sabato 5 aprile 2025

SAN PANAGIOTI NUOVO MARTIRE ARVANITA-ARBËRESH 👑🌿

 

Oggi 5 Aprile commemoriamo il Santo Nuovo Martire Arvanita-Arbëresh San Panagiotis. 

Il suo martirio a Gerusalemme per mano degli Ottomani fu raccontato dall'inglese Joseph Wolff, un eccentrico missionario per gli ebrei che predicò in tutto il mondo nel XIX secolo.

San Panagiotis era un Arvanita-Arbëresh Cristiano Ortodosso originario della Morea nel Peloponneso, e crebbe a Magnesia, in Asia Minore. Era il servitore di un nobile turco di nome Osman Effendi. Un giorno, Panagiotis giunse con il suo padrone a Gerusalemme e lo accompagnò quando andò a pregare nella moschea di Omar.

Poco dopo, Osman Effendi intraprese un viaggio verso Damasco e lasciò Panagiotis ad attendere il suo ritorno. In quel periodo, un gruppo di turchi fanatici si presentò al Pascià di Damasco, giunto a Gerusalemme per il pellegrinaggio annuale, e accusò Panagiotis di aver profanato la Moschea di Omar, entrandovi come infedele.

Quando Panagiotis fu interrogato dal Pascià su queste accuse, rispose che era entrato nella moschea con il suo padrone, che era suo dovere seguire. Il Pascià disse a Panagiotis che aveva una scelta; avrebbe potuto accettare l'Islam, altrimenti sarebbe stato condannato a morte.

A questa minaccia Panagiotis esclamò: "Cristo è risorto, che è il Figlio del Dio vivente. Non temo nulla." Il Pascià esortò il santo a rinunciare alla sua fede; "Dì che Dio è Dio e che Maometto è il Profeta di Dio, e io ti adotto come mio figlio." Panagiotis pronunciò la stessa risposta; "Cristo è risorto, non temo nulla."

I soldati condussero il santo fuori dal Castello di Davide e lo circondarono con le spade sguainate. Panagiotis continuò a glorificare il Salvatore, anche mentre i soldati lo spogliavano, gli spezzavano il polso e gli tagliavano le dita dell'altra mano.

Mentre i cristiani esortavano il Santo ad accettare l'Islam e a porre fine alle sue sofferenze, egli esclamò: "Cristo è risorto! Non temo nulla." Il carnefice sollevò i lunghi capelli fluenti del martire e lo colpì più volte con la spada per fargli perdere sangue, nella speranza che rinnegasse Cristo.

Ma san Panagiotis si fece il segno della croce e di nuovo esclamò:
"Gesù è il Figlio del Dio vivente". Ricevette infine la sua corona eterna mediante la decapitazione avvenuta in questo giorno 5 Aprile del 1820.

Eterna memoria ai nostri Santi Martiri Arvaniti-Arbëresh.

DEREK🔯🔥
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venerdì 4 aprile 2025

LE AMAZZONI FRIGE ⚔

 

Nella mitologia antica le Amazoni erano donne guerriere considerate capaci di abilità e coraggio in guerra pari a qualsiasi altro guerriero. 

Tra le più famose vi erano le Amzzoni Frige e le Amazzoni Eptiopi strettamente connesse tra loro.

Gli autori antichi considerano i Frigi essere i Brigi, un'antica tribù pelasgo-albanese che dai territori montuosi dell'antico regno della Dardania, nell'odierna Albania centrale e alcune parti dell'Epiro e della Macedonia, emigrarono in Asia Minore molto tempo prima della guerra di Troia.

Erodoto stesso, collega i Brigi ai Frigi, affermando che secondo i Macedoni, i Brigi per uno scambio fonetico furono chiamati Frigi dopo essere migrati in Aria Minore, Anatolia, Turchia, un movimento che si pensa sia avvenuto prima del 1200 a.C.

I Frigi quindi erano una tribù pelasga illiro-albansese di dinastia Dardanica discendenti di Dardano, padre primo e fondatore della città Illirica di Troia, nato da Elettra figlia di Atlante re d'Etiopia.

Questo spiega anche perché il re etiope Memnone venne a Troia per difendere la città, infatti abbiamo esattamente le Amazzoni Frige discendenti del re Etiope Atlante in Asia Minore che combatterono al fianco dei Troiani e le loro antenate etiopi come conferma Diodro Siculo:

"Le Amazzoni però stavano anche da tutt’altra parte che in Asia, in una grande isola del lago Tritonide di nome Espera, presso gli Etiopi e l’Oceano, nelle vicinanze del massiccio dell’Atlante (DIOD. SIC. III 53 sqq.)."

Nelle rappresentazioni artistiche e letterarie, le Amazzoni Frige venivano raffigurate belle, forti, armate e pericolose, e sempre mentre indossano un berretto frigio, a simboleggiare la loro origine tribale, ancora oggi usato dalle tribù Çam Albanesi d'Epiro discendenti di Dardano. Le Amazzoni sapevano scagliare frecce e lanciare giavellotti, sapevano battersi e morire da vere eroine.

Come tra gli Etiopi, gli antichi popoli pelasgi albanesi-Arbëresh discendenti di Dardano, tra cui la società Illirica, quella Macedone e quella Epirota, chiamati "barbari" dai greci, non erano società patriarcali, ma in esse vigeva l'uguaglianza, infatti le donne avevano pari diritti con gli uomini, a differenza di quelle greco-romane.

Paradossalmente tra questi "barbari", lo status della donna dei popoli Illiro-Dardani era ben diversa da quello della donna greca, la quale anche quella d'élite trascorreva la vita in ambienti chiusi e doveva sottomettersi per tutta la vita all'indiscussa autorità dell'uomo e occuparsi esclusivamente delle questioni domestiche. Al contrario tra i popoli pelasgo-albanesi illiri, macedoni ed epiroti la situazione era molto diversa. Una nobildonna o un membro femminile di una famiglia reale svolgeva un ruolo religioso, sociale e, in alcune circostanze, politico molto più importante.

Non penso che per quel che riguarda l'antica Grecia si possa usare il termine civiltà. Nell'antica Grecia, la parte più importante dell'umanità, ovvero la donna, non era considerata affatto. Non so se lo sapete, ma nella "grande Atene" dell'età di Pericle, la donna poteva circolare in pubblico soltanto se era interamente coperta da un Burqa. Non ce le dicono queste cose, ci dicono che i greci erano all'avanguardia di tutto, persino nella scultura. Poi vengono scoperti i Gianti di Mont'e Prama e devono retro datare di 700 anni a favore della Sardegna i primi esempi di scultura a tuttondo di tutto il mediterraneo... Ma torniamo a noi...

Tra le Amazzoni più valorose vi è storia di Pentesilea e Achille.

Pentesilea, regina delle Amazzoni, condusse le sue guerriere al fianco dei troiani nella Guerra di Troia. Combattè con gran valore a dorso del suo cavallo, dono della moglie del dio del vento. La regina affrontò l’eroe Achille che la trafisse con una lancia. Quando egli vide il corpo della donna giacere senza vita, ne rimase così colpito da concedere ai troiani di onorarla con dei funerali degni di un eroe.

Sin dall’antichità la donna forte ha generato curiosità, ma anche paura, si è cercato di sminuirla, di farla soccombere, ma, come sempre accade, la donna resta forte, nell’immaginario e nella realtà, un’eroina. Non solo perché indossava armi e quindi incuteva timore, ma perché aveva il coraggio di affrontare a testa alta gli uomini, i guerrieri e anche gli eroi. Erano Amazzoni, e ancora oggi sono Amazzoni. Non hanno bisogno di portare con loro arco e frecce, le bastano il carvello e la forza d’animo. 

E che la stessa forza che avevano queste donne divise tra storia e leggenda, possa accompagnare tutte le donne ancora e per sempre.