₪₪卐₪₪ ILIRIA E MADHE ₪₪卍₪₪
"Alle origini della colonia di Taranto la cronologia tradizionale (in Eusebio) assegnava la data del 706 a. C.: in realtà il sorgere di Taranto deve piuttosto - come anche la sua posizione geografica insegna - farsi risalire ad età più antica, sicuramente alla prima metà del sec. VIII. Il territorio ov'essa sorse era certamente popolato da altre genti, e precisamente da Messapî, affini agli Iapigi, non però di provenienza cretese, come argomentarono i Greci, bensì, com'è noto, di origine illirica. Il nome della città, Taras, è quello stesso del fiume, l'odierno Tara, che, dopo breve corso, si getta nel golfo esterno, a poca distanza dal Mar Piccolo." (Enciclopedia Treccani)
Le più recenti analisi hanno portato alle seguenti conclusioni: due delle tre glosse messapiche conservateci trovano la loro immediata corrispondenza nel moderno albanese; concordanze nel lessico e nella struttura grammaticale, identità di fenomeni fonetici nel trattamento di dittonghi, di temi, di casi e di consonanti, specialmente delle gutturalipalatali, stanno a provare la parentela tra l'albanese e il messapico. E se qualche discordanza esiste, più che con l'ipotesi di una differenza di dialetti, può spiegarsi con quella di un fenomeno o mutamento più recente. In definitiva il problema venne così riassunto: «La lingua dei Messapi e degli Iapigi ha congruenza piena, nei più importanti fenomeni fonetici, morfologici e lessicali, coll'albanese, così che il messapico ci rappresenta, per l'antichità dei suoi monumenti, l'antico illirico od uno degli antichi dialetti illirici, come l'albanese ci rappresenta la fase più recente dell'antico illirico o di uno degli antichi dialetti illirici».
Le antiche monete ritrovate a Taranto sono molto interessanti perché confermano l'origine illirica della zona. Nessun'altra serie di monete antiche offre un livello di stile così elevato e costante per un periodo di tempo così lungo, e la brillante varietà per cui le monete tarentine sono famose ne fanno una delle aree più desiderabili da collezionare in tutta la monetazione antica. Su queste monete, nella foto, vediamo il cavaliere a cavallo tipico delle tribù illiriche che esercita la sua abilità marziale, galoppa in avanti e si prepara a conficcare un giavellotto in un oggetto che lo spettatore non vede. Sul lato opposto porta uno scudo rotondo e due lance aggiuntive. Sotto il cavallo vi è scritto in l'alfabeto fenicio ΚΑΛ, parola albanese KAL che signofica Cavallo.
Albanse ΚΑΛ=KAL=CAVALLO
Greco CAVALLO=ALOGO/IPPOS
I Salentini praticavano il macabro costume di gettare un cavallo vivo nel fuoco, in onore di Giove-Menzana; e sappiamo come abbondante fosse nelle regioni pugliesi l'allevamento dei cavalli. Gli Illirî a loro volta erano conosciuti per inclinazione e costumi grandi allevatori di cavalli, e questo parve un dato etnologico di grande rilievo per la parentela tra gli Iapigo-Messapi e gl'Illirî. Certo non è da trascurare il fatto che, insieme col nome della Manduria tarantina, si trovasse nell'illirico l'etimo di Menzana, persistente nell'albanese ghego mas, da menz, manza illirico = stallone.
Un'interessante ricerca etimologica è stata condotta dagli studenti dell'istituto tecnico commerciale di Mesagne che attraverso uno studio storico sono arrivati alla conclusione che l'origine lessicale del nome della città di Mesagne derivi proprio da "Menzana" l'antica divinità messapo-illirica.
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