preghiera incessante. Trascorse il resto della sua vita cantando inni di lode a Dio e alla Madre di Dio Maria, oltre a comporre numerosi brani di musica sacra, che hanno lasciato tracce profonde nella tradizione Cristiana Ortodossa.

Molto noto è il miracolo quando gli apparve la Santa Maria Madre di Dio, ricompensandolo con una moneta d'oro per i suoi meravigliosi inni, dove ancora oggi nella cappella in suo onore si trova anche l'icona "Santa Maria di Kukuzel" (Sën Mëria Kukuzelit - Kukuzélisa) -foto-. Jan seppe il giorno della sua morte, molto tempo prima, così quando si è avvicinato il tempo, Jan radunò tutti i fratelli, chiese perdono e ordinò loro di seppellirlo nella casa dei Santi Arcangeli, dove viveva. È morto il 1 ottobre.

venerdì 12 aprile 2024

RICORDANDO CORAL GARDENS 🙏🏾💚💛❤

 

Questo giorno, il 12 aprile 1963, era un Venerdì Santo (non a caso il giorno della crocifissione di Nostro Signore), è conosciuto come "Il massacro di Coral Gardens".

Il primo ministro della Giamaica indipendente diede il seguente ordine: "Catturate tutti i Rasta, vivi o morti".

E così si diede inizio alla "caccia ai dreadlocks" sia da parte della polizia che da parte dei civili.

Ovunque i Fratelli si trovavano venivano catturati e brutalmente picchiati.

Grandi corde spesse venivano usate per catturarli come mucche, in modo violento, con tubi di ferro, bastoni anti sommossa, pietre, massi. Venivano presi a calci, calpestati, bastonati. 

Taglia erba, coltelli e bottiglie rotte venivano usati per tagliare i loro capelli (dreadlocks).

Venivano gettati in prigioni sovraffollate e poi inviati alle carceri ... qualsiasi cosa tu possa pensare è stata fatta a loro ed è stata fatta con così tanto odio e rabbia ... erano disprezzati e ridicolizzati, i Fratelli e le Sorelle il cui motto era "PACE E AMORE".

I&I figli e figlie di RasTafari di tutto il mondo rendiamo onore, rispetto e ringraziamento a tutti gli anziani, patriarchi e matematiche che sono rimasti in piedi, fermi e solidi come rocce alla Roccia della nostra Fede, il Re dei Re Haile Selassie Jah RasTafari Cristo nostro vero Dio tornato per instaurare il Suo Eterno Regno, pur essendo brutalizzati non piegandosi mai né cedendo alla volontà del sistema, MAI!!!

giovedì 11 aprile 2024

L'INVASIONE DORICA (1200)

 

Di seguito un estratto dal libro "The Aegean Civilization" dello storico francese Gustave Glotz (17 febbraio 1862, Haguenau, Basso Reno – 16 aprile 1935, Parigi) per rivelare alcune falsità storiche quando gli storici erano coerenti e non influenzati da moderni rimaneggiamenti:

 "Disperdendosi gli Achei erano diventati pericolosamente deboli. Andando verso ogni sponda del Mediterraneo hanno lasciato dietro di loro molte lacune. A poco a poco gruppi della stessa razza [Pelasgo-Illiri], che parlavano un dialetto della stessa lingua [Antico Albanese], uscirono dall'Illiria e si fecero strada attraverso il Pindo, spingendosi sempre più verso sud. I Dori stavano entrando nella storia.

 Intorno al 1200, questa lenta infiltrazione si trasformò in un'invasione. Forse per un certo periodo ne fu respinto; i forti dei Micenei dovevano aver svolto il compito che ci si aspettava da loro. Ma gli Eraclidi [figli di Eracle, come venivano chiamati i Dori] tornarono vittoriosamente con i loro eserciti di tre tribù. Alcuni seguirono le strade dell'ovest e occuparono Epiro, Etolia, Akarnania ed Elisio; gli altri, avanzando da est, sottomisero Focide, Corinzia, Argolide, Laconia e Messenia. Nel Peloponneso gli Achei furono costretti a sottomettersi o a rifugiarsi sugli altipiani dell'Arcadia. Dopo la terraferma venne la volta delle isole meridionali; Melos e Thera, Creta, e poi Karpathos, Kos e Rodi caddero preda dei conquistatori.

La ferocia di questa incursione fece fuggire ovunque i popoli terrorizzati. Ci furono tumulti selvaggi e spintoni. I vinti cercavano ad ogni costo nuove case e diventavano terribili per gli altri. La commozione era generale. "Le isole erano senza riposo", dice un documento di Ramses III; e così erano i continenti. Molti Achei cercarono rifugio presso i loro fratelli nell'Attica. Una forte corrente di emigrazione investì tutta l'Asia Minore e ne trasformò la civiltà. La Ionia accolse Achei da ogni parte del mondo, compresi, senza dubbio, quelli di Pilo. Delo divenne il centro religioso di questa Acaia attico-ionica. Più o meno nello stesso periodo i Mushki, Frigi, attaccarono gli Ittiti e presero la loro capitale, Pteria; era la fine di un potere che aveva controbilanciato quello dei Faraoni e frenato quello degli Assiri. Una dinastia di Eraclidi divenne padrona della Lidia. E poi una massa di Egei, tra cui Pelesati [Pelasgi] o Kheretim (cretesi) e Zakari (Teukri o uomini di Zakro) apparvero ai confini dell'Egitto. Erano venuti via terra e via mare, con le loro donne e i loro bambini ammassati su carri trainati da buoi. "Nessun popolo aveva resistito davanti a loro". Ramses III riuscì a fermarli a Magadil, ma non poté impedire loro di stabilirsi nel paese che ricevette dai Pelesati [Pelasgi] il ​​nome di Palestina (1193).

 Ciò che accadde al mondo miceneo dopo l'invasione del 1200 non può in alcun modo essere paragonato a ciò che era accaduto a Creta duecento anni prima. Gli Achei, adattati alla civiltà cretese, ne avevano preservato l'eredità, anche se l'avevano lasciata diminuire. I Dori, provenienti dalle terre selvagge dell'Albania, ne distrussero tutto ciò che ne restava. Il loro percorso da Corinto a Sparta era segnato da una scia di rovine. A Creta i porti furono abbandonati per le alture dell'interno, e le misere spoglie di Cnosso furono date alle fiamme. Questa volta tutto era davvero finito per la città che un tempo era stata la padrona del Mediterraneo; sulle rovine annerite, sepolte dai secoli, sarebbero passati tremila anni nel silenzio della morte. Tutta questa devastazione era il segno non di una tempesta locale e temporanea ma di un cataclisma universale e finale. La bellissima civiltà del bronzo finì quando apparve il ferro. La sottomissione di Creta agli Achei fu la conquista della "Grecia" da parte di Roma- capta ferum victorem cepit; con l'avvento dei Dori seguirono le invasioni barbariche, il Medioevo, a cui seguì il Rinascimento."


Insomma:

Logicamente, l'Illiria e quella che sarebbe l'attuale Albania è il fondamento della gloria dell'antica "Grecia" che non è mai stata una nazione ma un gruppo di tribù della stessa origine illiro-epirota... Le tribù Doriche non erano altro che gli antichi abitanti autoctoni della penisola balcanica (Pelasgi). Lo stile dorico proveniva dall'"Albania" come afferma testualmente Glotz, gli Achei e i Dori erano tribù originari dell'Illiria. L'invasione Dorico-illirica dell'anno 1200 aC, prese gli Achei, gli Ittiti, ecc., e si fermò in Egitto. Ramses diceva di loro: "Non c'è nessuno che li tenga".

I libri di storia delle scuole che identificano come "greci" i Dori, gli Joni (che tra l'altro sono parole albanesi) gli Achei, i Macedoni ecc vanno riscritti. Quella che poi oggi viene chiamata "Magna Grecia" fu invece tutta colonia illirica ed egizia, dalla Puglia Messapica agli insediamenti Dorici, Ionici e Achei di Calabria e Sicilia. Inoltre i film di Hollywood con spartani "greci" in lotta con la Persia sono tutti una mitologia politica moderna, realizzata artisticamente per l'intrattenimento, ma nella loro falsità servono l'odierna geopolitica nella regione.

lunedì 8 aprile 2024

VISITA ALLA GROTTA DI DONNA MARSILIA

 

Nell'antica cittadella Cristiana Ortodossa di Sassone nell'oriente Mercurense ai piedi del Pollino nel nord della Calabria, a pochi metri dai ruderi di un'antica chiesa Ortodossa si trova la grotta neolitica di Donna Marsilia.

Questa località potrebbe essere l'antica Xifeo, convinzione tramandatasi da una incerta ubicazione descritta da Tito Livio e denominata Lymphaeum (Linfèo), luogo coinvolto amaramente nelle guerre puniche. Nel tempo venne denominata Sassone come risulta da alcuni documenti, fu completamente distrutta sul finire del XIV secolo.

Anticamente l'area era completamente abitata da Monaci Cristiani Ortodossi che brulicavano in tutta la zona. Accanto alla grotta vi sono presenti i resti di ben due antiche chiese Ortodosse. Sul perimetro dell'area sono presenti i resti di una cinta muraria lunga circa 1.500 metri che venne eretta dai Longobardi.

La Grotta di Donna Marsilia fu usata come necropoli durante il neolitico fino all'età del bronzo, e sicuramente anche come rifugio dai monaci Ortodossi emigrati dall'Oriente che si stabilirono in quell'area nei primi secoli del Cristianesimo.

Il nome della grotta deriva da una leggenda popolare dove si credeva che nella grotta vi fosse un tesoro custodito da una donna misteriosa chiamata Donna Marsilia che con i suoi inganni si sbarazzava di chiunque osasse cercare di prendere il tesoro da lei custodita.

La leggenda popolare assunse i connotati di verità quando al suo interno vennero ritrovate ossa umane insieme a dei frammenti ceramici e vari reperti da riferirsi al III millennio a.C.. La suggestiva grotta, è stata oggetto di indagini archeologiche nel 1962 ad opera dell'archeologo Prof. Santo Tinè ed i reperti da lui recuperati e descritti, ora si trovano esposti nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

mercoledì 3 aprile 2024

LA MADRE DI TUTTI 👑💜

 

Di seguito il discorso pronunciato da Sua Eccellenza Tsehafe Taezaz Aklilu Hapte Wold, Primo Ministro e Ministro della Penna, in occasione della cerimonia dei funerali di Stato di Sua Maestà Imperiale l'Imperatrice Menen, giovedì 15 febbraio 1962.

 "La grande disgrazia che oggi ha colpito tutti noi ha causato indicibili sofferenze e dolori tra tutti gli etiopi.

 Sua Maestà l’Imperatrice, la veneratissima Madre di tutti noi, era profondamente preoccupata e interessata al benessere dell’intero popolo etiope.

Come Imperatrice, Sua Maestà era molto rispettata; come Madre si conquistò l'affettuosa devozione della gente. Non c'è dubbio che, grazie al rispetto, all'amore e alla riverenza instillati nel popolo, nonché alla sua dedizione per tutta la vita ai valori spirituali, Sua Maestà occuperà un posto d'onore nella storia delle grandi regine e imperatrici, immortalando così il suo nome.

 Quando ricordiamo in questo triste momento i risultati unici e le azioni significative di Sua Maestà, per non parlare di quelli di noi che le sono stati vicini in lunghi anni di servizio, anche quelli lontani che hanno sentito parlare della Sua fama si uniscono a noi nel condividere la nostra afflizione.

 A parte il grande esempio che Ella aveva dato nell'adempiere pienamente alle pesanti responsabilità e ai sacri doveri per i quali era stata divinamente eletta, le virtù umane e i meriti dell'Imperatrice ne fecero un fulgido esempio per gli altri. Sua Maestà, che era motivo di orgoglio per le persone, fu una grande imperatrice, la sua eccellenza difficilmente eguagliata nella sua vita.

Le opere umanitarie e filantropiche dell'Imperatrice nell'aiutare i bisognosi e nel confortare gli afflitti, la sua dedizione e devozione per tutta la vita alla nobile causa di alleviare la sofferenza delle persone indipendentemente dal loro status particolare, così come la Sua umanità quotidiana, vivrà per sempre nella memoria di tutti noi.

 Per valutare la grande importanza e il significato speciale che ha avuto la partecipazione di Sua Maestà al Trono etiope, sarebbe bene ricordare ed esaminare la misura in cui l'Imperatrice ha partecipato al programma illuminato di Sua Maestà Imperiale e agli sforzi per il benessere di Sua Maestà Imperiale del Suo amato popolo e il progresso del Suo Paese.

 Poiché tutti conosciamo la grande disgrazia e il dolore a cui Sua Maestà è stata più volte sottoposta a seguito della morte di alcuni membri della Famiglia Imperiale, possiamo facilmente comprendere cosa ciò significasse per una Madre e quindi immaginare la profondità del dolore e il lutto che l'Imperatrice aveva vissuto.

 Tuttavia, grazie alla sua forte forza di volontà, fede e grande perseveranza, Sua Maestà ha continuato instancabilmente il suo ruolo di leader e di Madre del popolo etiope. Ciò ha indubbiamente procurato all'Imperatrice fama, rispetto e una reputazione invidiabile.

A parte il dolore della Famiglia, Sua Maestà l'Imperatrice aveva sempre condiviso, con il Suo compagno Imperiale, le disgrazie e le difficoltà che questo Paese aveva dovuto affrontare in passato. Tutto questo, e soprattutto la grande lotta che Ella ha sostenuto insieme al Suo popolo quando l’Etiopia è stata attaccata da un nemico straniero ostile, è stato di grande esempio non solo per le Mamme dell’Etiopia ma anche per quelle del mondo intero.

 Durante quegli anni di tribolazione, Sua Maestà Imperiale, che aveva una fede implicita nella religione, fece costruire la chiesa Meskaye Hizunan Medhane Alem a Fairfield, in Inghilterra, dove Sua Maestà Imperiale risiedeva allora in esilio.

 Sua Maestà Imperiale fu una costante fonte di conforto e incoraggiamento per i molti etiopi che vivevano in esilio in Inghilterra e in altri paesi attraverso i suoi messaggi personali e le sue lettere indirizzate loro.

 Dopo la Liberazione, Sua Maestà Imperiale fece costruire con i Suoi fondi propri un certo numero di scuole, cliniche, ospedali e altre istituzioni assistenziali per il servizio del Suo popolo. In particolare, qui ad Addis Abeba, Sua Maestà Imperiale ha costruito un orfanotrofio vicino alla chiesa di Kachene Medhane Alem. Nella zona di Kolfe Sua Maestà Imperiale costruì l'ospedale St. Paul e una scuola per bambini portatori di handicap fisici a causa della guerra. Sua Maestà Imperiale donò anche quel terreno e gli edifici che ora ospitano la Princess Zenebework School. A Dessie, Sua Maestà Imperiale costruì, con fondi privati, la Scuola Tecnica intitolata a Woizero Sehin. Queste sono solo alcune delle istituzioni assistenziali che Sua Maestà Imperiale ha costruito e donato al Suo popolo e al Suo Paese.

 Ma in tutto l'Impero esistono molte altre istituzioni simili e in particolare chiese e monasteri, costruiti da Sua Maestà Imperiale. Particolarmente note sono attività simili di Sua Maestà Imperiale in terre straniere. In Giordania, Sua Maestà Imperiale costruì, su un terreno da Lei acquistato, la Chiesa della Trinità e le case adiacenti per i sacerdoti legati alla Chiesa. Nell'adempimento dell'altissima responsabilità che Le fu imposta, Sua Maestà Imperiale fu sempre fonte di costante assistenza agli etiopi bisognosi ai quali donò terre e aiuti finanziari.

 Poiché i suoi istinti e sentimenti verso il suo popolo sono sempre stati più simili a quelli di una madre che di un'imperatrice, l'assistenza che ha dato ai bisognosi tra il suo popolo e le sue altre azioni le hanno fatto guadagnare il loro profondo rispetto, amore e fiducia. La grande Imperatrice si guadagnò l'ammirazione di tutti anche per le sue elevate qualità morali, la sua vasta conoscenza e la sua lungimiranza.

 È ben noto a tutti che negli sforzi compiuti per portare l’Etiopia agli elevati standard di sviluppo moderno, Sua Maestà Imperiale è sempre stata la consorte e la confidente stretta di Sua Maestà Imperiale.

 Sostenendo e seguendo gli obiettivi e i piani formulati da Sua Maestà Imperiale al fine di migliorare gli stili di vita tradizionali e condurre così l’Etiopia verso la modernità, Sua Maestà Imperiale è stata un esempio eccezionale per la femminilità etiope.

 Oggi non solo siamo immersi nel dolore perché la nostra materna Imperatrice ci è stata portata via per sempre, ma siamo anche addolorati per gli effetti negativi che si sentiranno come risultato di questa separazione da Sua Maestà Imperiale, dai Suoi amorevoli figli e dalla Sua persona.

 In questo momento i nostri pensieri e le nostre preghiere vanno a Sua Maestà Imperiale, che ha perso la compagna di vita che ha condiviso con Lui negli ultimi 50 anni i successi e i fallimenti della vita. Possiamo solo confortare Sua Maestà Imperiale in questo grande lutto partecipando pienamente ai Suoi sforzi e aspirazioni, convinti che solo così potremo ripagare il nostro debito nei Suoi confronti.

 L’intero popolo etiope prega Dio Onnipotente affinché conceda forza a Sua Maestà Imperiale, ai Suoi amorevoli figli e alla Famiglia Imperiale."

"Una donna virtuosa chi la troverà?
Il suo pregio sorpassa di molto quello delle perle.
La grazia è ingannevole e la bellezza è cosa vana;
ma la donna che teme il SIGNORE è quella che sarà lodata."
(Proverbi 31)

DEREK 🔯🔥
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venerdì 29 marzo 2024

MITROS - TROUKIS (POETA ARVANITA DEL XIX SECOLO)

 

Questo è un fatto raro, dove si può vedere come l'antica lingua pre-ellenica albanese-arbëresh fosse perseguitata dal moderno stato greco e non potesse essere parlata né per strada e né soprattutto a scuola, pena la punizione per i poveri bambini Arbëresh.

 Mitro-Troukis, poeta arvanita satirico autodidatta del XIX secolo, ci regala con le sue poesie ed epigrammi elementi importanti della vita di una piccola ma pura società albanese-arvanita del suo tempo perseguitata dal moderno stato greco.

 Le poesie e gli epigrammi del poeta sono stati raccolti e presentati con grande impegno e amore dal più appropriato autore salaminiano Nikos Saltaris. 

 L'autore riconoscere l'importanza della sua lingua madre e si dispiace di non avere riconosciuto prima la sua importanza... ciò scrisse Trukis:

 《 [...] La raccolta di questo materiale poetico orale, fino ad allora avvenuto tramite passaparola, si è finalmente completata nell'insieme che qui viene presentato.

 Ancora una volta, questo è ciò che oserei dire - in una misera miniatura, ovviamente, della concentrazione di quell'energia della gigantesca opera di Omero durante Peisistrato.

 Il mio unico errore - l'ho ripetuto altrove - è stato quello, per la mia ignoranza (all'epoca ero bambino), lo confesso, sull'importanza-valore degli Arvaniti, ma anche per la prevenzione che ancora avevo all'epoca, che "gli Arvanitika vanno respinti", non li registrai tutti contemporaneamente [...]

 [...] Ma non dimentichiamo che in quegli anni vi era una sistematica persecuzione ufficiale contro la lingua arvanita (Arbëresh) e che chiunque la parlasse era considerato, per ammissione generale, perfettamente sottosviluppato e colpevole di inferiorità!

 Ricordo che nella nostra vecchia Scuola Elementare, il regolamento per gli alunni: pulizia, accoglienza, comportamento, ecc., fu affisso intorno al 1920 dal suo direttore di allora, Vas. Stephopoulos.

 Tra le disposizioni del regolamento, anzi all'inizio, c'era scritto:

 "È severamente vietato agli studenti socializzare con i bambini santi e parlare la lingua arvanita. Chiunque pretenda di pronunciarla sarà severamente punito!"》

giovedì 21 marzo 2024

PAROLE ALBANESI NEI FILM "ALEXANDER" E "TROY" 🔯🇦🇱

 

Perché lo sceneggiatore del film "Alexander", Oliver Stone e lo sceneggiatore del film "Troy", David Benioff hanno usato parole albanesi in questi attimi quasi nascosti dei rispettivi film??? Non è un caso e non lo hanno fatto invano... Loro sanno chi sono gli Arbëresh e da chi discendono.

Premetto di dirvi che a scuola ci hanno insegnato cose non vere facendo passare i miti antichi per greci quelli che invece sono di origine albanese.

Alessandro Magno non era greco come falsamente ci insegnano a scuola ma era figlio di Olimpiade e Filippo discendenti della Tribù dei Molossi, una tribù Arber-illirica d'Epiro. Alessandro non parlava greco ma l'antico idioma albanese, la lingua piu antica d'Europa, chiamata lingua barbara dagli ateniesi; imparò in seguito il greco antico, che non era altro che un dialetto che ebbe origine dallo stesso idioma albanese, ma solo per comandare gli ateniesi e tenerli in soggezione. Inoltre l'esercito di Alessandro Magno era prevalentemente composto da illiri ed epiroti-macedoni e una minima parte composta da ateniesi.

La guerra di Troia non è stata combattuta dai greci come falsamente ci insegnano a scuola. Durante la guerra di Troia gli elleni non esistevano ancora; la guerra fu combattuta da tribù pre elleniche pelasgo-illiriche che non parlavano il greco ma l'Antico idioma albanese.

Troja infatti è una parola albanese che significa "la terra". La famosa città era conosciuta anche come Ilio, da Ylli che in albanese significa stella.

- Nel film Alexander:
ECIM PARA, frase gridata dall'esercito di Alessandro contro Dario di Persia, è una frase albanese che significa ANDIAMO AVANTI o CAMMINIAMO AVANTI o MARCIAMO AVANTI.
GLAUKUS, un nome di origine illirica e non greca, significa LUPO CHE GUARDA o SEMBRA UN LUPO. È appunto il nome del personaggio ferito nel film che dice di provenire dall'Illiria. Glaujku era anche il nome di un re illirico della Tribù dei Taulanti.

- Nel film Troy:
FALEMINDERIT significa GRAZIE.

"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

Vedi anche:
UNA PAROLA ALBANESE NEL FILM "LA PASSIONE DI CRISTO" ⬇️
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/01/una-parola-albanese-nel-film-sulla.html

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sabato 16 marzo 2024

MONASTERO ORTODOSSO DEGLI APOSTOLI PIETRO E PAOLO presso Vithkuq, Korça, Albania 🔯🇦🇱


Vithkuqi si trova a circa 20 km a sud-ovest di Korça, in un terreno montuoso, a circa 1300 m sul livello del mare. È circondato da montagne e boschi di faggi, abeti e querce, che creano una bellissima corona naturale e paesaggi pittoreschi.

Nel corso del sec  XVII-XVIII Vithkuqi raggiunse un elevato sviluppo economico e culturale.

Ma, come gli altri centri simili di questi tre, anche Vithkuqi fu distrutto e incendiato dagli attacchi dei feudatari, evento che è ricordato nella prima pagina del vangelo della chiesa Ortodossa di San Michele.

A testimonianza del periodo di punta dello sviluppo di Vithkuqi ci sono arrivati ​​numerosi monumenti, tra cui spicca il monastero Ortodosso degli Apostoli Pietro e Paolo.

Il monastero sorge su una collina, che si erge a nord-est del paese. Del complesso monastico restano il Catholicon e la cappella dei Santi Cosma e Damiano, fuori dalla cinta muraria del monastero.  I palazzi del monastero furono distrutti durante la seconda guerra mondiale.

Il codice del monastero fu redatto nel 1708 da Haxhi Athanas Rimara, del quartiere Borishë. Nel 1736 fu costruita la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, dipinta nel 1750 dai fratelli Konstantin e Athanas Korçar. ⬇️
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/01/kostandin-e-athanas-zografi-attivita.html

Nel 1759 l'abate del monastero Taras costruì il Catholicon dedicato ai santi apostoli Pietro e Paolo, che fu dipinto dai fratelli Korçar nel 1764. Un altro pittore eccezionale del XVIII secolo, Konstantin di Shpati, contribuì alla decorazione delle chiese del monastero, come testimonia l'iscrizione da lui lasciata sull'icona di Cristo dell'iconostasi dell'altare dei Santi Cosma e Damiano.  Nel 1761, con il contributo degli abitanti di Voskopoja, fu scolpita l'iconostasi.

La Chiesa dei Santi Cosma e Damiano è una piccola chiesa ad unica navata coperta da volta cilindrica. Il piano terra, parzialmente inglobato nel terreno, era adibito a cimitero.

La Chiesa degli Apostoli Pietro e Paolo è una basilica con cupola e navata trasversale. La struttura a croce nella composizione spaziale interna si riflette anche nell'aspetto esterno mediante l'intersezione dei tetti che coprono le navate, al centro delle quali si eleva la cupola. Sul lato occidentale sono visibili tracce del nartece, cioè la parte della chiesa riservata ai catecumeni e ai penitenti, attualmente in rovina.




mercoledì 13 marzo 2024

DOVE SONO I GRECI...??? (2.0)

 

Con questo volevo fare una continuazione dell'articolo precedente ⬇️:
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2024/03/dove-sono-i-greci.html

Concludevo l'articolo con questa frase:
"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

Un esempio di come la persecuzione della lingua Arvanita-Arbëresh in Grecia e della loro totale assimilazione ha portato a definire "greche" qelle che invece sono in realtà vere e proprie antiche tradizioni Arbëresh è la danza "Trata", una tradizionale danza albanese che veniva tramandata da tempo immemore dalle popolazioni autoctone albanesi e dalle popolazioni Albanesi-Arbëresh che abitano la Grecia moderna.

A confronto le donne ETRUSCHE del V secolo a.C. e le donne ALBANESI-Arbëresh della Grecia, inizio del XX secolo.

Foto n. 1 - La Tomba delle Ballerine o Tomba delle Danzatrici è una tomba peuceta a Ruvo di Puglia, Italia. Fu scoperto nella necropoli di Corso Cotugno nel novembre 1833. La data della sua costruzione è incerta, sono state proposte date che vanno dalla fine del V secolo aC alla metà del IV secolo aC. In ogni caso gli affreschi della tomba costituiscono il più antico esempio di pittura figurativa in Puglia, insieme ad un'altra tomba di Gravina di Puglia. I Peuceti presero in prestito la pratica di dipingere le tombe dagli Etruschi, che ebbero un'importante influenza sulla loro cultura. La tomba prende il nome dalle donne danzanti che compaiono sugli affreschi della tomba. I pannelli con gli affreschi sono ora esposti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Foto n.2 - Donne della popolazione albanese/arvanita-Arbëresh di Eleusina (adesso Grecia) che ballano la ''Trata'', antica danza tradizionale Arvanita assimilata e presa dallo stato greco moderno.

Foto n.3 - Dipinto: Ragazze che ballano la Trata a Megara (una delle regioni degli Arvaniti-Arbëresh della Grecia) Paul Bret (francia, 1902-1956)

Qui di seguito riporto alcuni riferimenti di fine Ottocento e inizio Novecento riguardanti le popolazioni albanesi di Eleusi e di altre regioni della Grecia:

- "Loro [Albanesi] occupano la metà meridionale dell'Eubea e la metà settentrionale di Andros. Corinto, Maratona, Plataea, Mantinaea, Leuttra, Eleusi, Salamina - nomi importanti nella storia ellenica - sono popolate non da Greci, ma da Albanesi." (Ferriman, Z. Duckett)

- "Eleusi è un villaggio di circa 1200 abitanti albanesi" (James Alexander, Grecia 1906)

- "Questo costume, come quello di tutte le donne eleusine, è semplice, ma molto poetico. Le belle giovani sorelle avrebbero potuto rappresentare le sacerdotesse di Cerere.
Quasi tutta la popolazione di Eleusi è albanese e parla la lingua albanese, una lingua del tutto diversa dal greco, e che molti sostengono essere una discendente della più antica lingua pelasgica. È ancora la lingua popolare dell'Albania (Epiro), il paese in cui era venerato lo Zeus pelasgico." (Fredrika Bremer 1863)

- "TRIBÙ DEGLI ALBANESI - Ma gli albanesi che abitano sia nell'Illirico che nell'Epiro sono un unico popolo, la cui lingua non varia che con lievi modifiche del dialetto. Dobbiamo o supporre che gli scrittori antichi ignorassero la relazione tra gli Epiroti e gli Illiriani, e che le nazioni così chiamate fossero un'unica razza... La costa orientale dell'Adriatico, dal golfo di Drino alla baia di Arta, è l'estensione dell'Albania vera e propria da nord a sud; ma il popolo albanese è sparso molto più lontano. Si estendono non solo in tutto l'Epiro, ma attraverso le province settentrionali della Grecia, Tessaglia, Etolia, Beozia e Attica, e si trovano in molte isole greche; così in Romelia, in Servia e fino alle porte stesse di Costantinopoli. Vi sono anche notevolissime colonie di razza albanese sulla costa della Calabria e in Sicilia, dove sono fuggiti dalle armi dei Turchi quando questi conquistarono la costa albanese, e dove conservano la loro propria lingua e religione, che è quello della chiesa ortodossa." (M. Ange Masci)

- "Dicono che Atene non è affatto una città greca nel vero senso della parola. Forse non etnologicamente: senza dubbio la razza si è un po' mescolata; ma l'Atene di oggi mi sembra somigliare meravigliosamente, nelle sue folle e nei suoi costumi, all'Atene di Aristofane e di San Paolo. Si capisce meglio Aristofane dopo aver osservato per mezz'ora la via di Hermes o l'antico mercato proprio sotto l'Acropoli. Quasi la metà della popolazione di strada che lavora, commercia, guida gli asini e taglia la legna, che trasporta carichi di lavoro è composta da albanesi. La fustanella, o kilt bianco, della tradizione albanese è comune nelle strade di Atene quanto l'uniforme del soldato semplice a Londra." (W. James)

Concludo dinuovo così:
"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

martedì 12 marzo 2024

DOVE SONO I GRECI...??? (1.0)

 

La Grecia era ed è uno Stato multietnico balcanico: quando fu costituita come “Stato” duecento anni fa, dopo la rivolta degli Arvaniti-Arbëresh del 1821, i monarchici occidentali, influenzati dalle ideologie razziste ariane, inventarono il “Regno di Grecia” come istituzione razziale di interesse "puro" degli antichi greci! La verità è che questa "Grecia" esisteva solo nei loro libri e che non era una realtà nemmeno nell'antica Grecia che come stato non è mai esistito, la cui "razza" era un misto di tribù pelasgo-illiriche locali e colonizzaroti egizi, fenici e persiani settentrionali: i primi abitanti locali dell'area greca, non parlavano neanche greco, ma un'idioma che si è conservato nelle autoctone popolazioni albanesi. Si conservano antichi testi che dicono che mentre la lingua così detta greca veniva parlata ad Atene, c'erano vaste regioni intorno che non parlavano il greco ma il "barbaro", così chiamato dagli Ateniesi!

Durante l'occupazione ottomana dei Balcani "I Greci non avrebbero mai scacciato i Turchi. Erano troppo degradati anche per desiderare la libertà. Per molti anni, dopo aver ottenuto la nostra indipendenza, i tempi del dominio turco furono definiti "bei tempi" dai greci. A combattere i turchi furono gli albanesi, i macedoni [anche loro di origine albanese n.d.r.] e gli stranieri." (Da: Conversazione con M. Thiers, M. Guizot di Nassau William Senior)

Dopo che gli ottomani furono cacciati dalla rivoluzione Arvanita-Arbëresh combattuta tra il 1821 e il 1830, il Re Ottone, un tedesco della Baviera, fu imposto dalle potenze occidentali come re in Grecia.

Egli era così ossessionato dalla mente del greco antico che imparò la lingua greca pensando che avrebbe trovato gli stessi greci nel nuovo stato della Grecia, ma quando arrivò in Grecia fu sorpreso di scoprire che la popolazione non era greca ma Albanese e quindi non poteva comunicare con la gente perché non lo capivano poiché la loro lingua madre era l'albanese.

Dall'Empire Newspaper (Sydney, Australia) 5 Maggio 1863 leggiamo:
"Atene era solo un villaggio albanese. Quasi tutta la popolazione dell'Attica è considerata ed è composta da albanesi. A tre leghe di distanza (14,5 Km) dalla capitale ci sono villaggi che capiscono a malapena il greco."

Quando il re Ottone di Grecia venne ad Atene nel 1830, non sentì nessuno parlare in greco e così chiese: "Dove sono i greci di Atene?

La sua corte si guardò e rispose: "Non ci sono Greci, ma non preoccupatevi perché questa popolazione albanese sarà sempre fedele alla vostra Monarchia".

Siccome la popolazione del nuovo stato greco appena imposto era formata per la maggior parte da Arvaniti-Arber Ortodossi, Alessandro Pallis propose che in Grecia l'Arvanitika diventasse come seconda lingua ufficiale e propose una università in lingua Arvanitika, ma questi non erano i piani delle potenze fasciste occidentali.

Così accadde che il re impose alla popolazione albanese della “Grecia” la nuova falsa identità greca da lui creata, iniziò così una forte persecuzione della lingua Arbëresh, impose che nelle scuole vi fosse insegnata solo la lingua greca e che la lingua Arbëresh fosse rapidamente dimenticata.

Più subdola invece fu la decisione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, che scomunicò la lingua Arvanita, e faceva arrestare o addirittura uccidere chiunque predicasse il Vangelo in Arbëresh.

Come se non bastasse rubarono anche la cultura agli Arbëresh e tutte le loro tradizioni; per esempio come dice il ricercatore greco Ilia Petropulos sull'abito che i greci portano come abito nazionale: "I greci hanno rubato l'abito agli Albanesi del Sud e noi lo abbiamo fatto nostro abito nazionale".

E quanti di tutti quegli albanesi che dalla fasulla Grecia fascista imposta da Ottone si denunciano oggi come albanesi? E quanti così detti Greci dei giorni nostri discendono da quegli Arbëresh che li liberarono?

Penso sul fatto che tutti quegli Arbëresh sono ancora lì, ma aimè sono diventati mentalmente più greci dei greci stessi, a causa della persecuzione e della forte propaganda, o come si suol dire: sono diventati più cattolici del papa. Ma la verità in qualche modo viene sempre a galla.

"Gli Abiti, la Storia, gli Eroi, la Mitologia e la Cultura ellenica sono tutti presi dagli Albanesi." (Ricercatore greco Ilia Petropulos)

- Immagine: dipinto di Peter Von Hess "Entrata di re Ottone ad Atene" [Dove sono i greci...???]

Qui il seguito dell'articolo ⬇️:

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lunedì 11 marzo 2024

BREZA 🔯🇦🇱

 

'Breza' è la grossa cintura che chiude le gonne del costume tradizionale Arbëresh di Piana degli Albanesi in Sicilia.

E' in argento e oro, composta da placche che si uniscono al centro con una borchia cesellata a mano in cui viene inserito un soggetto Cristiano.

In genere si tratta dei santi della tradizione Ortodossa - San Giorgio, San Demetrio, San Nicola - oppure della raffigurazione della Vergine Odigitria.

Anche se in Arbëresh questa parola viene utilizzata giornalmente per indicare una cintura in generale, fondamentale è l’etimologia della parola 'Brez' nella lingua albanese, che significa “generazione”, “stirpe”, “discendenza”, “progenie”. 

Bellissimo il significato, Breza, infatti viene indossata dalle donne di cultura Arbëresh a simbolo della maternità. Viene donata alla sposa come augurio di fecondità, riconoscimento della maternità. Chi lo cinge si augura possa avere, per intercessione del Santo, a cui la coppia di sposi devotamente si affida, una buona prole.

sabato 9 marzo 2024

RICORDANDO SAN PAPA KYRILLOS 🌿𓋹🦁


Oggi 9 marzo ricordiamo la nascita al cielo di Sua Santità Papa Kyrillos VI il Taumaturgo.

Sua Santità Papa Kyrillos (Cirillo) VI di Alessandria è il 115° Successore di San Marco Evangelista. Nato Azer Yousef Atta (2 agosto 1902 – 9 marzo 1971), è stato Patriarca copto Ortodosso d'Egitto dal 1959 al 1971.

Papa Kyrillos è stato uno dei più grandi papi, patriarchi e asceti dell'Ortodossia.

Era un uomo di preghiera, celebrava messe quotidiane e la sua porta era aperta a tutti.

"Non c'è nessun uomo in tutta la storia della Chiesa come Papa Kyrillos VI che sia stato in grado di pregare così tante liturgie. Ha pregato più di 12.000 liturgie. Questo fatto non è mai accaduto prima nella storia dei Papi di Alessandria o del mondo, o anche tra i monaci. Era meraviglioso nelle sue preghiere." (Papa Shenouda III)

Era un santo miracoloso con doni di guarigione, esorcismo dei demoni, chiaroveggenza, chiaroudienza e profezia, così come i doni di coloro che la chiesa copta designa come "anacoreti", vale a dire i doni dell'agilità (viaggiare/teletrasportarsi istantaneamente in luoghi lontani) e quello della bilocazione (essere in due posti contemporaneamente).

Era un asceta di livello mondiale che sopravviveva solo con un pezzo di prosfora (pane della comunione non consacrato), una tazza di caffè espresso e un bicchiere d'acqua durante la quaresima.

Durante il suo episcopato ebbe luogo una grande rinascita del monachesimo e un'espansione della costruzione di chiese Ortodosse all'interno e all'esterno dell'Egitto.

Grazie a Papa Kyrillos e l'importante aiuto del Re dei Re Haile Selassie, furono restituite all'Egitto le Sante Reliquie di San Marco Evangelista rubate alla Chiesa Ortodossa dalla chiesa cattolica romana nell'828 e portate clandestinamente a Venezia. ⬇️
https://giuseppecapparelli85.blogspot.com/2023/10/il-ritorno-delle-reliquie-di-san-marco.html

San Papa Kyrillos continua a fare miracoli fino ad oggi (53 anni dopo la sua morte) ed è stato canonizzato nella Chiesa copta Ortodossa nel 2013.

Che le sue preghiere siano con tutti noi. Amìn!!!

DEREK 🔯🔥

venerdì 8 marzo 2024

STORIA TRISTE ARBËRESH 🔯🇦🇱

 

La lingua è uno dei segni identificativi più importanti per un popolo, ma è anche un simbolo culturale.

Chi controlla la lingua del popolo, ne controlla i pensieri.

Di seguito riporto una lettera del Comune Arvanita di Gavrio, sull'isola di Andros, ormai preso dai greci, che chiede al governo greco di propagandare l'istruzione greca nelle scuole in modo che gli Arvaniti di Grecia possano dimenticare completamente la lingua Arbëresh, la loro lingua madre.

"IL CONSIGLIO COMUNALE DEL COMUNE DI GAVRIO:

Convocato in seduta presso il Municipio di Gavrio il giorno 16 luglio 1889 alla presenza del Sindaco G. Α. Yianoulidou, il quale, prendendo la parola all'incontro, propone di ritenere legittimo e auspicabile che l'organismo esprima i suoi ringraziamenti alla Società Filologica Parnaso di Atene, per aver istituito anni fa nel villaggio di Felo, nel nostro comune, una scuola a proprie spese per l'incapacità del Comune per mancanza di fondi e di augurare che esso e il futuro mantenimento di detta scuola, portando finora buoni frutti nel villaggio dove i suoi abitanti parlano ancora l'albanese, che disimpareranno completamente, in seguito la loro educazione.

L'Associazione prende atto della sopra proposta del Sindaco e la ritiene necessaria ed indispensabile."

Nella foto: Donna Albanese d'Atene, incisione del XIX secolo.

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