Ciò vuol dire che in Dio è il principio maschio-femmina, non nella sua essenza che è UNA, ma nella sua relazione con l'altro, il creato, ossia nella relazione di Dio con l'uomo che ricapitola il creato...
L'archetipo principale è dunque questo: Dio si fa sposo dell'Adam, la sua Ishah (la sua sposa, letteralmente Base della Vita); a sua immagine, l'Adam "maschio", sia uomo che donna, è colui che "si ricorda" della sua Ishah e che si gira verso di lei per penetrarla e integrante tutte le energie. Al livello della nostra situazione di esilio, l'uomo non è maschio se non nella relazione con la donna, cioè nella proiezione della relazione ontologica su questo livello animale che è giusto se resta nella luce dell'archetipo.
Ciò vuol dire che l'omosessualità maschile è l'immagine di un Dio che è sufficiente a Sè stesso e non creerà.
Ora, le tre tradizioni del Libro sono d'accordo nel dire che Dio crea perché ama, che desidera vedere ed essere visto, conoscere e farsi conoscere. Il non-creato solo sarà un Dio perfetto, dunque finito e senza dinamica di compimento. Ma l'Infinito non può essere contemplato se non oltre questa contraddizione.
L'omosessualità femminile è l'immagine di un mondo creato che rigetta Dio - sarà la morte. Le Scritture lo precisano:
"Al tempo di Noè gli uomini si moltiplicavano sulla terra e mettevano al mondo solo delle figlie".
Detto altrimenti, vi era un'umanità femminile che non faceva opera maschile in lei. E la violenza era sulla terra... ciò che oggi viviamo!
E ci fu il diluvio nel quale l'umanità perì. Ma Noè "trova grazia agli occhi del suo Signore"! Riceve l'ordine di costruire un'arca e dopo, è sottolineato, entra nell'arca con la sua donna e i suoi figli con le loro rispettive donne, e gli animali maschi e femmine... Al di sopra della matrice d'acqua nella quale si distrugge l'umanità Noè, nell'arca, assume la sua matrice di fuoco. Uscendo dall'arca con la sua donna e i suoi figli con le loro rispettive spose, il patriarca assicura la nascita di una nuova umanità... Noè è fecondo.
Dal momento che l'omosessualità non ha alcuna referenza archetipica, la sua sterilità biologica esprime dolorosamente la sterilità del suo stato in sé. Ciò non vuol dire che gli uomini e le donne in questione non possano fare il loro cammino interiore. Ciascuno di noi si impegna in questo cammino a tentoni e sono queste titubanze che, un giorno, verranno poste sull'incudine del divino fabbro. Ciò vuol dire - dal momento che l'altro siamo anche noi! - che dobbiamo rispettarci tutti e tutte con le nostre differenze, ma che non possiamo pertanto portare al livello del sacro ciò che non esce dall'ontologico, né normalizzarlo in sé donandogli uno statuto civile.
Dal mio modestissimo punto di vista credo che il papa e tutta la massoneria deviata omosessuale presente nel vaticano che occultamente lo comanda, stia giocando con il fuoco, e come si sa prima o poi chi gioca con il fuoco si brucerà. Perché ricordiamo che se prima il giudizio fu di acqua, il prossimo sarà di fuoco.
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